Sostegno e sviluppo della professione

di Franco Smania

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Abbiamo incontrato l’Avv. Giorgi e le abbiamo posto alcune domande.

Presidente, quali obiettivi intende perseguire nel corso del suo mandato?
“L’Avvocatura italiana sta attraversando da tempo una sua crisi personale, precedente a quella che ha colpito l’intera società. Chi la rappresenta deve intervenire in modo efficace, per il sostegno e lo sviluppo della professione. La grave contrazione dei redditi della nostra categoria mina i principi di libertà, autonomia e indipendenza che sono le fondamenta della nostra professione, incidendo sulla qualità del servizio offerto al cittadino. L’AIGA è una delle associazioni maggiormente rappresentative dell’Avvocatura ed è nella sua essenza la difesa della fascia più giovane e numerosa della nostra categoria, quella in maggiore sofferenza”.
Gli interventi del Governo non hanno certo dato una mano…
“Anzi! Si è assistito ad un attacco crescente, da più fronti, nei confronti della categoria, vista come lobby tesa a salvaguardare i propri interessi e additata quale maggiore -se non unica- responsabile del proliferare dei processi e della loro durata. Eppure gli avvocati italiani versano ogni anno al Fisco oltre due miliardi di euro per la sola Irpef.Ciò nonostante, nemmeno il Ddl stabilità 2014 ha previsto una qualche forma di sostegno o di agevolazione a favore della categoria”.


…e il mercato pare non essere più in grado di soddisfare le necessità della categoria.
“Peraltro ritengo che ciò non dipenda solo da una saturazione dell’offerta.
Quest’ultima non ha saputo adeguarsi ai mutamenti sociali in atto da anni. L’obbligo della formazione permanente non è stato accompagnato dall’individuazione delle nuove aree che richiedevano l’intervento del professionista e pertanto delle conoscenze tecniche maggiormente richieste.
Il sistema di crediti formativi appare completamente slegato dalla vera finalità per cui venne pensato e non segue un progetto di rinnovamento della figura professionale. Risulta evidente la mancanza di un vero progetto di riforma dell’Avvocatura”.
Ma di recente è stata approvata la nuova legge professionale.
“Da questo punto di vista, un’occasione mancata. La legge di riforma forense, frutto di estenuanti discussioni e mille compromessi, non è certo riuscita nell’intento di delineare le caratteristiche dell’Avvocatura italiana contemporanea. Basti citare un paio di esempi. La delega al Governo per la disciplina dell’esercizio della professione in forma societaria di cui all’art. 5 è rimasta lettera morta, sicché gli avvocati non possono scegliere di adottare nuove forme di organizzazione dello studio.
La disciplina delle specializzazioni è stata rinviata a un Regolamento ministeriale da adottarsi entro il 02.02.2015, talché la ricerca di nuovi spazi di mercato e l’ammodernamento della nostra professione non costituiscono certo una priorità del legislatore”.


Veniamo alla previdenza forense. Qual è la posizione dell’AIGA?
“L’AIGA auspica una costruttiva collaborazione con l’Ente, a servizio dell'Avvocatura e, in particolare, di quella più giovane. Cassa Forense, per quanto le compete, dovrebbe fornire gli strumenti necessari per il cambiamento che oggi la società richiede all'Avvocatura, specie a chi vede lontano il proprio pensionamento, ma contribuisce ogni giorno a quello dei colleghi già in quiescenza”.
Cosa chiedono i giovani avvocati alla Cassa?
Il nostro ente previdenziale dovrebbe intervenire con contributi concreti in soccorso delle fasce più deboli, eliminando, o quanto meno riducendo, i numerosi ostacoli che frenano l’avvio di uno studio legale.
La grave crisi economica che stiamo attraversando, rischia di travolgere le nuove leve dell’Avvocatura. Servono urgenti interventi di sostegno dei giovani, che sempre più numerosi abbandonano la professione: il coinvolgimento di Cassa Forense in un progetto di agevolazioni, ferma restando l’esigenza di garantire la sostenibilità dei conti dell’ente nel medio-lungo periodo, consentirebbe di dare un segnale concreto di compartecipazione e solidarietà.
Spesso i giovani, anche nel territorio dal quale io provengo e che un tempo era considerato area felice, non sono nemmeno in grado di pagare alla Cassa i contributi minimi e chiedono di poter rateizzare i versamenti dovuti.
Un paio di mesi fa si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati della Cassa che a breve, si auspica, dovrebbe insediarsi. La giovane avvocatura chiede venga approvato al più presto il Regolamento di attuazione dell'art. 21 della legge di riforma forense e vengano adottate concrete misure volte ad agevolare chi ancora guarda con fiducia alla professione forense”.

a cura dell'Avv. Franco Smania - Delegato di Cassa Forense

 

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