Proposte di Riforma del processo tributario
18/11/2016
Stampa la paginaQuesti, in estrema sintesi, sono i principi cardine che, secondo la delibera approvata all’unanimità dall’Unione Nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi in conclusione del IV Congresso Nazionale, devono essere garantiti dalla riforma del processo tributario.
L'Uncat ha così rivendicato, in ossequio dei principi costituzionali del giusto processo, il riconoscimento alla giurisdizione tributaria del ruolo - a pieno titolo - di quarta giurisdizione dell’ordinamento italiano.
Questo per garantire ai cittadini-contribuenti, nel rispetto dei loro fondamentali doveri di solidarietà sociale secondo i principi garantiti dall’art. 53 della Costituzione, uno strumento di tutela sempre più valido a mezzo di un processo tecnicamente qualificato e quanto più possibile celere a fronte dei poteri sempre più pervasivi attribuiti all’Amministrazione finanziaria nella sua attività di accertamento e di riscossione delle imposte.
La giurisdizione tributaria - come si legge nella delibera dell’Uncat - è chiamata ad assolvere un ruolo molto delicato nella composizione dei due rilevanti interessi contrapposti: “il recupero di base imponibile evasa e la percezione di gettito da parte dello Stato (da un lato); la correttezza, sostanziale e procedurale, del prelievo a carico del cittadino-contribuente (dall’altro)”.
Quindi la soluzione dei problemi aperti non può essere ulteriormente procrastinata. Occorre intervenire e con urgenza.
A riprova di quanto affermato è sufficiente fare riferimento alla relazione sul monitoraggio dello stato del Processo tributario e sull’attività delle attuali Commissioni tributarie, predisposta dal MEF per l’anno 2015.
Da tale documento emerge, tra l’altro, che il valore complessivo dei ricorsi presentati nel 2015, nei due gradi del giudizio di merito, è di circa 33,5 miliardi di euro, con un valore medio pari a 130.294 euro. Il valore complessivo dei ricorsi definiti è invece di poco superiore a 35 miliardi di euro, con un valore medio complessivo di ciascuna controversia pari a 117.617 euro.
Si tratta di cifre veramente significative per l’economia nazionale che dovrebbero indurre il legislatore ad intervenire con urgenza e in modo organico anche per escludere che tali allarmanti cifre siano appannaggio solo degli addetti ai lavori.
Un segnale importante potrebbe derivare già dal cambio del nominativo delle Commissioni Tributarie Provinciali e delle Commissioni Tributarie Regionali, rispettivamente, in Tribunali Tributari e Corti d’appello tributarie. Sarebbe un intervento a costo zero per la collettività che potrebbe testimoniare, per effetto dell’assunzione di un implicito impegno al cambiamento auspicato, la sensibilità del Governo verso lo specifico e delicato tema.
Il processo tributario, con mirati e tempestivi interventi secondo gli indirizzi delineati dall’Uncat, potrebbe diventare il vero fiore all’occhiello della giustizia italiana.
Le premesse e i necessari germogli ci sono tutti. L’auspicio è che l’appuntamento non venga mancato!
Dr. Bruno Lo Giudice – Presidente Uncat