Le aspettative della giovane avvocatura
23/04/2013
Stampa la paginaNumeri che non possono essere ignorati o disattesi perché pretendono particolare attenzione. Attenzione che deve essere tradotta in forme di tutela adeguata.
L’avvocatura solo 25 anni fa contava circa ¼ dei numeri attuali e l’aumento vertiginoso degli avvocati ha comportato, obtorto collo, una trasformazione significativa della professione forense. E’ cambiato profondamente il mondo ed è cambiata profondamente la professione forense. C’è il sospetto che la nostra professione sia cambiata in peggio, tanto nella deontologia quanto nella formazione, quanto soprattutto nella considerazione di cui si gode nella società civile. Soprattutto è cambiata l’area del diritto in cui si opera, poiché ad un aumento vertiginoso della complessità del diritto (e dunque con una maggiore responsabilità) non ha fatto seguito un proporzionato aumento della redditività. Anzi, in un periodo di enorme crisi, economica e morale, la redditività ha avuto sensibili riduzioni, accompagnata da maggiori oneri (si pensi solo alla r.c. professionale o ai maggiori oneri previdenziali o ad un prelievo fiscale ben maggiore).
Ciò induce ancor di più a prestare attenzione alla giovane avvocatura posto che l’avvocatura consolidata (quella prossima alla pensione o già in pensione) ha goduto di privilegi e comunque di un mondo che non c’è più. Lo scenario è gradualmente mutato ed oggi è allarmante.
L’avvocatura ha assistito in pochi mesi a 3 momenti fondamentali: a) il primo, un inaudito ed indecente attacco trasversale politico volto a ridimensionare l’avvocatura, la sua autonomia (si pensi solo agli attacchi agli enti di previdenza privati ed autonomi) e a degradare l’area di mercato, mediante riformicchie a singhiozzo, di dubbia legittimità e destrutturando il sistema stesso della giustizia (nonché demolendo il sistema di tutela dei diritti); b) il secondo con l’ultima riforma della previdenza forense (settembre 2012) imposto dallo stress test volto a garantire la sostenibilità cinquantennale tra entrate ed uscite; c) il terzo con la nuova legge della professione forense, volto a sancire principi di salvaguardia dell’avvocatura ma con vari passaggi che dovranno necessariamente essere modificati per eliminare le tante disparità di trattamento tra “giovani” e “anziani”. Tutto ciò si è inserito in un contesto economico gravissimo.
Quanto basta per disorientare l’avvocatura più “debole” ossia quella più giovane e composta da donne. Che, forte dei numeri, pretende che si affrontino vari punti irrisolti che rischiano di creare enormi diseguaglianze. Intanto i “giovani” si aspettano pensioni non solo certe ma anche eque. Ciò sarà garantito con la nuova riforma che ha avvicinato moltissimo il modello retributivo vigente al modello contributivo ma senza sacrificare l’assistenza. L’assistenza sarà a breve fortificata col nuovo Regolamento dell’assistenza, in un momento cruciale.
La necessaria aspettativa è però quella di riequilibrare il passato, nel quale sono state erogate pensioni generose, con il futuro senza lasciare i debiti solo ai giovani. Si deve dunque colmare il debito previdenziale accumulato cercando di arginare il dogma dei diritti quesiti.
Un’altra aspettativa è di avere adeguati spazi di mercato, giungendo alla regola della contestuale cancellazione dall’albo per chi va in pensione. Oltre ad avere una Cassa Forense sempre di più trasparente ed efficiente. Questo quanto alla previdenza.
Quanto al resto, l’avvocatura più debole pretende che vengano rimosse diseguaglianze e sbarramenti finalizzati ad impedire un ricambio della governance e volute per consolidare posizioni professionali di potere (con riferimento alla legge forense, dalla formazione sino all’iscrizione all’albo dei Cassazionisti in modo più rigoroso che però fa salvi 45.000 colleghi già cassazionisti, giusto per citare qualche esempio).
Una cosa è certa: la professione forense è di estrema delicatezza ed importanza per essere accessibile senza il dovuto rigore, le dovute motivazioni, competenze e capacità. Ma ciò deve valere per tutti, giovani ed anziani.
Avv. Marcello Adriano Mazzola - Delegato di Cassa Forense