Come cambiano i numeri dell'Avvocatura
19/09/2016
Stampa la paginaMa cosa sta accadendo nel mondo dell’avvocatura ? E soprattutto quali sono gli effetti di tale fenomeno ?
Quanti avvocati
Ci sono troppi avvocati! E’ una delle frasi che si sente pronunciare spesso anche dagli stessi avvocati, senza avere ben chiaro che il troppo è sempre relativo rispetto ad un limite prefissato. Quindi qual’è questo limite? Sono forse troppi rispetto alle altre professioni? In realtà ci sono professioni più numerose e altre meno numerose. Sono forse troppi rispetto al passato? Sicuramente la professione è numericamente molto crescita negli ultimi decenni, ma già nel 1921 Piero Calamandrei scriveva “Troppi avvocati” (Quaderni della voce) però riferendosi a numeri meno importanti di quelli attuali. Sono forse troppi rispetto altri paesi europei? Sicuramente si ma ogni fenomeno andrebbe contestualizzato nel sistema giuridico ed economico in cui opera.
Ma qual è veramente la realtà dell’avvocatura italiana?
I dati della Tabella 1 - per visualizzare clicca qui - ci indicano che gli avvocati italiani iscritti agli albi forensi, negli ultimi trenta anni sono quasi triplicati, passando da circa 90.000 professionisti del 1996 a quasi 240.000 nel 2015.
Emerge, tuttavia, che l’incontrollato aumento del numero di avvocati in Italia sembra essere un fenomeno ormai appartenere al passato; negli ultimi anni la crescita del numero di avvocati si è notevolmente ridimensionata.
Il tasso medio annuo di crescita dell’ultimo triennio 2013–2015 ha raggiunto livelli estremamente contenuti e comunque inferiori al 2%; rispetto ad un trascorso in cui si era registrato un tasso medio di crescita superiore al 6% con punte massime del 9 – 10% .
Tale crescita è risultata ancor più evidente dal fatto che l’aumento del numero degli avvocati non è andato di pari passo con la naturale dinamica della popolazione italiana che, invece, ha mostrato nello stesso periodo una tendenziale stazionarietà numerica. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è rimasta quasi pressoché invariata.
Pertanto i due fenomeni se messi in relazione hanno prodotto un rilevante aumento dell’incidenza di professionisti legali sulla popolazione italiana. Difatti, mentre nel 1986 erano presenti circa 1,5 avvocati ogni mille abitanti, nel 2015 sono presenti ben 3,9 avvocati ogni mille abitanti!
Se ne conclude che la forte incidenza di avvocati sulla popolazione a cui oggi assistiamo è conseguenza non solo della crescita del numero dei professionisti ma anche della stazionarietà numerica della popolazione italiana.
Sempre meno giovani
Oggi però il fenomeno, quasi a seguire una sorta di logica autodisciplinante, si sta forse spontaneamente ridimensionando, basti dare un’occhiata alla numerosità dei nuovi contingenti di professionisti o dei giovani potenziali nuovi avvocati.
La Tabella 2 – per visualizzare clicca qui - conferma in modo evidente che si và verso un ridimensionamento dei nuovi professionisti forensi: dopo un rilevante aumento del numero dei laureati in giurisprudenza, osservato nei primi anni duemila con una media di circa 25.000 nuovi laureati all’anno, si osserva negli ultimi anni un forte calo di nuovi laureati con contingenti numerici ridotti a circa 15 – 16.000 laureati all’anno.
Tale calo ha già avuto riflessi sull’andamento dei nuovi giovani che iniziano la pratica forense che sono passati da oltre 23.000 nel 2005 a circa 13.000 nel 2012 (ultimo anno disponibile) e sui nuovi avvocati che si iscrivono per la prima volta all’albo professionale: questi ultimi sono passati da valori molto elevati registrati nel 2008 pari a oltre 14.000 unità, ai valori registrati nel 2015 con circa 9.000 nuove iscrizioni.
Emerge pertanto che, sia per ragioni demografiche sia per scelte accademiche alternative da parte dei giovani italiani, si manifesterà una spontanea contrazione numerica delle generazioni di futuri avvocati.
Sulla base dei questi dati, le previsioni ci indicano che nel 2050, tempo relativamente breve quando si parla di equilibri previdenziali, la popolazione forense avrà una struttura per età simile a quella riscontrata oggi nella popolazione italiana con un numero di giovani pari se non inferiore al numero di anziani.
Tale situazione deve essere opportunamente affrontata per evitare condizioni sfavorevoli alla salvaguardia degli equilibri previdenziali della Cassa Forense, sistema in cui le pensioni vigenti sono pagate con i contributi versati da chi è in attività.
Avvocati sempre più anziani
Gli avvocati rappresentano oggi, al pari della popolazione italiana, una categoria che sta inesorabilmente invecchiando come si rileva dal grafico che segue – per visualizzare clicca qui - in cui si riporta l’andamento dell’età media degli avvocati iscritti alla Cassa Forense (non essendo disponibile il medesimo dato per gli iscritti agli albi).
Negli ultimi dieci anni l’età media di coloro che svolgono la professione e non sono ancora pensionati è aumentata di circa 2 anni ed è passata da circa 42 anni del 2005 a oltre 44 del 2015, ma sarebbe stata anche più alta se non ci forre stato l’afflusso di 50.000 nuovi avvocati a seguito della riforma professionale che ha prodotto unna riduzione dell’età media nell’anno 2014.
Se ne conclude quindi che oggi il progressivo "invecchiamento relativo" della popolazione italiana, sta manifestando i suoi effetti anche nel mondo delle professioni con un coinvolgimento anche per l’avvocatura italiana.
Malgrado il numero degli avvocati sia levato se confrontato con quello degli altri paesi europei, negli ultimi anni si rileva che il numero dei potenziali nuovi professionisti si è drasticamente ridotto (immatricolati e laureati in materie giuridiche).
Tale fenomeno produrrà inevitabilmente un ridimensionamento del numero dei professionisti con effetti poco favorevoli dal punto di vista previdenziale anche a causa delle ridotte potenzialità reddituali della categoria in particolare nelle fasce di età più giovane su cui grava l’onere delle pensioni.
E' opportuno dunque che le politiche di intervento a sostegno e a garanzia della qualità professionale vengano affrontate nella consapevolezza delle descritte caratteristiche demografiche ed economiche della categoria e a quali potenziali cambiamenti essa sarà in futuro sottoposta.
di Giovanna Biancofiore - Ufficio Attuariale di Cassa Forense