Il PCT è alle porte

di Avv. Roberto Di Francesco - Gennaro Torrese

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L’indagine dell’IPSOS, per l’elevato numero degli intervistati (6551 avvocati iscritti a Cassa Forense), ha costituito un valido e attendibile riscontro della situazione attuale e delle prospettive future della telematica giuridica.
Dalla stessa è emerso come oramai la maggioranza degli avvocati (circa il 70%) ritenga ineluttabile il ricorso alla tecnologia informatica e la disponibilità ad investire sulla stessa. La netta maggioranza degli intervistati, infatti, ritiene la tecnologia digitale, l’Information Comunication Technology (ICT) un investimento più che un costo, tanto che il 61% degli avvocati coinvolti stimano un aumento degli investimenti in tecnologia per i prossimi anni.
Quanto ai i principali bisogni soddisfatti dall’ICT, gli avvocati ritengono prima di tutto la ricerca e l’archiviazione di informazioni secondari gli utilizzi più evoluti. Molto diffusi sono Internet, stampanti, scanner, fax e desktop, al contrario di smartphone, reti di pc, server, e software per la professione legale meno diffusi.
Sono gli avvocati intervistati a utilizzare più di tutti i software e le banche dati posseduti, ritenendo sufficiente il livello tecnologico dello studio legale nel quale esercitano.
L’utilizzo dell’ICT è ostacolato da limiti di spesa, oltre al contesto di crisi, la paura di complicazioni tecniche ma anche all’età media elevata degli avvocati.
Al contrario principali facilitatori dell’ICT sono semplificazione, risparmio di tempo e risorse economiche, nonché riduzione di esternalità negative (nel 73% dei casi la riduzione dei tempi e la velocità sono considerati come i maggiori vantaggi del PCT).


Sul fronte della promozione e divulgazione dei nuovi mezzi informatici, gli Ordini degli Avvocati ed il Ministero della Giustizia sono le istituzioni che, secondo gli intervistati, danno lo stimolo maggiore all’evoluzione tecnologica degli studi legali, i Tribunali appaiono più un elemento di freno che un facilitatore.
Quanto alla diffusione del PCT, la maggioranza degli avvocati ha dichiarato un buon livello di conoscenza del PCT, specie nel Nord del Paese. Il 41% del campione ha dichiarato di aver utilizzato il PCT, mentre il restante 59% ha dichiarato di non averlo utilizzato neppure una volta. Il 68% degli avvocati ritiene l'ICT sicuramente positivo auspicando, nel 52% dei casi, la trattazione delle udienze in videoconferenza, ad esclusione dell’udienza di discussione.
La consultazione dei registri di cancelleria è utilizzata quasi da tutti. Il deposito di ricorsi per decreto ingiuntivo, procedure fallimentari e memorie i servizi telematici più utilizzati.
Dall’indagine IPSOS emerge, peraltro, che gli avvocati percepiscono il PCT come poco diffuso in Italia ma lo ritiene un poco più diffuso nella propria zona di residenza, seppur con valori insufficienti, anche se oramai sono consci della prossima scadenza del 30 giugno 2014 per l’obbligatorietà del PCT.
Cassa Forense la più evoluta: dall’indagine è anche emerso un lusinghiero positivo giudizio sul portale web Cassa Forense, anche se ci sono margini di miglioramento. E la fonte principale tramite cui si ricercano informazioni sui servizi di Cassa Forense è il sito WEB.
Sullo stesso tema, nei giorni 14 e 15 marzo 2014, si è svolto a Carpi un importante convegno su “Agenda Digitale Giustizia” nel quale, in buona sostanza, si è voluto fare un punto della situazione sullo stato dell’implementazione del Processo Civile Telematico nei vari distretti giudiziari.
Scopo del convegno, partecipato ai massimi livelli dai vertici degli Uffici Giudiziari, dai Dirigenti amministrativi, da esponenti del Ministero della Giustizia e da molti dei vertici ordinistici, era anche quello di offrire modelli sperimentali ed efficienti di PCT e di suggerire integrazioni e modifiche per alcune criticità dell’operativo pratico, non superate dai provvedimenti legislativi vigenti.


E’ emersa una realtà giudiziaria nazionale ancora troppo diversificata geograficamente con un nord-centro in buona posizione ed un centro-sud che arranca faticosamente per mettersi al passo.
Tuttavia è stato evidenziato che già il nostro PCT è un’eccellenza, all’avanguardia in Europa, auspicandosi, da parte di tutte le componenti, che nell’arco dei cinque anni di questa legislazione si possa cogliere la concreta possibilità di fare il salto definitivo ed irreversibile, vincendo ritrosie e imbarazzi iniziali, verso una giustizia moderna che si avvalga della strumentazione digitale e telematica, oggi disponibile e ancora da migliorare, per poter concentrare tutti gli sforzi e le competenze degli operatori sui reali problemi della gente, nei processi e sui contenziosi di cui viene chiesta una rapida soluzione.
L’imperativo è superare le difficoltà che non sono solo di investimenti e di tecnologie, ma anche organizzative e culturali, riorganizzando il lavoro di tutti gli operatori, a partire dalle cancellerie, fornendo adeguati strumenti operativi ai magistrati e formando il ceto professionale.
Queste sono le sfide da vincere.
Dal canto proprio il Ministro Guardasigilli, On. Andrea Orlando, ha affermato che non è previsto alcun rinvio, almeno per ora, per il d-day del processo civile telematico obbligatorio previsto per il 30 giugno prossimo: anche ammettendo una approfondita e attenta “riflessione” e un confronto con i «soggetti» interessati, per il momento l’orientamento è quello di escludere una proroga.
E non a caso il titolo dell’intervento del Ministro Orlando è: “L’obbligatorietà di non dimenticare”.

Avv. Roberto Di Francesco - Delegato di Cassa Forense

e Avv. Gennaro Torrese – Componente Comitato di Redazione CF NEWS

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