Controllo e gestione del patrimonio
18/05/2012
Stampa la paginaLa discussione può trovare una corretta soluzione laddove, al di là di un distinguo meramente nominalistico, sia chiaro che si deve giungere ad una soluzione che garantisca l’equivalenza tra i contributi versati e la prestazione riconosciuta dall’ente, al fine di non generare poste di debito. Tale discussione è stata indotta da una variabile, il rischio “normativa”, particolarmente incidente nel sistema Italia, a causa del quale non è possibile svolgere progetti a medio – lungo periodo, per la imprevedibile modifica del quadro normativo nel quale ci si trova ad operare. Così anche altri rischi possono incidere negativamente sul sistema previdenziale: il rischio legato al mutamento della aspettativa di vita della platea degli iscritti con una maggior incidenza sull’onere delle prestazioni, il rischio legato alla diminuzione della capacità contributiva degli iscritti, rischi entrambi di grave attualità per il sistema Cassa Forense. Altro ancora e non di minore importanza, il rischio legato alla gestione del patrimonio.
Il nostro patrimonio, generato dalla contribuzione di tutti gli iscritti, rappresenta il risparmio professionale degli avvocati italiani e deve esser garanzia delle prestazioni dovute dall’ente.
Negli ultimi anni, la gestione dei patrimoni delle Casse previdenziali private è stata al centro dell’attenzione, oltre che della stampa, della Commissione di vigilanza bicamerale e dei Ministeri vigilanti, tanto da indurre il Governo a affidare il controllo di tale gestione alla Covip, organismo già ben rodato nella vigilanza dei Fondi Pensione.
Nell’ambito di quella attività di vigilanza, la Covip ha emanato, il 16 marzo u.s. una propria delibera, intervenendo nella definizione delle politiche di investimento delle forme pensionistiche complementari.
Le disposizioni mirano a razionalizzare e semplificare il processo di programmazione e di attuazione della politica di investimento, lasciando ampia libertà della scelta dei mezzi più opportuni per raggiungere le finalità perseguite; le disposizioni delineano quattro fasi: la programmazione degli obiettivi da raggiungere, l'attuazione del piano finanziario, la misurazione e la valutazione dei risultati, la revisione periodica del programma originario.
Se è vero che tali regole sono destinate ai fondi pensione di secondo pilastro, è altrettanto vero che nei prossimi mesi l' attenzione della Covip si focalizzerà sulle modalità di gestione dei patrimoni delle Casse previdenziale private e, con esse, di Cassa Forense.
La delibera Covip del marzo, quindi, si rappresenta quale canovaccio sul quale disegnare la definizione delle politiche di investimento delle Casse Previdenziali private o privatizzate, nella rappresentazione delle specificità dei sistemi di previdenza obbligatoria.
Il nuovo sistema di vigilanza è stato accolto, inizialmente, con poco entusiasmo dai diretti interessati, ma la considerazione che il fondamentale rilievo sociale dei sistemi previdenziale debba esser soggetto ad un corretto controllo, pur nel rispetto dei principi di autonomia che ne devono caratterizzare la gestione, deve indurre ad un diverso atteggiamento, in quanto pare indubbio possa esser di maggior utilità anticipare i tempi e considerare la delibera Covip, e la stessa vigilanza, una opportunità per la verifica della bontà del modello del quale, nello specifico, Cassa Forense ha voluto dotarsi.
Così, abbiamo ritenuto di proporre tale riflessione nell’ambito della Giornata della Previdenza, che si è tenuta a Milano presso il palazzo della Borsa lo scorso 10-12 maggio.
L’ incontro è stato proposto ad una platea di specialisti del settore, con l’ ambizione di aprire un confronto tra la Covip e il mondo delle Casse, in particolare Cassa Forense, nella rappresentazione dei diversi punti di vista, nell’ottica di una proficua reciproca collaborazione.
La analisi della delibera Covip del marzo scorso e la comparazione del modello che emerge da quella delibera con le modalità di investimento che Cassa Forense ha saputo individuare nello scorso biennio, hanno portato alla considerazione che la recente attenzione, dal 2007 ad oggi, dei vertici di Cassa Forense al processo di investimento del patrimonio ed il modello che ne è seguito non necessita di alcuna sostanziale correzione per esser coerente con il sistema disegnato da Covip, anche se, ovviamente, deve esser sottoposto a un continuo monitoraggio ed ad alcune integrazioni. Devono infatti esser meglio ben definiti gli ambiti di responsabilità dei soggetti coinvolti nei vari momenti dalla prima definizione dell’assett allocation alla scelta dei singoli investimenti, e deve esser sciolto il nodo della separatezza tra questi e quanti chiamati al controllo.
L’incontro è stato introdotto e moderato dal nostro presidente, il quale ha illustrato le modalità di investimento della Cassa Forense, che si avvale di un Comitato investimenti, di un ufficio finanza e di advisors, secondo le linee programmatiche fissate nell’asset allocation triennale per poi evidenziare l’utilità di un modello unico per tutte le Casse, secondo canoni di efficienza e trasparenza, così anticipando il contenuto della delibera COvip di cui oggi si discute.
L’avv. Tais, per Covip, ha illustrato le linee essenziali della delibera Covip; l’analisi e la comparazione con il sistema delle Casse Previdenziali è stata esposta dal dott. Squarzoni di Prometeia; il prof. Riemen della Federation of Ducht Pension Funds ha portato l’esperienza dei fondi olandesi (circa 800 miliardi di asset gestiti!) nel controllo e nell’analisi dei rischi di un sistema previdenziale; il dott. Catanzaro di Bnp Paribas ha illustrato la centralità della banca depositaria; ha concluso i lavori l’autore di questo breve resoconto, ricordando come semplicità e trasparenza sono i cardini sui quali si è fondata e si fonda la buona amministrazione di Cassa Forense, prospettando l’impegno in un continuo dialogo con Covip, ed auspicando la condivisione con le altre Casse previdenziali, nella costruzione e gestione di un modello per la programmazione e la attuazione delle politiche di investimento del patrimonio a noi affidato dai nostri consociati.
Vittorio Minervini - Consigliere di Amministrazione di Cassa Forense