Cassa Forense: un'analisi degli investimenti

di Alessandra Festini

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Il portafoglio di Cassa Forense (dati al 30/06/2018) ammonta a complessivi 11,318 miliardi di euro e risulta notevolmente diversificato, anche se rimane importante la componente obbligazionaria diretta in Titoli di Stato Italiani, titoli azionari italiani e fondi con focus sull’Italia (vedi grafico seguente).

grafico investimenti

Fonte: Elaborazione Ufficio Investimenti

Il comparto obbligazionario (Fixed Income) pesa circa il 47,3% sul portafoglio totale. La componente obbligazionaria diretta (ottenuta sommando le Fixed Income Govies Securities, le Fixed Income Inflation Securities e le Fixed Income Corporates Securities) pesa per circa il 29,8% del portafoglio, lo scorso semestre si attestava ad oltre il 31,6%. Il comparto Equity e Holdings (azioni e partecipazioni), pesa circa il 26,7% sul portafoglio totale, in diminuzione rispetto al 27.1% del semestre scorso. L’azionario diretto (Equity Stocks), pesa per circa il 9,6% (senza “Partecipazioni”) e si compone per la maggior parte di azioni di società quotate Italiane.

Tabella investimenti

 

tabella 2

A completamento dell’azionariato strategico della Cassa si segnala anche la componente Partecipazioni (Holdings) che attualmente pesa per il 3,2% del totale patrimonio e che è costituita dalla partecipazione in CDP Reti Spa e in Banca d’Italia. Si precisa che nella voce partecipazioni sono stati classificati gli investimenti in CDP Reti SpA e in Banca D’Italia, mentre nell’Asset Allocation Strategica la partecipazione in CDP Reti Spa viene classificata tra “Altri Investimenti” come investimenti infrastrutturali.

Il comparto Alternative (senza il fondo Cicerone) pesa complessivamente il 11,6% ed è suddiviso in queste componenti: 4% la componente Absolute Return investita in fondi UCITS; 1,1% la componente Absolute Return investita nel mandato di gestione Schroders; 2,8% la componente Private Equity investita in fondi FIA AIFMD; la componente Private Debt che pesa per lo 0,5%. Infine la componente investita in Fondi immobiliari chiusi e open-ended è pari al 13,4% (compreso il Fondo Cicerone).

Cassa Forense dà un contributo notevole all’Economia Reale del Paese investendo circa il 60% della componente Private Equity in fondi che investono in aziende italiane; entrando nel fondo di Venture Capital promosso da Fondo Italiano d’investimento (Cassa Depositi e Prestiti); ancora investendo nel fondo PAI, Parchi Agroalimentari Italiani da cui nasce la più importante, anzi l’unica grande realtà agroalimentare italiana FICO per la valorizzazione delle eccellenze gastronomiche.

Infine Cassa Forense è stato il primo investitore istituzionale previdenziale ad investire nei fondi di Mini-Bond italiano.

A livello europeo è importante menzionare la partecipazione di Cassa Forense nel fondo di fondi AMUF di FEI, Fondo Europeo degli Investimenti; il FEI storicamente rappresenta uno tra i primi player istituzionali nell’ambito del mercato del private equity europeo ed in particolare, nel campo del venture capital.

La mission del fondo è quella di sostegno all’innovazione, ricerca e sviluppo, imprenditoria, crescita ed occupazione nell’ambito UE, sostenendo lo sviluppo del mercato europeo delle piccole e medie imprese attraverso la concessione di prestiti e la sottoscrizione di capitale di rischio o di strumenti per la condivisione dei rischi (garanzie).

Anche per quanto riguarda le infrastrutture Cassa Forense mantiene un focus sull’Italia investendo nei fondi di F2i e in CDP Reti Spa.

Non bisogna però dimenticare l’obiettivo principale della gestione del portafoglio: ossia la diversificazione.

Circa il 60% del portafoglio è infatti allocato in strategie di investimento worldwide focalizzate su gestori internazionali di elevato standing.

Lo stile di gestione che viene adottato nella selezione dei gestori è di tipo attivo, mentre la parte investita in ETF e gestioni passive è decisamente trascurabile.

Per quanto riguarda gli investimenti futuri, nell’attuale clima di incertezza, la natura di ente di Previdenza ci invita alla prudenza.

La maggior parte delle asset class globali risultano abbastanza costose e i rischi economici e politici, (protezionismo commerciale di Trump, Brexit, situazione di alcuni paesi asiatici e situazione politica italiana) indicano la possibilità che la volatilità persista anche nel corso del 2019, creando, altresì,opportunità potenzialmente attraenti per gli investitori di lungo termine.

Anche se la crescita economica è ancora positiva, trainata dalla crescita esponenziale americana, tuttavia persiste il rischio di una guerra commerciale e di surriscaldamento dei rapporti internazionali.

Questa maggiore incertezza, insieme all'aumento dei tassi di interesse, ha contribuito ad un inasprimento delle condizioni finanziarie e porta alla necessità di costruire una maggiore resilienza nei portafogli; questo è l’obiettivo per i prossimi mesi.

Dott.ssa  Alessandra Festini - Ufficio Investimenti Cassa Forense


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