Elezioni Ordini

di Alessandro Di Battista - Andrea Pesci

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Entrambe devono trovare concreta attuazione, nessuna a scapito dell’altra, poiché tutte e due sono espressione della precisa volontà del legislatore che così si è espresso nella nuova legge professionale n. 247/12.Un principio importante, quello di cui sopra, che alla luce di alcuni risultati elettorali, riferibili alle consultazioni svolte nel vigore delle norme poi dichiarate illegali, non è stato rispettato almeno per quanto attiene alla tutela delle minoranze.Laddove infatti si sono presentate liste con un numero di candidati superiore al limite dei due terzi dei componenti da eleggere, si sono avuti risultati che fanno riflettere: scarti, non significativi, di voti tra vincitori e non, hanno portato a maggioranze totalitarie o quasi.Oltretutto nei casi di cui sopra si registra uno scollamento evidente dei Consiglieri attribuiti alle liste rispetto al rapporto percentuale dei consensi espressi a favore della lista più votata.Comprensibile quindi che il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, ben conscio di tali aspetti, abbia recentemente inviato una lettera a tutti i Presidenti dell’Ordine comunicando loro che, d’intesa con il Ministro della Giustizia, si cercheranno soluzioni di buon senso e anche nel segno di quel senso di responsabilità che è proprio della nostra professione.Soluzioni che devono riguardare i Consigli da eleggere (perché molti avevano rinviato il voto viste le pendenze giudiziarie sul regolamento), i Consigli eletti nei quali l’esito è stato impugnato proprio per la questione affrontata dal TAR nonché, a parere di chi scrive, i Consigli eletti nei quali non vi è stata impugnazione dell’esito elettorale se il risultato finale lede il principio di tutela delle minoranze, principio che non può essere sacrificato.Del resto come negare quanto saggiamente indicato dal Consiglio di Stato allorquando ha affrontato le questioni di cui trattasi in sede cautelare.


Infatti, proprio il Consiglio di Stato ha ricordato che la tutela della minoranza, in un Ente pubblico di carattere associativo quale certamente è un Consiglio dell’Ordine, è di fondamentale importanza poiché incide sul tema dell’imparzialità dell’Amministrazione. E’ quindi da augurarsi che chi dovrà prendere decisioni così importanti operi una scelta chiara ed indichi la strada per tutti ivi compresi i Consigli nei quali si è già votato laddove non sia stato assicurato, sino dal momento di presentazione delle liste elettorali (così come invece bene ha fatto per esempio Milano), il duplice principio ribadito dal TAR e cioè la tutela della rappresentanza di genere e quella della minoranze.Non è pensabile infatti che l’Avvocatura, chiamata ad affrontare, con grande impegno, il problema del regolamento elettorale, dimentichi quelle realtà nelle quali l’esito finale è frutto di norme che non avevano ragione di esistere e che infatti sono state dichiarate illegittime.

Avv.ti Alessandro di Battista e Andrea Pesci – Delegati di Cassa Forense

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