Pensione "modulare": risparmio previdenziale sicuro
23/07/2012
Stampa la paginaParticolare rilievo, a tale riguardo, assume la contribuzione modulare volontaria che, per alcuni versi, si avvicina ad una forma di previdenza integrativa e di cui cercheremo di delineare le caratteristiche principali.
Il meccanismo, in realtà è molto semplice: ogni iscritto alla Cassa (i pensionati sono esclusi per Regolamento) può decidere volontariamente e anno per anno di destinare una quota del proprio reddito professionale, compresa tra l’1% e il 9%, al risparmio previdenziale, traendone anche un immediato beneficio in termini di deducibilità fiscale. Tutto quello che si versa a tal fine andrà ad accrescere il montante contributivo nominale che, al momento del pensionamento, si trasformerà in una rendita aggiuntiva da sommare a quella di base costituendo, con questa, un unico trattamento pensionistico.
Quali sono i vantaggi rispetto ad analoghi versamenti ad un fondo pensione privato?
E’ presto detto: oltre alla piena deducibilità fiscale, di cui si è già fatto cenno, c’è da considerare la totale retrocessione all’iscritto del capitale versato, in quanto la Cassa, non perseguendo fini di lucro, né sostenendo spese di gestione aggiuntive, può destinare al montante contributivo il 100% delle somme versate dal professionista, senza operare alcuna decurtazione. Ma non è tutto, in quanto il rendimento riconosciuto a tale montante sarà pari al 90% del rendimento del patrimonio netto della Cassa, riferito all’ultimo quinquennio, con la garanzia di un interesse minimo, comunque riconosciuto, dell’1,5%. In altre parole non solo è assicurata all’iscritto la retrocessione dell’intero capitale, ma anche un interesse minimo garantito dell’1,5%.
A tutto questo va aggiunta la grande flessibilità che è stata data all’istituto, con la previsione di una aliquota di contribuzione volontaria non fissa nel tempo ma variabile anno per anno o, addirittura, all’interno dello stesso anno. L’adesione, che va manifestata mediante una opzione da operare in sede di invio telematico del Mod. 5, potrà essere, infatti, variata nella percentuale scelta, entro il 31 dicembre dello stesso anno, in sede di stampa dei bollettini M.Av. per eseguire il pagamento. Da quest’anno, inoltre, la variazione dell’aliquota in sede di pagamento potrà essere effettuata sia in diminuzione che in aumento rispetto alla opzione operata in sede di Mod. 5. Resta ferma, viceversa, l’impossibilità di un ripensamento nel corso dello stesso anno nel caso in cui, in sede di Mod. 5, si sia esercitata l’opzione negativa rispetto alla volontà di aderire al nuovo istituto.
Purtroppo il primo anno di applicazione dell’istituto è coinciso con la grave crisi economica che ha colpito il Paese e non ha certo contribuito ad incoraggiare l’adesione da parte degli iscritti.
Nonostante ciò un primo segnale di apprezzamento è venuto dai circa 5.800 iscritti che hanno effettuato versamenti volontari entro il 31/12/2011 per un importo complessivo di oltre 2,5 milioni di euro.
Concludiamo con una buona notizia, intanto, che riguarda i versamenti modulari pervenuti con riferimento all’anno 2010. Al 31/12/2011, il rendimento loro riconosciuto è del 3,63% (90% del rendimento netto del patrimonio della Cassa nell’ultimo quinquennio).
Per i quasi 6.000 professionisti che hanno eseguito i versamenti modulari volontari a fine 2011, invece, il rendimento verrà determinato a fine anno 2012, ma non sarà distante da questa percentuale. Davvero un buon investimento!
Michele Proietti - Vice Direttore Generale di Cassa Forense