Avvocati: meglio genitori che professionisti
04/06/2020
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Indennità 600 euro, bonus baby sitter e contributi a fondo perduto
Le agevolazioni messe in campo dal governo in questa pandemia hanno impattato sulla triangolazione della professione di avvocato e hanno condotto ad una diagnosi precisa: essere genitori nel periodo covidiano è assolutamente più conveniente. O così, pare.
Prima, con il Decreto Cura Italia, i professionisti venivano esclusi dal bonus 600 euro se non iscritti esclusivamente alla propria cassa di previdenza obbligatoria.
Poi con il Decreto Rilancio, gli avvocati rimangono nuovamente fuori dalla platea dei destinatari dei contributi a fondo perduto ex art. 25. Ma anche questa professione, come altre, sebbene non ufficialmente sospesa, ha dovuto fare i conti con le tante chiusure e i tanti rinvii decisi in ambito giudiziario.
Esiste però una costante: dal 5 marzo e fino al 31.07.2020 gli avvocati, genitori di figli di età non superiore ai 12 anni, hanno diritto ad un bonus per l’acquisto di servizi di baby sitting nel limite massimo complessivo di 1.200,00 euro, utilizzabili anche per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l’infanzia o ai servizi socio educativi territoriali.
Un aiuto di modesto valore per chi si è dovuto avvalere della professionalità di baby-sitter ed educatori sin dall'inizio di marzo. Se venissero considerati i soli mesi di marzo, aprile e maggio (periodo non coperto dai servizi scolastici) a disposizione dei predetti soggetti spetterebbero, in media, 400 euro al mese, corrispondenti a 40 ore mensili di attività lavorativa da parte dei prestatori di lavoro (due ore al giorno). Questo perché il valore nominale di un voucher è fissato in 10 euro, per compensare attività lavorative di durata non superiore a un’ora. L’indennità è quindi utile e indispensabile ma non sicuramente sufficiente a sopperire alle spese.
Nel dettaglio il Decreto Rilancio ha confermato il bonus baby-sitter raddoppiandolo: l’indennità una tantum è aumentata da euro 600,00 a euro 1.200,00, erogabili in più richieste. Il medesimo Decreto ha apportato un’altra importante modifica: le somme riconosciute possono essere adoperate per pagare i servizi integrativi all’infanzia, come i centri estivi. Non resta che attendere apposita comunicazione dell’INPS circa la riapertura dei termini di presentazione delle domande ovvero non resta che attendere un correttivo, se oggetto di analisi saranno i contributi a fondo perduto.
Questi ultimi infatti spettano esclusivamente ai soggetti esercenti attività d'impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita IVA, con ricavi 2019 inferiori ai 5 milioni di euro e non iscritti a una Cassa privata. L'ammontare del contributo a fondo perduto è determinato applicando diverse percentuali (10, 15 e 20%) alla differenza tra l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
Tutto ciò significa che la professione, intesa quale attività per cui è necessaria l’iscrizione ad appositi Albi, resta reclusa ad attività secondaria. Questo meriterebbe, ancora una volta, una profonda riflessione da parte delle istituzioni pubbliche, soprattutto di quelle che per esempio elaborano gli studi di settore, quando si chiede al professionista un maggior impegno nel lavoro e nel pagamento delle corrispondenti imposte. Chissà quanti condividono lo stesso pensiero?
Dott.ssa Commercialista Fabiola Pietrella