Cassa Forense oggi

di Sergio Cellini

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Partiamo ad esempio dal personale, agli occhi dei più lo spesso biasimato ex dipendente pubblico. Nonostante negli ultimi sei anni il numero degli iscritti, e quindi indirettamente del volume delle pratiche, sia aumentato del 38%, il numero dei dipendenti a tempo indeterminato è rimasto esattamente lo stesso. Questo sia grazie al miglioramento dell’organizzazione (ora disegnata per processi, per buona parte anche già informatizzati in modo tale da seguire le singole pratiche dall’inizio alla fine), sia grazie alla significativa rivoluzione dei sistemi informatici: da quest’anno contabilità e finanza, immobiliare, personale e acquisti già girano integrati fra loro su SAP, soluzione leader mondiale del settore, che il prossimo anno, una volta a regime anche la parte istituzionale, permetterà a Cassa Forense di essere assolutamente all’avanguardia.
Ma soprattutto grazie all’impegno e allo sforzo personale dei 277 dipendenti a tempo indeterminato, la risorsa più importante all’interno dell’ente, caratterizzata da un alto profilo di istruzione (23% di laureati e 63% di diplomati), con un’età media di 46 anni, per il 60% donne, che sono anche più della metà dei dirigenti. L’operatività dell’ente si sviluppa attraverso due aree strategiche - quella istituzionale (contributi, pensioni, assistenza e call center) e quella patrimoniale (mobiliare e immobiliare) - supportate dalle funzioni di staff al servizio di entrambe (legale, IT, personale, acquisti, segreterie e centro studi). Negli ultimi anni il costo del personale rispetto ai ricavi è significativamente diminuito, passando dall’1,62% del 2008 all’1,19% del 2011, a conferma del migliorato impegno, efficienza e produttività.


Anche i costi di struttura, che includono tutte le spese operative della Cassa, compreso il costo degli organi collegiali, sono stati ridotti e contenuti: nel 2011 rappresentavano solo l’1,73% dei ricavi, rispetto al 2,45% del 2008.
Restando nell’ambito dei miglioramenti della gestione si evidenzia che, sia grazie agli effetti della riforma del 2009, sia grazie ad un’operatività più efficiente e focalizzata, l’avanzo di gestione supera da due anni i 500 milioni di euro (€ 549m nel 2011), più che raddoppiato rispetto agli anni precedenti, nonostante gli accantonamenti per potenziali perdite su titoli, in realtà virtuali essendo gli stessi ancora in portafoglio, dovute alle severe regole di contabilizzazione di legge.
Per quanto riguarda il patrimonio, che ormai supera 5 miliardi di euro, riteniamo che sia gestito con prudenza e oculatezza, e soprattutto senza avventure. Continuando l’azione intrapresa alcuni anni fa, si sta ormai concludendo l’implementazione di alcune procedure di governance, già soddisfacenti e all’avanguardia, in parallelo con specifiche azioni di rafforzamento delle procedure di internal auditing, dell’organo di vigilanza, del codice etico e della Legge 231.
Va ricordato che Cassa Forense ha adottato, per prima fra le casse privatizzate e già da quattro anni, il modello dell’Asset Liability Management (ALM) per una gestione del patrimonio parametrata all’andamento e alla dimensione delle passività future (prestazioni previdenziali ed assistenziali), con contestuale gestione non solo di un rendimento commisurato al rischio, ma anche del rischio inflazione, del rischio tasso e del rischio liquidità, variabili oggi sempre più critiche.
A giugno 2012, circa l’87% del patrimonio era in investimenti mobiliari e circa il 13% in immobili posseduti direttamente. All’interno degli investimenti mobiliari ben il 62% era costituito da titoli obbligazionari, un po’ più del 21% in titoli azionari ed il 17% da altri investimenti, soprattutto liquidità, private equity e fondi di real estate e infrastrutture.


In pratica, facendo riferimento alle classificazioni internazionali, meno del 25% del patrimonio complessivo (azioni, private equity e commodities) è da considerarsi “satellite”, cioè, semplificando, maggiormente rischioso a fronte di un rendimento atteso più elevato, mentre ben il 75% è in investimenti “core”, cioè a basso rischio e a minore redditività.
Cassa Forense non investe in fondi hedge, in derivati e in strutturati, al fine di garantire la massima trasparenza dei propri investimenti, come del resto ha fatto anche negli anni passati. Con lo stesso obiettivo prevede di fare partire nel prossimo anno un proprio fondo immobiliare, per sfruttare meglio le opportunità di investimento e allo stesso tempo gestire più efficacemente il patrimonio esistente.
Come noto, la legge “Salva Italia” ha imposto alle Casse privatizzate di allungare in modo significativo il periodo di sostenibilità, portandolo da 30 a 50 anni (era di 15 anni pochi anni fa), con riferimento al solo saldo previdenziale, escludendo quindi i rendimenti del patrimonio (salvo limitati periodi intermedi). Grazie alla riforma deliberata a inizio settembre dal Comitato dei Delegati, che ha integrato quella ben più importante del 2009, la Cassa è certa di garantire tale sostenibilità, senza peraltro danneggiare le generazioni più giovani.
Sul fronte istituzionale, come detto, si stanno facendo notevoli sforzi per ridurre i tempi amministrativi di tutti procedimenti. Purtroppo, per quanto l’informatica venga e verrà sempre più in soccorso, una serie di adempimenti e verifiche non possono che essere manuali e ciò, anche a causa del continuo incremento degli iscritti, non ci fa rispondere nei tempi che vorremmo.
Sono comunque stati raggiunti buoni risultati sul fronte di tutte le tipologie di domanda di pensione, ormai a regime, e di iscrizioni e cancellazioni, con arretrato poco più che fisiologico. Restano da fare progressi sulle ricongiunzioni e soprattutto sulle domande di rimborso che, a causa della personalizzazione delle singole situazioni, hanno ancora un arretrato considerevole, sia pure in contenimento. La riduzione dei tempi di rimborso a tempi accettabili è uno degli obiettivi prioritari del biennio 2012-2013.


Nel processo di sempre maggiore informatizzazione è inoltre giunto ormai quasi a regime l’invio telematico del Mod. 5, inoltrato via web da circa 200 mila iscritti agli albi. A parte le difficoltà registrate nelle 48 ore precedenti la scadenza - su cui abbiamo lavorato (raddoppio di banda) e continueremo a lavorare (upgrade dell’hardware), comunque non completamente risolvibili a causa dell’eccezionalità del picco e dello scarso successo degli inviti a non ridursi all’ultimo giorno - il progetto ha avuto grande impatto in termini di efficienza e qualità dei dati.
La migliore e più tempestiva qualità dei dati ci permette fra l’altro sia maggiore puntualità nello smaltimento delle pratiche, sia maggiore efficacia nel recupero crediti, sul quale è partito nelle scorse settimane uno specifico progetto, in collaborazione costruttiva con Equitalia.
Cambiamenti importanti sono avvenuti e stanno avvenendo. Abbiamo il dovere di renderli visibili, sia per correttezza nei confronti di tutti i nostri interlocutori, sia per obbligo di contemporaneità della Cassa. In questo senso, siamo al lavoro anche per rinnovare la forma e le espressioni attraverso cui facilitare il nostro dialogo ad ogni livello di interlocuzione. Con il sessantennale tutto il profilo identitario di Cassa Forense verrà aggiornato in termini di rappresentazione e, di conseguenza, anche questa newsletter, così come “La Previdenza Forense”, saranno riproposte con una nuova veste grafico-editoriale.
Il nostro sforzo è importante e su tutti i fronti. Ci auguriamo che venga apprezzato, ma soprattutto che risulti tangibile nel miglioramento della qualità dei servizi che la Cassa offre ai propri iscritti, che è il nostro primo e più ambizioso obiettivo.

Sergio Cellini - Direttore Generale di Cassa Forense

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