Diritti avvocati malati oncologici: esoneri e pensioni
22/10/2025
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Affrontare una malattia oncologica significa dover riorganizzare la propria vita, non solo sul piano personale, ma anche su quello professionale.
Per un avvocato, questo impatto si traduce spesso in difficoltà nel mantenere la continuità lavorativa, nel gestire gli impegni economici e nel conciliare le cure con le responsabilità dell’attività forense. In questi momenti, sapere di poter contare su strumenti di tutela non è solo utile: è fondamentale.
Per aiutare il professionista in questo duro percorso, Cassa Forense, insieme al Consiglio Nazionale Forense e ad AIMaC, hanno realizzato una guida che raccoglie in modo sistematico i diritti e le tutele attivabili in questi momenti critici.
Il focus della guida è rappresentato dalle misure previdenziali. La pensione di invalidità può essere richiesta quando la capacità lavorativa si riduce a meno di un terzo, a condizione che l’iscrizione alla Cassa sia avvenuta prima dei quarant’anni e che siano stati versati almeno cinque anni di contributi.
In caso di inabilità totale e permanente, è prevista una pensione specifica, subordinata alla cancellazione da tutti gli albi. Si tratta di strumenti che, se attivati tempestivamente, possono garantire una stabilità economica in una fase di forte vulnerabilità. Accanto a queste misure, la Cassa offre un esonero temporaneo dal versamento del contributo minimo soggettivo, valido per un anno e riconosciuto anche ai fini previdenziali.
È una possibilità concreta per chi, a causa della malattia o dell’assistenza a un familiare convivente, non riesce a sostenere gli oneri contributivi. La domanda va presentata con documentazione medica e, in caso di rigetto, il versamento può essere effettuato senza sanzioni entro trenta giorni.
La guida dedica ampio spazio anche al sostegno economico. Sono previsti contributi per l’inabilità temporanea, per l’acquisto di strumenti utili all’esercizio della professione in caso di disabilità, e per il periodo di follow up oncologico, con un contributo una tantum di 2.500 euro. Quest’ultimo è pensato per accompagnare il ritorno graduale all’attività, in un momento in cui le energie sono ancora limitate. Non meno rilevante è la tutela per gli avvocati caregiver.
Chi assiste un familiare con disabilità grave può accedere a contributi fino a 4.000 euro, mentre per l’assistenza ai genitori è previsto un sostegno di 2.000 euro. L’accesso è vincolato a un ISEE non superiore a 50.000 euro, ma rappresenta un aiuto concreto per chi si trova a gestire contemporaneamente il lavoro e la cura. Queste misure non sono automatiche: vanno conosciute, comprese e attivate.
La guida non è solo un elenco di prestazioni, ma uno strumento di autodifesa professionale. Per gli avvocati e per i loro familiari, rappresenta un invito a non affrontare da soli un percorso che può essere sostenuto anche grazie a diritti già esistenti. Consultarla e fare domanda è il primo passo per trasformare una tutela astratta in un aiuto concreto.