LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UE, “GIUDICE PLURILINGUE”; I GIURISTI TRADUTTORI FREELANCE

di Debora Felici

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Nella città di Lussemburgo la Corte di giustizia dell’Unione Europea è un organo giurisdizionale unico al mondo, un vero e proprio giudice “plurilingue”.

Istituita nel 1952, la Corte di giustizia dell'Unione europea assicura l’osservanza da parte degli Stati membri degli obblighi derivanti dai trattati, controlla la legittimità degli atti delle istituzioni dell'Unione europea, interpreta il diritto dell'Unione su domanda dei giudici nazionali.

Dopo aver discusso se le Città di Liegi o di Bruxelles dovessero accogliere la sede delle istituzioni della Comunità europea del carbone e dell'acciaio e, di conseguenza, quella della Corte di giustizia, fu alla fine scelta, in via provvisoria, la Città di Lussemburgo, che divenne la sede definitiva in occasione del Consiglio europeo di Edimburgo del 12 dicembre 1992.

Il progetto del primo Palazzo della Corte di giustizia, la cui realizzazione fu affidata agli architetti belgi Jamagne e Vander Elst nonché all'architetto lussemburghese Conzemius, vide la luce verso la fine degli anni '60. All’inizio degli anni ’90 poi si rese necessario ridefinire la sede della Corte perché l’aumento degli Stati membri dell’Unione richiedeva maggiori spazi. Fu quindi costruito l’attuale complesso architettonico, realizzato da Dominique Perrault, il cui palazzo principale è l’«Anello», così chiamato, nonostante la sua forma rettangolare, perché circonda il Vecchio Palazzo che accoglie i gabinetti dei 28 giudici, degli 8 avvocati generali e le sale per le camere di consiglio.

Il Vecchio Palazzo è stato ristrutturato ed è adibito per lo più ad aule d'udienza. Nelle due “Torri”, ognuna delle quali dotata di 24 piani, la “Galleria” è una vera e propria via interna di collegamento, lunga 300 metri, che unisce i nuovi e i vecchi edifici.

Il “plurilinguismo” della Corte

Dato che ogni Stato membro ha una propria lingua e un sistema giuridico specifico, ciascuna delle lingue ufficiali dell'Unione europea può essere lingua processuale. La Corte è tenuta ad osservare un plurilinguismo integrale avendo necessità di comunicare con le parti nella lingua processuale e di garantire la diffusione della sua giurisprudenza in tutti gli Stati membri. Con 24 lingue ufficiali la Corte è in pratica chiamata a gestire 552 combinazioni di lingue. Per questo riveste grandissima importanza il lavoro dei traduttori, che sono laureati in giurisprudenza con padronanza di almeno tre lingue ufficiali. Il servizio di traduzione della Corte è composto da una Direzione generale organizzata in unità linguistiche, a loro volta assistite da quattro unità con compiti trasversali. Il suo organico rappresenta più del 40% del personale dell'istituzione e il suo carico di lavoro annuale ammonta a circa 1 000 000 di pagine di traduzione, di cui più di 500 000 pubblicate nella Raccolta della giurisprudenza.

I traduttori free-lance della Corte

Quasi un terzo dei testi sono tradotti da collaboratori esterni (freelance). Il lavoro è impegnativo, perché gli obiettivi di qualità delle traduzioni sono molto elevati, ma i freelance fruiscono comunque di supporto e assistenza del servizio di traduzione della Corte.

I freelance lavorano a distanza (per via telefonica, e-mail e mediante diverse piattaforme) e possono decidere il volume di traduzioni da effettuare. Tale forma di collaborazione può perciò essere esercitata a titolo di attività integrativa, in particolare dai professionisti del diritto.

freelance sono selezionati nel quadro di bandi di gara pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, permanenti e aperti, che consentono in qualsiasi momento l’accesso di nuovi contraenti. I candidati sono valutati e selezionati sulla base di prove di traduzione a distanza e firmano un contratto-quadro con la Corte.

I contraenti sono poi iscritti in un elenco la cui graduatoria si fonda sulla qualità delle traduzioni, valutata in base alla prova di traduzione effettuata e sulla competitività del prezzo richiesto dal contraente. Il lavoro di traduzione viene regolarmente proposto secondo l’ordine di tale graduatoria. Il suddetto ordine viene periodicamente rivisto in funzione della qualità delle prestazioni fornite e ciò consente, in particolare, che siano prese in considerazione nuove offerte.

L’appalto di traduzione giuridica è aperto alla concorrenza in via permanente per l’intera durata della sua esecuzione (non oltre 48 mesi), a condizione tuttavia che non sia stato raggiunto il numero massimo di contraenti per il lotto interessato (per conoscere il numero massimo di contraenti consentito per lotto occorre fare riferimento al bando di gara pertinente). Ferma restando tale riserva, ogni persona fisica o giuridica può dunque presentare una domanda di partecipazione nel corso dell’esecuzione dell’appalto, tenendo conto che la Corte esamina regolarmente le nuove domande di partecipazione ricevute.

Le domande di informazione/partecipazione possono essere indirizzate a: E-mail: freelanceIT@curia.europa.eu.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito della Corte, sezione “traduttori free-lance”


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