L'avvocatura: una parte fondamentale della giurisdizione che si va impoverendo

di Andrea Pesci

Stampa la pagina

Inoltre, vi è anche una ripartizione dei volumi d’affari per area geografica: nord, centro, sud e isole.
Infine è apprezzabile il dato nazionale.
L’esame della tabella riepilogativa del volume d’affari medio dichiarativo ai fini Iva, per l’anno d’imposta 2011, degli iscritti alla Cassa non lascia dubbio alcuno: gli avvocati si vanno, neppur troppo lentamente, impoverendo.
Prova ne sia che il nord, considerato, a giusta ragione, la zona più ricca del nostro paese, ha un dato estremamente significativo su cui riflettere: le colleghe dichiarano mediamente € 51.172,00, i colleghi € 134.345,00, per un volume d’affari medio, ai fini Iva, complessivamente al di sotto di € 100.000,00 e cioè € 94.510,00.
I dati riferibili al nord dimostrano che, sempre ragionando in termini di media, la categoria degli avvocati non è certo ricca neppure in quella parte più produttiva ed economicamente più vicina all’Europa del nostro paese.
Il dato relativo all’impoverimento trova conferma se si analizzano anche le situazioni dei volumi d’affari Iva del centro e del sud con le isole.
Il volume d’affari medio ai fini Iva del centro è di € 77.618,00 (€ 39.189,00 per le colleghe e € 108.292,00 per i colleghi), mentre per il sud e le isole è di appena € 44.686,00 (€ 25.885,00 per le colleghe e € 56.208,00 per i colleghi).
I dati del centro e delle isole sono davvero preoccupanti e non possono certo essere spiegati richiamandosi semplicemente al famoso binomio evasione fiscale – evasione contributiva.


Può darsi che vi siano sacche di evasione, ma la realtà è che, anche a volerle considerare, la situazione economica degli avvocati in queste zone del paese non è certo rosea.
Oltretutto, non possiamo dimenticare che stiamo parlando di volume d’affari Iva e quindi il dato reddituale vero e proprio è senz’altro più basso.
Non solo, ma giova evidenziare che il dato riguarda l’anno 2011 e sappiamo bene che nel 2012 sono entrati in vigore i parametri (assai peggiorativi rispetto alle tariffe) ed è logico presumere che questi ultimi abbiano finito per incidere negativamente sulla situazione economica degli avvocati i quali, con il sistema parametrico, hanno certamente incassato compensi inferiori rispetto al periodo precedente.
Del resto, anche a voler considerare il volume d’affari medio più alto in assoluto, quello dell’Alto Adige, può rilevarsi che l’importo relativo non è certo di natura eccezionale dal punto di vista economico, risultando pari ad € 119.506,00.
Senza considerare infine che regioni tradizionalmente considerate ricche, o quantomeno benestanti, caratterizzate comunque da una forte densità produttiva e anche da ricchezze naturali che consentano turismo significativo, si pensi per esempio all’Emilia Romagna o alla Toscana, registrano dati davvero preoccupanti.
La Toscana, per esempio, ovverosia il distretto ove lo scrivente risulta essere eletto, vanta addirittura un volume medio d’affari ai fini Iva inferiore al dato del centro Italia e ciò sia per le colleghe, sia per i colleghi, sia per il dato complessivo.
Vero è che i dati di cui trattasi meritano ulteriori approfondimenti anche per capire un aspetto importante e cioè come i redditi vengono poi a ripartirsi tra gli avvocati, ma è altresì vero che una conclusione, non facilmente smentibile, può già trarsi: gli avvocati vanno perdendo fette significative di reddito.
Ciò deve far riflettere molto tenuto conto che si parla di una categoria professionale con caratteristiche particolari in quanto parte essenziale della giurisdizione.

Avv. Andrea Pesci - Delegato Cassa Forense

Altri in PREVIDENZA