Mediazione sì, mediazione no, mediazione forse .....!!!
12/11/2012
Stampa la paginaIl compiacimento, tuttavia, pur nella consapevolezza che fosse stata vinta una semplice battaglia ma non la guerra, è durato veramente poco.
A sostegno delle rivendiche portate avanti dagli operatori degli organismi di mediazione e degli interessi non indifferenti che ruotano intorno al pianeta mediazione, infatti, pur nella consapevolezza dei risultati fallimentari della stessa ad un anno dalla sua entrata in vigore vieppiù manifestatisi dopo la sua estensione alle controversie condominiali ed a quelle relative al risarcimento danni derivante da sinistri stradali, è stato presentato in Commissione Industria al Senato, in sede di conversione in legge del Decreto Crescita 179/2012 un emendamento - dichiarato ammissibile - che, di fatto, surclassando la pronuncia degli Ermellini e le direttive europee, reintrodurrebbe l’obbligatorietà della mediazione.
Si sta cercando, innegabilmente, con una soluzione a tempo determinato, di far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta: la mediazione obbligatoria verrebbe infatti reintrodotta a titolo sperimentale fino al 2017 alla qual data, verificatine gli effetti, dovrebbero esserne decise le sorti (mantenimento, limitazione ovvero totale abolizione).
Come dire che, scientemente - se è vero che il Governo avrebbe già preannunciato il proprio parere favorevole all’emendamento in questione - si vogliono ignorare i dati fino ad oggi diffusi dallo stesso Ministero della Giustizia, dai quali emerge il totale fallimento dell’istituto e si vogliono, altresì, ignorare gli altri profili di incostituzionalità e criticità che lo caratterizzano e che, di fatto, oltre a renderlo inadeguato al perseguimento dell’auspicato smaltimento del contenzioso civile, finiscono col penalizzare oltre ogni misura i cittadini il cui libero accesso alla giustizia è reso sempre più difficoltoso ed oneroso pregiudicando il loro inviolabile diritto alla difesa tecnica.
Approvare l’emendamento in questione allorché lo stesso Ministro della Giustizia, nella immediatezza del comunicato della Consulta, aveva manifestato più di un dubbio sulla eventualità della reintroduzione della obbligatorietà della mediazione con un diverso strumento normativo, significherebbe, tra l’altro, tradire la disponibilità al dialogo manifestata dall’Avvocatura, attraverso l’OUA, al fine di individuare strumenti idonei alla riduzione del contenzioso e forme di stragiudiziali di risoluzione delle controversie.
Ritengo che esistano altre vie per ridurre e deflazionare il contenzioso giudiziario e l’Avvocatura le ha da tempo indicate (cfr. il disegno di legge 2772 a firma del Senatore Caruso sulla negoziazione assistita): il riferimento, ad esempio, è alle Camere Arbitrali che potrebbero essere istituite presso gli Ordini Forensi che, entro determinati limiti di valore e purché accessibili a costi ridotti, potrebbero costituire per il cittadino una valida e seria alternativa alla giurisdizione pubblica.
Che poi, a ben vedere – volendo mediare per la mediazione – si potrebbe cercare di allineare i costi di accesso alla mediazione al contributo unificato di guisa che, in caso di esito negativo della mediazione, si potrebbe accedere alla giurisdizione pubblica con esonero dal versamento del contributo unificato.
I gestori degli organismi di mediazione, e le loro vere lobby, sarebbero disposti ad accettarlo?
Ai posteri l’ardua sentenza …..!!!
Avv. Lucilia Ciccarello - Delegato OUA