Mediazione Ambientale e Pubblico Dibattito: strumenti partecipativi di giustizia climatica per avvocati

di Pierfrancesco C. Fasano

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La crescente sensibilità verso le questioni ambientali e l’impatto delle scelte pubbliche su territori e comunità ha portato all’affermazione di nuovi strumenti partecipativi nel panorama giuridico italiano ed europeo. Tra questi, la Mediazione Ambientale e il Pubblico Dibattito si stanno affermando come meccanismi complementari per gestire conflitti e favorire decisioni condivise. Entrambi valorizzano il coinvolgimento degli attori locali e la ricerca di soluzioni sostenibili, ma con modalità, finalità e contesti di applicazione diversi.

Per gli avvocati, comprendere e padroneggiare questi strumenti non è solo un’occasione per contribuire a una giustizia ambientale e territoriale più efficace, ma anche un’opportunità per ampliare le proprie competenze professionali, in un’epoca in cui la gestione partecipata dei conflitti è sempre più centrale.

La Mediazione Ambientale: definizione, finalità e esempi

La Mediazione Ambientale è un processo di composizione dei conflitti che riguarda l’uso, la tutela o la gestione delle risorse naturali. Si fonda sui principi della mediazione civile e commerciale, ma con una marcata attenzione alla dimensione ecologica, territoriale e culturale. Essa mira a:
• prevenire e risolvere controversie tra soggetti pubblici e privati su temi ambientali (es. uso dell’acqua, gestione dei rifiuti, deforestazione);
• promuovere accordi locali condivisi;
• valorizzare la conoscenza tradizionale delle comunità locali;
• aumentare la resilienza ambientale e sociale.

La Mediazione Ambientale trova applicazione anche in contesti europei e globali, laddove le tensioni tra sviluppo, comunità locali e tutela dell’ambiente richiedono soluzioni negoziate e condivise. Ecco tre casi emblematici:

Germania – Progetto di lignite a Garzweiler (Renania Settentrionale-Vestfalia)

Nel contesto della transizione energetica tedesca, il conflitto tra le comunità locali e la società energetica RWE per l’espansione della miniera a cielo aperto di lignite a Garzweiler ha generato un intenso dibattito.
Un processo di mediazione facilitata ha coinvolto residenti, ONG, autorità regionali e l’azienda, con l’obiettivo di definire tempi, compensazioni e misure di ripristino ambientale.
Il percorso ha permesso di concordare forme di delocalizzazione negoziata, risarcimenti e un piano di transizione ecologica del territorio.

 Ecuador – Mediazione sul Parco Nazionale Yasuní

Nel cuore dell’Amazzonia ecuadoriana, il governo aveva autorizzato lo sfruttamento petrolifero in una porzione del Parco Yasuní, patrimonio ambientale e culturale.
Di fronte alla protesta delle comunità indigene e ambientaliste, si è attivato un processo di mediazione multilivello, con la partecipazione dell’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo).
Il processo ha portato a una riduzione dell’area di estrazione, al riconoscimento dei diritti delle popolazioni locali e all’avvio di fondi internazionali di compensazione ambientale.

Sudafrica – Mediazione tra agricoltori e comunità urbane sulla gestione dell’acqua a Cape Town

Durante la crisi idrica del 2018, la città di Cape Town è stata costretta a razionare l’acqua. Le tensioni tra uso agricolo e urbano hanno raggiunto livelli critici.

Un processo di environmental mediation facilitata da enti locali e think tank accademici ha permesso di raggiungere accordi flessibili di ripartizione dell’acqua, anche grazie alla trasparenza dei dati e alla cooperazione tra attori economici.

Il risultato è stato un modello di gestione idrica condivisa che ha contribuito a evitare il collasso del sistema e ha rafforzato la fiducia tra categorie sociali diverse.

Il Pubblico Dibattito: definizione, funzioni e esempi

Il Pubblico Dibattito (PD), introdotto in Italia dal d.lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici) e disciplinato dal DPCM 76/2018, è uno strumento di consultazione preventiva destinato alle grandi opere pubbliche che possono avere un impatto rilevante sull’ambiente, il territorio e le comunità locali.

Le sue principali caratteristiche sono:
• è obbligatorio per determinati progetti infrastrutturali di particolare rilevanza (che hanno un costo stimato pari o superiore a 500 milioni di euro,
oppure presentano un impatto significativo su ambiente, città e territorio, secondo le soglie indicate nell’allegato A del DPCM 76/2018)
• ha funzione consultiva, non decisoria;
• è gestito da un coordinatore del dibattito, figura indipendente e imparziale;
• coinvolge cittadini, enti locali, portatori di interesse, esperti e progettisti;
• si svolge secondo un programma definito e con metodi partecipativi.

Il Pubblico Dibattito non mira a risolvere conflitti, ma a prevenirli, fornendo al decisore pubblico elementi conoscitivi più ampi e pluralistici, e aumentando la legittimità sociale delle scelte.

Esempi di Pubblico Dibattito in Italia

L’esperienza italiana del Pubblico Dibattito è ancora giovane ma in crescita. Di seguito tre casi emblematici che mostrano l’efficacia e la diversità dello strumento.

Potenziamento della linea ferroviaria Firenze–Pistoia–Montecatini–Lucca.

Uno dei primi casi italiani di Pubblico Dibattito, promosso da Rete Ferroviaria Italiana (RFI), ha riguardato il raddoppio e la riqualificazione della linea ferroviaria tra Pistoia e Lucca. Il dibattito si è svolto nel 2019, coinvolgendo cittadini, enti locali, comitati e associazioni.
Sono emerse criticità relative all’impatto paesaggistico e al rischio idrogeologico, portando a una revisione di alcune soluzioni progettuali. Il processo ha rafforzato il consenso locale e migliorato la qualità del progetto.

Anello di congiunzione della Superstrada del Gargano (SS693)

Nel 2023 è stato promosso un Pubblico Dibattito sul progetto di completamento dell’anello di congiunzione tra Vico del Gargano e Mattinata, parte della Superstrada a scorrimento veloce SS693. L’opera, attesa da anni, solleva questioni ambientali e paesaggistiche nel cuore del Parco Nazionale del Gargano. Durante il dibattito sono state discusse varianti al tracciato, misure di mitigazione ambientale e soluzioni alternative per tutelare la biodiversità e i flussi turistici. Il processo ha portato a un maggiore bilanciamento tra esigenze infrastrutturali, tutela del paesaggio e sviluppo locale.

 Stadio di San Siro – Nuovo impianto sportivo a Milano

Il progetto di demolizione dello Stadio Giuseppe Meazza (San Siro) e la costruzione di un nuovo impianto sportivo a Milano ha generato un acceso confronto pubblico. Nel 2022 è stato avviato un pubblico dibattito, con il coinvolgimento di cittadini, associazioni culturali, ambientalisti e urbanisti. I temi discussi hanno riguardato la memoria collettiva legata allo stadio, l’impatto ambientale del nuovo progetto, l’uso delle aree verdi e la riqualificazione del quartiere. Le osservazioni emerse hanno indotto le società promotrici a valutare modifiche al progetto originario e hanno rafforzato l’interlocuzione tra istituzioni e territorio.

Punti in comune tra Mediazione Ambientale e Pubblico Dibattito

Nonostante differenze strutturali e procedurali, entrambi gli strumenti condividono valori e obiettivi fondamentali:
• Centralità del dialogo: entrambi promuovono un confronto strutturato tra soggetti coinvolti;
• Coinvolgimento degli stakeholder: comunità locali, istituzioni, imprese, associazioni sono parte attiva del processo;
• Prevenzione del conflitto: l’anticipazione delle criticità consente di evitare escalation e opposizioni radicali;
• Valorizzazione del sapere locale: la conoscenza esperienziale di chi vive il territorio è considerata rilevante;
• Promozione della sostenibilità: l’obiettivo di fondo è sempre la coesistenza armoniosa tra sviluppo, diritti e ambiente.

Le principali differenze

Aspetto

Mediazione Ambientale

Pubblico Dibattito

Natura giuridica

Strumento volontario, negoziale e finalizzato a un accordo

Procedura consultiva regolata dal diritto pubblico

Finalità

Risoluzione di un conflitto concreto tra parti

Raccolta di opinioni e contributi prima della decisione

Esito

Accordo vincolante tra le parti (soft law o con valore giuridico)

Rapporto finale non vincolante, ma influente

Ruolo del facilitatore

Mediatore imparziale che guida la negoziazione

Coordinatore indipendente che garantisce pluralismo

Contesto applicativo

Conflitti su risorse, usi del suolo, inquinamento, deforestazione

Grandi opere infrastrutturali pubbliche

Partecipazione

Su richiesta delle parti o delle autorità locali

Obbligatoria per legge su determinate opere

Durata e flessibilità

Adattabile al caso specifico

Temporale e metodologicamente definita ex ante

 

Il valore aggiunto per gli avvocati

La conoscenza e la padronanza della mediazione ambientale e del pubblico dibattito rappresentano un vantaggio competitivo per gli avvocati, soprattutto nei settori del diritto ambientale, urbanistico e amministrativo. In particolare, l’avvocato può:
• Assistere enti pubblici o imprese nella progettazione e gestione di procedimenti partecipativi;
• Redigere accordi di mediazione ambientale o contribuire alla stesura di convenzioni locali;
• Svolgere ruolo di mediatore ambientale (previa formazione specialistica);
• Coordinare un pubblico dibattito, come figura terza riconosciuta;
• Integrare competenze tecnico-ambientali alla tradizionale attività forense;
• Formare altri professionisti sulla partecipazione e la gestione del conflitto.

Inoltre, la pratica di questi strumenti risponde alle esigenze di giustizia climatica, transizione ecologica e sviluppo sostenibile, rafforzando il ruolo sociale dell’avvocatura.

Verso una giustizia ecologica partecipata

L’introduzione e la diffusione della mediazione ambientale e del pubblico dibattito riflettono un cambiamento profondo nella governance ambientale e territoriale: non più solo norme e procedimenti autoritativi, ma processi dialogici, aperti e inclusivi. Si tratta di una giustizia ecologica partecipata, che riconosce il diritto delle comunità di essere protagoniste delle scelte che incidono sul loro ambiente e il loro futuro.

Il ruolo dell’avvocato in questo nuovo scenario non è più solo quello del difensore in giudizio, ma anche costruttore di ponti, facilitatore di soluzioni, garante dei diritti in contesti complessi e multilivello.

Mediazione Ambientale e Pubblico Dibattito sono strumenti innovativi, concreti e complementari che rappresentano una sfida e un’opportunità per l’avvocatura. Comprendere le differenze e i punti di contatto tra questi due meccanismi consente di esplorare nuove strade per la risoluzione extragiudiziale dei conflitti ambientali e per la costruzione di politiche pubbliche più inclusive e sostenibili.

Per l’avvocato contemporaneo, aggiornarsi su questi strumenti significa potenziare la propria professionalità e contribuire, con competenza e sensibilità, alla tutela di un bene comune essenziale: l’ambiente.

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