DATING ON LINE, LE INDICAZIONI DEL GARANTE DELLA PRIVACY

di Debora Felici

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Dal Garante per la protezione dei dati personali ci vengono fornite alcune indicazioni per tutelare la riservatezza delle informazioni raccolte dalle app di dating e dai siti per conoscere persone.

Accade spesso, purtroppo, che tali app e siti web raccolgano, trattino ed eventualmente diffondano informazioni che ci riguardano, anche di carattere molto sensibile, come ad esempio le abitudini sociali e gli orientamenti sessuali.

In quasi tutte le app di questo tipo ci viene chiesto di compilare il nostro profilo inserendo foto, la descrizione di noi stessi, informazioni relative all’età e all’attività professionale svolta. Alcune app, inoltre, consentono di condividere tali informazioni connettendosi direttamente agli account social come Facebook, Instagram o Spotify.

Perlopiù tramite questionari, le app acquisiscono informazioni di carattere personale o generale che ci riguardano e che consentono al sistema di generare percentuali di affinità tra gli utenti, così da segnalare e collegare i profili che hanno più probabilità di avere interessi in comune.

La maggior parte delle app di dating offre la possibilità di mettere like ai profili che troviamo interessanti. L’utente il cui profilo ha ricevuto il like scopre di chi lo ha messo mediante una funzionalità di solito a pagamento.

E’ spesso associato alla app un servizio di conversazione a mezzo chat e/o videochat privata e anonima. In caso di disturbo o mancato gradimento dell’utente con cui è intercorso il contatto, le app consentono di bloccare il profilo sgradito o molesto.

Dunque, come cercare “l’anima gemella” o nuove conoscenze sui siti di incontri senza correre rischi per la nostra riservatezza?

Il Garante ci ricorda che dobbiamo innanzitutto leggere attentamente l’informativa sul trattamento dei dati personali, per capire quanti e quali dati verranno raccolti, chi tratterà i dati e con quali finalità, per quanto tempo verranno conservati e con chi potranno essere condivisi.

Sarebbe inoltre preferibile, ci dice l’Autorità, usare uno pseudonimo o un nickname per le conversazioni, non pubblicare le nostre foto del profilo perché ciò ci rende facilmente riconoscibili a tutti, e usare un indirizzo mail diverso da quello abituale.

In quest’ottica, meglio evitare di collegare il profilo della app di dating a quelli dei social. Sempre sconsigliato -  e non soltanto nelle app di dating on line - memorizzare le coordinate di accesso di carte di credito e sistemi di pagamento.

Altra accortezze suggerite sono impostare password di accesso complesse e sicure - da cambiare spesso - controllare le impostazioni della privacy e disattivare le funzioni non essenziali per il servizio, limitando l’accesso alla memoria del dispositivo e ad alcune funzionalità (microfono, camera, geolocalizzazione, ecc.), nonché aggiornare periodicamente le app alle nuove versioni.

Il Garante ci mette in guardia sugli specifici rischi che comporta la condivisione di immagini personali, specie quelle con contenuto sessuale più o meno esplicito, perché i volti sono collegati a dati di natura molto delicata come quelli biometrici, che possono essere utilizzati da malintenzionati per reati come il sextortion (il ricatto sessuale on line), il revenge porn (cioè la diffusione di immagini compromettenti a scopo di diffamazione e vendetta) o il deep nude (la creazione di video falsi in cui soggetti con il nostro viso compiono atti sessuali espliciti).

In caso di inutilizzo della app per lungo tempo, infine, meglio disattivare l’account personale e chiedere la cancellazione dei dati registrati.


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