I numeri dell'Avvocatura 2016
08/02/2017
Stampa la paginaI redditi dell’avvocatura, dopo un lungo periodo di persistente contrazione sono tornati a crescere. È quanto ci dicono le ultime dichiarazioni reddituali che nell’anno 2016 i professionisti italiani hanno presentato al fisco e che, contestualmente, hanno comunicato alla Cassa Forense attraverso la compilazione del cosiddetto Modello 5 2016. La crescita ha riguardato in particolare i professionisti con redditi poco elevati, le donne e coloro che risiedono in regioni tradizionalmente a basso reddito.
Come si evince dalla Tabella 1 il reddito professionale medio prodotto nell’anno 2015 dagli avvocati iscritti alla Cassa Forense è stato in media pari a euro 38.385, superiore di oltre due punti percentuali (+2,3%) rispetto a quanto dichiarato nell’anno precedente. Medesimo comportamento si osserva nel fatturato ai fini Iva dove viene mostrata una crescita rispetto all’ultimo anno di una percentuale dell’1,3%.
Che il reddito sia tornato a crescere è sufficiente per dire che la crisi economica che ha colpito la categoria degli avvocati sta volgendo al termine? Forse è opportuno rispondere con le dovute cautele ed attendere i dati del prossimo anno, nel frattempo sicuramente può essere di interesse approfondire come il reddito degli avvocati sia variato non solo nel suo valore medio ma anche in relazione alle caratteristiche demografiche del dichiarante ovvero alla dislocazione territoriale in cui si svolge l’attività professionale.
In primis, nella Tabella 2, dove si riporta la distribuzione del reddito degli avvocati per fasce di importo si evince la forte variabilità del reddito intorno alla media con maggiore concentrazione nelle classi di reddito medio – basso. Circa l’80% degli avvocati dichiara un reddito inferiore alla media (tale percentuale è invariata rispetto allo scorso anno), il 7,2% non ha prodotto reddito (lo scorso anno tale percentuale era superiore all’8%), solo il 7% circa ha avuto redditi molto alti (superiori a 100.000). Infine esiste ancora una quota di professionisti che non ha inviato il modello dichiarativo 8,6%, (8,9% nel 2014).
Nella Tabella 3 si riporta invece il reddito e il volume d’affari prodotto nel 2015 dagli iscritti alla Cassa, distinti con riferimento all’età e al genere del dichiarante.
Un giovane avvocato agli inizi della carriera dichiara in media 10.000 euro circa, mentre un avvocato prossimo al pensionamento, dichiara un reddito superiore ai 70.000 euro. Gli avvocati di sesso maschile realizzano guadagni di gran lunga superiori rispetto alle loro colleghe, tuttavia nel 2015 l’aumento del reddito ha riguardato in modo particolare le donne che passano da 22.070 euro medi del 2014 a 22.772 euro del 2015 (+3,2%) mentre i colleghi uomini passano da un reddito di 51.503 euro del 2014 a 52.763 euro del 2015 (+2,4%). Si è rilevato inoltre i maggiori incrementi di reddito sono stati più rilevanti nelle età più giovani per le donne e nelle età più mature per gli uomini.
In ultima analisi, nella Tabella 4 si riporta la distribuzione del reddito in base alla regione d’appartenenza del dichiarante, distinto per uomini e donne. Dalla distribuzione territoriale emerge in primis la forte dicotomia tra Nord e Sud: tutte le regioni del Nord hanno redditi superiori al valore medio nazionale di 38.385 euro mentre tutte le regioni del centro - sud, fatta eccezione per il Lazio, hanno redditi inferiori a tale valore medio. Le regioni a più elevato reddito sono la Lombardia e il Trentino Alto Adige, mentre quelle con valori reddituali più bassi sono Calabria e Molise. Tuttavia rispetto allo scorso anno è proprio nelle regioni del centro - sud che si registrano i maggiori incrementi in particolare la regione Molise con +9,3%, la Sardegna con +5,7% e le Marche con +5,4%, mentre, al contrario, in alcune regioni dove notoriamente i professionisti dichiarano redditi elevati si evidenzia nel reddito 2015 una certa stagnazione, come per la Liguria dove il reddito professionale si è ridotto del 2,8% rispetto allo scorso anno o il caso del Trentino dove con una crescita dello 0,4% ha mantenuto il valore di reddito praticamente invariato rispetto allo scorso anno.
Tirando le somme dunque, emerge che, anche nelle dichiarazioni rilevate da Cassa Forense nell’ultimo anno, i redditi degli avvocati italiani confermano le note caratteristiche di variabilità territoriale, di genere e di età ma dopo un lungo periodo di consolidata contrazione mostrano una certa ripresa in particolare per le fasce di reddito più basso e per le donne. Il cambiamento di tendenza riferito ad un solo anno dichiarativo non consente di fare pronostici attendibili per il futuro ma fa ben sperare.
Dott.ssa Giovanna Biancofiore - Attuaria di Cassa Forense