Per gli avvocati più assistenza attiva e passiva

di Nunzio Luciano

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Pochi possono comprendere la solitudine in cui si viene a trovare il Presidente di un ente così importante, preso da mille richieste e spinte che provengono anche dai vari delegati espressioni di territori diversi , con esigenze diverse. Trovare una sintesi non è facile, ma non impossibile.
A caldo ho definito questa una “riforma storica” e “un’iniezione di fiducia per il futuro dell’avvocatura italiana”. Più passano i giorni, più rileggo le norme approvate dal “parlamentino” di Cassa Forense, più mi rendo conto che quelle parole non sono esagerate. Il nuovo Regolamento per l’Assistenza è infatti lo strumento per invertire definitivamente la rotta a favore di un nuovo e più incisivo welfare forense, da tempo obiettivo prioritario per noi tutti. Ci stiamo battendo per rendere Cassa Forense la Casa di tutta l’avvocatura, una casa dove deve diventare agevole trovare risposte alla crescente domanda di aiuto proveniente da molti dei nostri iscritti, alcuni dei quali in condizioni davvero critiche.
Dopo l’approvazione del Regolamento sui contributi, in meno di un anno dall'insediamento del Comitato, abbiamo così dato il via libera, quasi all’unanimità, anche ad un pacchetto di norme che ci consente di intervenire sostanzialmente in quattro aree: bisogno individuale, sostegno della famiglia, della salute e della professione.


Tengo subito a sottolineare che i 32 articoli, pur contenendo già specifiche disposizioni assistenziali, una volta approvate dai Ministeri vigilanti, metteranno Cassa Forense nella condizione di poter erogare , attraverso misure ad hoc, contributi e servizi che concretamente siano in grado di risolvere i problemi degli avvocati più in difficoltà, come per esempio le donne e i giovani. A questi ultimi la crisi economica rischia di scippare oltre che il lavoro e il pane quotidiano, anche la capacità di sviluppare una minima progettualità futura. Per loro d’ora in poi, solo per fare un esempio, sarà più facile accedere alla professione, avendo deciso di abbassarne i costi, attraverso misure incisive, che presto adotteremo.
Abbiamo portato da venti a sessanta milioni la quantità di risorse a disposizione di questo programma di assistenza, sia passiva che attiva. Si tratta di una cifra importante che ci permetterà di muoverci nei quattro ambiti sopra ricordati con più incisività e in ossequio al criterio della maggiore o minore urgenza. E’ stato un lavoro delicato, reso possibile oltre che dalla disponibilità dei delegati della Cassa ai quali va il mio sincero ringraziamento, anche da tutti gli Ordini territoriali, le associazioni forensi e i comitati per le pari opportunità. Abbiamo innovato nel merito e nel metodo, a garanzia dell’esigenza di dare tempestiva attuazione ad un’unità di intenti raggiunta attraverso il confronto di esperienze vissute sul campo.
Con le prestazioni in caso di bisogno, riusciremo ad erogare somme di danaro ad avvocati che vivono e operano in presenza di necessità individuali dovute ad eventi straordinari e non prevedibili. Essi potranno rivolgersi anche direttamente alla Cassa oltre che all’Ordine di appartenenza. Con le prestazioni a sostegno della famiglia, invece, riusciremo ad erogare somme di danaro in favore dei superstiti, dei titolari di pensione diretta cancellati dagli albi o di pensione indiretta o di reversibilità, in favore di familiari non autosufficienti, portatori di handicap, ma anche di assegnare borse di studio per gli orfani di avvocati iscritti e per i loro figli.


Per quanto concerne le prestazioni a sostegno della salute, abbiamo previsto la copertura, a carico della Cassa, di gravi malattie e di interventi chirurgici, ma anche convenzioni con case di cura, istituti termali, cliniche odontoiatriche, polizze di assistenza per lunga degenza, premorienza e infortuni, convenzioni per l’attivazione di prestiti ipotecari vitalizi, contributi per spese di ospitalità in case di riposo pubbliche o private per anziani e in istituti per malati cronici olungodegenti.Infine, nel caso delle prestazioni a sostegno della professione, abbiamo previsto convenzioni specifiche che verranno stipulate al fine di ridurre i costi e facilitare l’esercizio della professione forense, ma anche agevolazioni per la concessione di mutui, borse di studio per consentire l’acquisizione di specifiche competenze professionali e possibilità di fruire di asili nido e scuole materne con l’intento di conciliare al meglio l’attività lavorativa con gli impegni familiari. Qualcuno dirà che è poco. Qualcuno dirà che non è molto. Qualcun altro ancora dirà che è il giusto. Noi riteniamo che sia la strada giusta per accelerare il processo riformatore di cui l’avvocatura ha bisogno, a partire da quelle questioni che, in taluni casi, afferiscono più alla sfera della sopravvivenza che a quella delle ragioni culturali e ideologiche.
Avendo esteso il nostro ambito di intervento, dovremo ora individuare le priorità delle misure da adottare, cercando di favorire soprattutto coloro che sono più deboli e nel contempo cercando di evitare l'utilizzo di interventi che favorisco solo pochi.
Un legislatore previdenziale ed assistenziale che si rispetti non può eludere il tema della intergenerazionalità e della necessità, specie in tempi di resilienza, di assicurare stabilità sociale e di coniugare (sempre e comunque) i tre tempi dell’esperienza umana: passato, presente e futuro. Una società (ma anche una categoria professionale) che rinneghi la tradizione, che non sappia guardare alla prospettiva del cambiamento, perché schiacciata esclusivamente sul presente, finisce per ammalarsi. Sì, si ammala di presentismo. E le malattie a volte se non si interviene con la giusta terapia diventano croniche.
La cultura del cronometro, come la definisce il sociologo Schlesinger, non porta molto lontano e certo non rappresenta la terapia più efficace. Di questo ne sono convinto. E quella commozione, scoppiata all’improvviso in una fredda mattina di inizio anno, mi rafforza nel mio convincimento che: alla stabilità finanziaria deve seguire necessariamente quella sociale.

Avv. Nunzio Luciano - Presidente di Cassa Forense

 

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