Il Bilancio 2012 di Cassa Forense e la gestione del suo patrimonio
22/07/2013
Stampa la paginaIl nostro sistema previdenziale è un sistema chiuso e per il suo finanziamento utilizza unicamente i versamenti degli iscritti. Nessun contributo da parte delle finanze pubbliche sostiene la previdenza degli Avvocati: Cassa Forense rappresenta il patrimonio degli avvocati italiani. Nel momento in cui iniziò lo studio della riforma, entrata in vigore nel 2010, il Comitato dei Delegati ebbe particolare attenzione alla evoluzione, numerica e reddituale, della nostra classe professionale. Al fine di provvedere e poter far fronte alle legittime aspettative degli iscritti, si rappresentò la necessità di una forte patrimonializzazione dell’ente: all’esito della riforma del 2010, nonostante nominalmente possa ancora esser classificato “a ripartizione”, il sistema di finanziamento di Cassa Forense può esser meglio definito un mix tra ripartizione e capitalizzazione. L’ulteriore intervento, conseguente al Decreto Salva Italia del 2011, ha portato alcune correzioni al nuovo impianto, in particolare sulla misura delle prestazioni, con il risultato che, sostanzialmente, i trattamenti pensionistici futuri avranno un livello di copertura prossimo al totale. Con tali interventi, concentrati in pochi anni è stato profondamente ridefinito il nostro Ente, che, ora, può affrontare con maggior serenità il tema della sostenibilità di lungo periodo.
Il patrimonio di Cassa Forense è previsto in continua crescita e ciò impone che la sua gestione sia particolarmente attenta, con l’ obiettivo, non già di massimizzare nel breve periodo i rendimenti ma di cercare di far fronte alle prestazioni, nel medio lungo periodo, con piena valutazione dei rischi.
Negli ultimi anni, grazie anche alla lungimiranza degli ultimi suoi Presidenti, Cassa Forense, prima tra le Casse Previdenziali Private, si è dotata di una modalità di gestione dell’ attivo che tenga ben presente le passività che, nel tempo, si dovranno affrontare. Tale sistema denominato con l’ acronimo ALM (Assett Liability Menagment) viene ora imposto, dalle attuali regole ministeriali, a tutti i Fondi pensione.
Nel corso dell’ultimo quadriennio Cassa Forense ha quindi sviluppato il proprio modello di investimento, dotandosi di un processo decisionale in linea con le migliori pratiche internazionali e procedendo ad una importante diversificazione dell’allocazione degli attivi finanziari, senza peraltro contraddire il ruolo che una importante istituzione italiana deve avere nella gestione del risparmio previdenziale del paese.
Primo passo, nel 2009 è stata l’ adozione di una rigorosa procedimentalizzazione delle modalità per la gestione del patrimonio mobiliare ed immobiliare di Cassa Forense, istituendo, per la prima volta nella storia dell’ente, e primi nell’ambito del mondo delle Casse Private dei Professionisti, il Comitato Investimenti, luogo deputato alla discussione e condivisione di tutte le proposte di impiego del patrimonio, preliminare alla fase decisionale di stretta competenza del Consiglio di Amministrazione. Questo passaggio ha consentito di avviare, coordinare e sviluppare una importante attività di diversificazione nella gestione del portafoglio mobiliare di Cassa Forense, in un’ottica di riduzione del rischio degli investimenti e di una maggiore consistenza dei rendimenti.
Grazie all’esperienza accumulata nel corso di questi quattro anni, anticipando ancora le modifiche regolamentari da parte delle autorità di vigilanza, è stato recentemente completato il lavoro di aggiornamento delle modalità di gestione del patrimonio, ora all’esame del Consiglio di Amministrazione per l’approvazione definitiva.
Su tali brevissime, e non esaustive, premesse, devono esser letti i dati dell’ultimo bilancio per la valutazione della correttezza assunta dal Consiglio di Amministrazione di Cassa Forense nella gestione del patrimonio affidatogli dagli iscritti.
Analisi del portafoglio mobiliare
Al fine quindi di ridurre il rischio degli investimenti, la diversificazione del patrimonio mobiliare di Cassa Forense è molto cresciuta negli ultimi anni, e se all’inizio del 2009 il livello di concentrazione nei titoli italiani superava l’ 80% del totale del patrimonio, tale incidenza oggi si è ridotta a poco più del 54%.
Tale risultato è stato raggiunto dall’ente senza per questo dismettere la posizione in obbligazioni ed azioni italiane.
Nel corso di questi anni è stato infatti perseguito l’obiettivo di diversificare gli investimenti, ben consapevoli del ruolo che Cassa Forense ricopre nel mondo istituzionale italiano. Buona prova di ciò l’atteggiamento del Comitato Investimenti prima e del CdA poi, nel corso dei terribili mesi successivi all’estate 2011: ebbene, Cassa Forense decise di dimostrare la propria fiducia nelle capacità del Paese di uscire dalla crisi, deliberando già in settembre e poi ancora in novembre, investimenti sulle principali azioni italiane e sui titoli di stato italiani. Tali investimenti furono eseguiti con l’obiettivo di mantenere in portafoglio i titoli: questo è stato fatto e ad oggi risultano importanti plusvalenze implicite sui titoli medesimi.
La gestione ha portato a risultati di grande soddisfazione; si deve però porre attenzione nella lettura del dato relativo al rendimento finanziario ottenuto nel corso del 2012, pari al 18,91%; il dato, che va evidenziato per dimostrare la buona qualità raggiunta nella gestione del patrimonio, è il rendimento finanziario ottenuto nel corso degli ultimi due anni, quindi comprendendo anche il difficile 2011. In tali due anni il patrimonio finanziario dell’ente ha messo a segno un rendimento positivo cumulato del 6% mantenendo una rischiosità del portafoglio moderata ed inferiore a quella registrata dal complesso delle emissioni obbligazionarie governative italiane.
La gestione del patrimonio
Al termine del 2012, il patrimonio investito di Cassa Forense ha raggiunto i 6,5 miliardi di euro e di questi, ad oggi, circa il 90% è rappresentato dalla componente mobiliare, mentre circa il 10% del patrimonio è investito direttamente in immobili.
La parte più rilevante del patrimonio mobiliare dell’ente, poco più del 50% del totale, è gestito attraverso investimenti diretti in titoli obbligazionari. Si tratta per lo più di investimenti in titoli di stato italiani che in valore assoluto valgono circa 2,6 miliardi di euro (rappresentano il 70% del totale del comparto obbligazionario presente in portafoglio). Questa tipologia di investimento è equamente divisa tra obbligazioni legate all’inflazione, (BTPi) e titoli cosiddetti nominali quali i BTP a tasso fisso ed i CCT.
Volgendo lo sguardo al futuro va rilevato come questa componente, così importante del portafoglio di Cassa Forense, ha, alla data attuale, un rendimento atteso a scadenza pari al 3,25% circa. A questo rendimento atteso dovrà aggiungersi, con il passare del tempo e per la parte di portafoglio indicizzata, l’inflazione che si realizzerà. Infine, una accorta gestione della durata finanziaria, nella selezione dei titoli obbligazionari da inserire in portafoglio, concorre a ridurre il rischio rappresentato da un eventuale rialzo dei tassi e a meglio proteggere la parte principale del patrimonio dell’ente posto a garanzia del pagamento delle future pensioni.
Analizzando la componente azionaria del portafoglio, che ad oggi rappresenta poco meno del 20% del patrimonio complessivo, si può rilevare come meno della metà sia investito direttamente in azioni italiane. Tali titoli rappresentano, per la maggior parte, delle partecipazioni storiche e di rilievo che Cassa Forense ha nelle principali aziende assicurative e bancarie italiane.
Per concludere l’analisi puntuale del patrimonio mobiliare dell’Ente va notato che alla fine del 2012 la componente del portafoglio investita in fondi aperti era popolata da ben 52 fondi diversi per un controvalore di circa 1,1 miliardi di euro, cresciuti poi nel corso del primo trimestre 2013 a circa 1,3 miliardi di controvalore e a 53 fondi complessivamente detenuti. Tale modalità di investimento è stata sviluppata negli ultimi anni nella convinzione che si possa arrivare ad una buona decorrelazione tra questa tipologia di allocazione e la gestione in modalità diretta. Ed infatti il risultato raggiunto, in circa 3 anni di tale strategia, ha portato ad una più efficiente decorrelazione tra le asset class che compongono il portafoglio mobiliare dell’ente.
Private equity e private debt
Cassa Forense investe una parte del proprio patrimonio, circa il 3,5% ad oggi, in fondi di private equity. L’obiettivo di questa modalità di investimento è quello di raggiungere un rendimento superiore a quello medio dei mercati finanziari attraverso la partecipazione in operazioni di acquisizione e vendita di aziende di medio-piccole dimensioni non quotate. Tale attività comporta ovviamente dei rischi nell’investimento (rischi che vengono valutati e monitorati dagli uffici interni dell’ente), ma tali rischi sono spesso molto diversi da quelli tipici dei mercati azionari, per cui la loro decorrelazione favorisce la riduzione complessiva della volatilità del portafoglio.
Nell’ambito di questa modalità di investimento, sempre con lo strumento dei Fondi di Investimento, si stanno aprendo nuove opportunità che potrebbero essere di grande aiuto anche ad una ripresa del ciclo economico dell’Italia.
Grazie al Decreto Sviluppo dello scorso anno sono stati rimossi una serie di vincoli fiscali e normativi sulle possibilità di finanziamento delle piccole e medie imprese italiane. In presenza di una riduzione da parte delle banche alla disponibilità ad erogare prestiti si è venuta a creare la necessità, da parte delle piccole e medie imprese, di trovare delle strade alternative di finanziamento (Minibond). Si sta quindi aprendo in Italia la possibilità di avviare un nuovo mercato finanziario che viene chiamato del “private debt”. In Italia oggi più del 90% dei finanziamenti alle imprese viene dal sistema bancari…., mentre negli Stati Uniti il rapporto è opposto con circa l’8% dei finanziamenti provenienti dal sistema bancario, mentre circa il 92% proviene dai mercati finanziari e dagli investitori istituzionali.
Il Comitato Investimenti sta quindi analizzando le opportunità di investimento che questo nuovo mercato rappresenta anche in virtù della possibilità che questo modello di finanziamento possa aiutare il tessuto imprenditoriale italiano a riprendere la via della crescita economica.
In conclusione
Cassa Forense, negli ultimi anni, ha avuto particolare attenzione alla gestione del suo patrimonio, che rappresenta il risparmio privato della Avvocatura Italiana: la sua gestione e valorizzazione è stata improntata a prudenza ed attenzione tali da consentire di rimanere estranei rispetto quei prodotti della ingegneria finanziaria che promettevano rendimenti record per poi esser qualificati come titoli tossici: prodotti finanziari con strutture complesse e Hedge Fund non appartengono alle linee di investimento del nostro ente.
Il processo di patrimonializzazione dell’ente è solo agli inizi: non dobbiamo dimenticare, nella sua valutazione, che Cassa Forense non è un sistema finanziato secondo i principi della capitalizzazione, e, quindi, può esser fuori luogo equipararlo ad altre realtà costruite secondo quel sistema di finanziamento.
E’ indubbio però che il governo del patrimonio, e la sua gestione, è divenuto e diverrà sempre più una della priorità per la governance di Cassa Forense, che dovrà avere quelle specifiche capacità per affrontare le sfide che con maggior frequenza turbano i mercati economici e finanziari ormai globalizzati.
Avv. Vittorio Minervini – Consigliere di Amministrazione di Cassa Forense