PANTOUFLAGE E APPALTI: IL DEC TRA RESPONSABILITÀ E DIVIETI

di Nadia Corà

Stampa la pagina
foto

Il divieto di pantouflage è uno strumento cruciale per garantire l’integrità dell’azione amministrativa e prevenire i conflitti di interesse nella gestione dei contratti pubblici.  È una misura di prevenzione della corruzione di natura obbligatoria che le pubbliche amministrazioni debbono inserire nel piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza, confluito nel Piano integrato di attività e di organizzazione (PIAO)  per le amministrazioni tenute all'adozione di tale strumento di pianificazione strategica.

Tutti i dipendenti  sono tenuti  alla scrupolosa osservanza di questa misura di prevenzione della corruzione, configurandosi in caso di violazione un illecito che genera plurimi profili di responsabilità.

La recente Delibera ANAC n. 304/2025 affronta in modo esemplare la questione, esaminando il caso di un ex dipendente in comando presso un Comune che, subito dopo il pensionamento, ha assunto incarichi professionali da un’impresa con cui aveva avuto rapporti durante il servizio.  In particolare, la Delibera tratta il caso di un  dipendente che ha assunto, durante il rapporto di lavoro pubblico, il ruolo del Direttore dell’Esecuzione del Contratto (DEC).

Cos’è il pantouflage e cosa vieta la legge

Il pantouflage si riferisce al passaggio di ex dipendenti pubblici a incarichi nel settore privato,  in contesti che potrebbero generare un conflitto d’interessi. L’art. 53, comma 16-ter, del d.lgs. 165/2001 stabilisce un chiaro divieto: per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto con la pubblica amministrazione, chi ha esercitato poteri autoritativi o negoziali non può lavorare per soggetti privati destinatari dell'attività amministrativa svolta.
La norma mira a evitare che un ex funzionario tragga vantaggio da conoscenze, relazioni o poteri esercitati nella PA, favorendo soggetti privati con cui aveva avuto rapporti istituzionali.

Il caso ACER – Comune: i fatti accertati

Secondo quanto riportato dalla Delibera ANAC, un ex funzionario tecnico dell’ACER, in comando presso un Comune dal 2003 fino al pensionamento (dicembre 2022), aveva ricoperto il ruolo di Direttore dell’Esecuzione del Contratto (DEC) per un appalto affidato a una società privata. L’anno successivo al pensionamento, la stessa società gli conferiva incarichi professionali.
Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione del Comune ha segnalato l’episodio ad ANAC, ipotizzando una violazione del divieto di pantouflage.

Il ruolo del DEC: natura e poteri

La figura del Direttore dell’Esecuzione del Contratto (DEC) è disciplinata dal D. Lgs. 36/2023  e dall’art. 15 del DM 49/2018 ( Regolamento recante: «Approvazione delle linee guida sulle modalità di svolgimento delle funzioni del direttore dei lavori e del direttore dell'esecuzione»). Il DEC ha il compito di garantire che il contratto venga eseguito secondo le clausole previste, monitorando tempi, qualità e condizioni contrattuali.
Tuttavia, non sempre il DEC esercita poteri autoritativi o negoziali nel senso rilevante per la configurazione del pantouflage. ANAC lo chiarisce nella Delibera: occorre valutare caso per caso, verificando se il DEC abbia inciso in maniera “concreta ed effettiva” sulla posizione giuridica del privato.

L’analisi puntuale di ANAC: nessun pantouflage se manca l’effettività del potere

Nel caso in esame, ANAC ha analizzato documenti, email, verbali e dichiarazioni, accertando che:

  • Il DEC aveva firmato il verbale di consegna del servizio e validato documenti trasmessi dalla società;
  • Tuttavia, tutte le decisioni rilevanti (es. approvazione degli elaborati, liquidazioni) erano state assunte dal RUP, dirigente responsabile;
  • Le attività svolte dal DEC non hanno inciso in modo determinante sulla posizione giuridica del privato;
  • Nessuna variazione contrattuale era intervenuta nel periodo in cui il DEC era in servizio;
  • L’ex dipendente ha restituito integralmente i compensi ricevuti e cessato l’attività professionale.

Sulla base di ciò, l’Autorità ha escluso la violazione del divieto e archiviato il procedimento.

Comando e pantouflage: il chiarimento della giurisprudenza

Un aspetto rilevante emerso riguarda i dipendenti in comando. ANAC, richiamando l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 1471/2024, chiarisce che anche chi presta servizio in comando rientra nell’ambito di applicazione del divieto, in quanto inserito funzionalmente nella struttura dell’amministrazione ospitante. È quindi irrilevante il fatto che il lavoratore non sia formalmente in organico: è la sostanza del rapporto di servizio a rilevare.

Conclusione: attenzione al ruolo, non solo al titolo

Il caso esaminato da ANAC mostra come il rispetto del divieto di pantouflage non dipenda solo dal ruolo formale ricoperto nella PA, ma dalla natura concreta delle attività svolte. Il DEC può essere coinvolto in attività meramente tecniche o, al contrario, in atti che incidono in modo determinante su posizioni giuridiche.
 La valutazione deve essere casistica, documentata e trasparente. Per le amministrazioni, è fondamentale adottare procedure preventive, moduli di dichiarazione e controlli ex post. Per i professionisti, conoscere il perimetro della norma è oggi più che mai necessario, anche per evitare errori in buona fede che possono comportare nullità contrattuali, restituzione di compensi e sanzioni accessorie.

 

Altri in SOCIETÀ E IMPRESA