Strategie per fronteggiare la crisi e politiche per la crescita: l'accesso dei professionisti ai fondi europei
22/02/2016
Stampa la paginaLa prima sessione, dal tema “L’apertura dei fondi europei ai professionisti nel piano delle politiche per la crescita”, ha visto in apertura l’intervento introduttivo del Presidente di Cassa Forense e Vice Presidente Vicario AdEPP, Nunzio Luciano, seguito dall’intervista di Francesco Giorgino ad Antonio Tajani, Presidente Vicario del Parlamento europeo. Un esordio assai significativo, perché proprio Antonio Tajani, nell’anno 2014 quando rivestiva la carica di vicepresidente della Commissione Europea, aveva ribadito, anche alla luce della raccomandazione della Commissione Europea 2013/361/CE, al Regolamento europeo 1303/2013 ed alle linee d’azione per le libere professioni del piano imprenditorialità 2020, che i fondi strutturali europei gestiti a livello nazionale o regionale, gli 80 miliardi di fondi Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione e i 2,4 miliardi di fondi Cosme, studiati per la competitività e la crescita economica sarebbero stati a disposizione anche dei professionisti.
Già da questo primo importante intervento, si è avuta conferma della bontà della strategia e della linea seguita da Cassa Forense, e dall’AdEPP, nell’approccio al tema.
La Commissione Europea, ben prima del ns. legislatore nazionale, nell’indicare anche i liberi professionisti tra i beneficiari dei fondi strutturali, e più in genere di qualunque tipo di fondo europeo, ha inteso perseguire, anche con riferimento alle categorie professionali, le proprie politiche di sviluppo intelligente, sostenibile ed inclusivo, che sono alla base della strategia 2020, e quindi rappresentano il “leitmotiv” della nuova politica di coesione per il periodo 2014/2020, contribuendo a definirne gli obiettivi prioritari.
L’Europa ha elaborato un interessante rapporto sullo stato delle libere professioni, con riferimento specifico alle loro peculiarità ed alla loro funzione e rilevanza per la società civile europea. All’esito di tale rapporto, sono state definite precise linee di azione per le libere professioni, riconoscendo – nella peculiare accezione del termine, che prescinde dalla natura giuridica soffermandosi sull’aspetto squisitamente economico – che i professionisti sono “imprenditori” ad ogni effetto ed impegnandosi a sostenerli, includendoli anche nei programmi di intervento, per aumentarne lo sviluppo e la competitività, perché anche il lavoro autonomo contribuisce al raggiungimento degli obiettivi previsti nella strategia Europa 2020. L’offerta di servizi basati sulla conoscenza costituisce un valore aggiunto, e la competitività dell’economia, in generale, può trarre vantaggi significativi dall’attività dei liberi professionisti, il cui lavoro si basa su conoscenze e competenze altamente specializzate. Tra le indicazioni politiche prioritarie per il settore, vi è quindi quella di investire nelle qualifiche e nelle competenze, rimuovendo gli ostacoli alla occupazione e incentivando lo sviluppo di nuovi e più competitivi modelli organizzativi, con la rimozione altresì delle diseguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie.
Il successo professionale, infatti, viene ravvisato oggi dal gruppo di lavoro europeo sulle libere professioni nell’adeguato mix tra: 1. Capacità e tecniche professionali; 2. Capacità di comunicare e marketing; 3. Capacità di gestione organizzata, 4. Capacità di relazioni interpersonali e di self-management;5. Capacità analitiche e imprenditoriali.
Su queste leve, quindi, intende agire l’Europa, mediante l’utilizzo dei fondi, che anche con riferimento alle professioni non possono quindi che essere il mezzo per raggiungere gli obiettivi politici che sono stati definiti.
Occorre dunque un approccio che non deve e non può essere semplicistico ed unicamente assistenziale e passivo: non basta limitarsi ad attendere l’emanazione dei bandi, monitorarli e invitare i professionisti a presentare le domande. Bisogna comprendere a fondo le strategie e le politiche europee, analizzare una volta di più la realtà del mondo professionale odierno e uscire da una filosofia miope di breve periodo.
Occorre sviluppare una visione di medio e lungo periodo sullo sviluppo della professione, che comporti necessariamente anche cambiamenti culturali ed organizzativi, e costituisca una ben precisa strategia, capace di costruire nuove conoscenze, alimentare una sana competitività, introdurre forti elementi di innovazione e di sviluppo promuovendo investimenti sia in formazione che in organizzazione e introduzione di nuove tecnologie. Una strategia che punti, con linee guida e progetti precisi, a rafforzare stabilmente le professioni in Europa ed oltre, destinata agli anni futuri e non già soltanto a soddisfare bisogni momentanei. In questo, se ne saremo capaci, l’Europa sarà al nostro fianco.
Le parole del vicepresidente Tajani hanno comunicato all’uditorio molto meglio di qualsiasi altro intervento, la “mission” che Cassa Forense si è posta e sta perseguendo con la costituzione della Commissione CF Lab Europa.
I lavori sono poi proseguiti con gli interventi dei Presidenti delle Casse aderenti all’AdEPP, che hanno espresso grande apprezzamento per l’iniziativa di Cassa Forense e sottolineato il loro concorde impegno sul tema, che anche AdEPP ha posto tra le proprie priorità di azione per i prossimi anni.
La seconda sessione di lavoro dal tema “Regioni e Professioni. L’accesso ai bandi strutturali europei di Professionisti e Avvocati alla luce dell’attuale contesto normativo ed economico”, ha visto un confronto fra Presidenti e Assessori di alcune Regioni italiane. Tra questi il Presidente Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, l’Assessore allo Sviluppo Economico Regione Puglia, Loredana Capone; l’Assessore alla Scuola, Lavoro, Welfare e Politiche Giovanili Regione Calabria, Federica Roccisano e la Presidente di Emilia Romagna Valorizzazione Economica Territorio, Elisa Valeriani. Questa sessione si è aperta con un mio breve intervento, quale Delegata di Cassa Forense e Coordinatrice della Commissione CF Lab Europa, nel quale si è dato conto dei lavori sin qui svolti e dei risultati ottenuti.
Gli illustri relatori hanno confermato un grande impegno nella direzione di consentire ai professionisti, ed agli avvocati, di beneficiare a pieno titolo dei finanziamenti europei, ed in particolare il Presidente della Regione Molise ha annunciato, primo tra tutte le Regioni, l’adozione recentissima di una delibera – la n. 45/2016 – con la quale si è inteso dare immediata attuazione ad iniziative in favore dei professionisti.
Gli Assessori di Puglia e Calabria hanno sottolineato come nella spesa dei fondi europei, e quindi nelle decisioni sulla loro destinazione a questo o quell’obiettivo, le regioni debbano effettuare precise valutazioni di risultato. La spesa, quindi, deve essere una spesa di “qualità”, capace di contribuire efficacemente al raggiungimento degli obiettivi politici che ci si è proposti. In tal senso, quindi, le proposte circa gli interventi finanziabili che verranno avanzate dagli Ordini professionali per l’emanazione dei relativi bandi dovranno essere chiare e ben strutturate, contribuendo ad evidenziare come le misure proposte possano in concreto determinare effetti positivi di medio e lungo periodo, utili sia nell’ambito del settore professionale che, più in generale, a far crescere l’economia. La Presidente Ervet, nel sottolineare come non si debba semplicisticamente fare una equivalenza tra crisi e fondi, e quindi non si debba stabilire una correlazione tra le due cose, ha affermato che i liberi professionisti non sono una categoria da sussidiare, ma una realtà economica importante nel tessuto produttivo regionale, e una risorsa preziosa per determinare, in sinergia ed integrazione con il sistema delle piccole, medie e grandi imprese, una crescita economica e qualitativa della quale c’è grande bisogno. Per far ciò, però, debbono migliorare e potenziare le loro conoscenze, ammodernare i loro studi e metodi di lavoro, accrescere la loro cultura associativa per meglio intercettare la domanda sempre crescente di servizi professionali diversificati ed altamente specializzati all’interno di un unico studio, al quale la clientela può rivolgersi per trovare assistenza completa. Questa la progettualità che può venire condivisa dall’Ente e determinare l’emanazione di bandi finalizzati.
Il pomeriggio si è aperto con l’intervento di Alberto Oliveti, Presidente AdEPP, che, dopo aver ricordato alcune delle principali problematiche che ancora oggi affliggono le Casse previdenziali private, tra cui la “doppia tassazione”, sul tema della giornata ha ribadito come le numerose opportunità che oggi si aprono per l’accesso ai fondi strutturali europei debbano venire viste non solo per far fronte alle difficoltà economiche in cui versa una parte significativa dell’avvocatura, ma anche, per le ricadute che tale accesso può avere sull’intero sistema Paese, in relazione alla correlata esigenza per i professionisti italiani di individuare e di intraprendere nuovi percorsi finalizzati alla ripresa e alla crescita economica, anche del sistema.
Ha poi avuto avvio la terza e ultima sessione, dal titolo “I Fondi europei a sostegno delle esigenze degli Avvocati – Iniziative per cogliere al meglio le nuove opportunità”, efficacemente introdotta da Franco Smania Consigliere di Amministrazione di Cassa Forense, che ha sottolineato l’intuizione preziosa e l’impegno di Cassa Forense, oramai da un biennio, sul tema dei fondi europei, e la necessità di una stretta collaborazione dell’avvocatura per il raggiungimento dei risultati che ci si è prefissi, e soprattutto per dare il via ad un circuito virtuoso che possa consentire di cogliere appieno le potenzialità che l’attuale contesto ci offre.
L’apertura è stata dedicata ad una relazione del Prof. Francesco Verbaro, il quale si è soffermato sulla illustrazione di dati e rilievi comuni a tutte le professioni, sulla base di studi compiuti all’interno di AdEPP, di cui è consulente. La relazione ha indicato alcune linee secondo le quali dovrebbe muoversi il settore professionale per imprimere una svolta alle proprie attività, sia sotto il profilo della rimozione dei Gap che ancora emergono (Nord/Sud- Gender gap – Age pay Gap), sia sotto il profilo della necessità che si affermi sempre di più una soggettività e cittadinanza economica del mondo delle libere professioni, di pari passo con lo sviluppo di sinergie e con l’impegno a rendere quanto più possibile innovativa e qualificata l’offerta di servizi professionali. Anche il Prof. Verbaro ha messo efficacemente in rilievo come in realtà, a ben vedere, l’attuale momento debba essere visto non soltanto come un momento di crisi, bensì come la vera e propria trasformazione di un mondo, che per troppo tempo è rimasto statico e che oggi non può più ritardare iniziative, anche forti e decise, per rimodularsi tenendo conto dei rilevanti cambiamenti intervenuti nel sistema.
Ha seguito l’intervento della Coordinatrice della Commissione CF Lab Europa, che ha invitato gli ordini e le Unioni a indicare a Cassa Forense, per le future iniziative, il nominativo di un referente per le tematiche europee, e annunciato il prossimo svolgimento, a cura di Cassa Forense, di un corso di euro progettazione ad essi destinato, affinché possano in sede locale essere pronti a fornire ai colleghi assistenza e consulenza sul tema dei fondi. Dovrà poi essere approntato, con la collaborazione di Ordini e Unioni, un dossier particolareggiato per ogni singola regione, che possa consentire di illustrare efficacemente agli interlocutori pubblici non soltanto quali siano gli obiettivi di interesse dell’avvocatura, al raggiungimento dei quali l’erogazione dei fondi può contribuire, ma anche e soprattutto come l’avvocatura può concretamente risultare utile sul territorio, sia in termini di servizi resi, alle pubbliche amministrazioni, alle imprese, alla clientela privata, ma anche in termini di occupazione, di PIL e di lavoro per il variegato indotto che si muove attorno agli studi professionali.
E’ urgente, infatti, che vi sia un accreditamento dell’avvocatura, e delle professioni, a livello locale, per divenire interlocutori stabili degli Enti pubblici di governo del territorio, non soltanto sul tema dei fondi, ma anche più in generale su ogni tematica afferente lo sviluppo e la formazione.
Ne è seguito un interessante dibattito e confronto sul tema del convegno, con interventi del mondo dell’avvocatura, rappresentato in questa circostanza da istituzioni forensi, unioni distrettuali, ordini territoriali e associazioni forensi.
La manifestazione si è poi conclusa con l’intervento di Ottavia Trifilò, consulente Cassa Forense, che ha fornito utili risposte ai quesiti posti dalla platea.
Si è trattato di un evento premiato dall’interesse suscitato nei numerosi partecipanti, che hanno assiepato la sala dell’Auditorium sino al termine dei lavori, ma l’incontro qui riassunto ha rappresentato soltanto una ulteriore tappa del percorso sul quale Cassa Forense, e la Commissione CF Lab Europa, intendono continuare ad impegnarsi al massimo, nell’interesse degli avvocati italiani.
Avv. Michelina Grillo – Delegata Cassa Forense Emilia Romagna
e Coordinatrice Commissione CF Lab Europa