In arrivo la nuova assistenza per gli avvocati
23/10/2014
Stampa la paginaSe nonché lo scenario è però progressivamente mutato in questi anni, col mutare della situazione economica-sociale del Paese e, nella fattispecie, a seguito delle scelte critiche del legislatore di penalizzare la professione forense favorendo in verità varie lobby e con l’ossessione di deflazionare il processo, realizzando una giustizia privata alternativa a quella pubblica.
A tutto ciò va poi aggiunto il profondo cambiamento della professione forense dal 1985 in avanti, quando si è passati da circa 45.000 avvocati iscritti agli albi a 226.000 di picco massimo. Una “proletarizzazione” (come definita da più parti e termine che mutuiamo per la chiarezza con cui esprime in sintesi un fenomeno, positivo e negativo al contempo), accompagnata (e non certo mitigata) poi da elementi onerosi e negativi: a) accesso al c.d. mercato a condizioni più gravose (maggiore competizione tra gli avvocati con offerte al ribasso e poco dignitose, peggioramento del sistema giustizia oramai collassato, aumento della insolvibilità da parte dei debitori etc.); b) incremento importante degli oneri per rimanere nel c.d. mercato (polizze assicurative, formazione, carico fiscale elevato, contributi pensionistici maggiori rispetto al passato, numerosi adempimenti legislativi, fatturazione elettronica, processo telematico a macchia di leopardo); c) aumento della complessità del diritto (neanche lontanamente paragonabile al recente passato); d) aumento della responsabilità professionale (tanto per la casistica giurisprudenziale quanto per l’aumentata delicatezza della professione).
In poco tempo si è dunque creata una profonda frattura tra le condizioni in cui hanno operato i “vecchi” avvocati ed i “giovani” avvocati, questi ultimi maggiormente esposti alle attuale intemperie, perché entrati in una dimensione completamente difforme rispetto al passato. Un passato glorioso e indorato, oramai sostituito da un presente e da un futuro incerto e assai complesso.
La situazione economica attuale (con un decremento reddituale costante e significativo da anni) poi inevitabilmente farà aumentare i casi di bisogno.
In questo scenario mutevole e incandescente l’avvocatura (soprattutto quella composta dalle ultime generazioni) necessita di essere appunto “assistita” per ristabilire condizioni di equilibrio e per realizzare un vero patto intergenerazionale, non certo procreando assistenzialismo ma appunto assistenza. Assistenza verso chi ha bisogno e verso chi merita di essere tutelato perché “soggetto debole” rispetto ad altri. Assistenza verso chi ha la passione per una nobile professione e missione (quello della tutela dei diritti) e non sempre è in condizione di assolvere ciò nelle migliori condizioni.
Assistenza che certo non trascuri anche i bisogni dei colleghi più anziani, verso le colleghe multitasking o gravate da un passaggio bellissimo ma gravoso quale quello della maternità. In breve, c’è bisogno di un’assistenza (welfare) moderna, coraggiosa, inclusiva, carezzevole, che sia al contempo uno strumento di crescita professionale. Un’assistenza però che non scompensi la sostenibilità della Cassa, non potendo essere messa a rischio.
Il nuovo Comitato dei Delegati, il nuovo Consiglio di Amministrazione, il nuovo Presidente Nunzio Luciano hanno così sin dall’inizio (gennaio 2014) tracciato questa fondamentale e preziosa rotta che a breve sarà completata col nuovo Regolamento per l’Assistenza, disegnato dalla Commissione competente e già oggetto di discussione anche con gli Ordini forensi e che a breve, dopo le opportune modifiche frutto di tale proficua discussione, andrà in votazione.
Un Regolamento che sfrutterà ogni strumento di welfare (incluse le convenzioni – potente strumento a costo zero - che consentiranno di agevolare l’avviamento, l’organizzazione, l’incremento reddituale, la formazione, e di poi anche nella vita familiare) e che produrranno, come già dichiarato dal Presidente Luciano al recente Congresso Forense (Venezia 9-11 ottobre 2014), uno stanziamento nel 2015 di 60 milioni di euro, in luogo dei 22,5 milioni stanziati nel 2014. Intervento che difatti è stato molto apprezzato per la sua pragmaticità.
L’avvocatura oggi chiede risposte concrete e non vaghe promesse. Fatti e non illusioni. Perché l’avvocatura merita di più rispetto a ciò che si è concessa sino ad oggi.
Avv. Marcello Adriano Mazzola – Delegato di Cassa Forense