Obiettivi per il futuro: rafforzare autonomia, sostenibilità e welfare
22/07/2013
Stampa la paginaSono l’effetto anche della riforma strutturale del 2010 che, unitamente alle modifiche rese necessarie dalla legge Fornero proprio nel 2012, ha determinato una stabilizzazione del sistema previdenziale, in cui la copertura della spesa futura ed il riassorbimento graduale del debito pregresso sono obiettivi raggiungibili.
Il progressivo contenimento dei costi ed i rendimenti del patrimonio mobiliare ed immobiliare, anch’esso incrementato di ben il 18 % in un anno (circa sei miliardi di euro) delineano il quadro completo di una Cassa tuttora in buona salute.
Ciò non esclude che nel prossimo futuro vadano affrontati ulteriori importanti obiettivi, che possono sintetizzarsi nel rafforzamento dell’autonomia, della sostenibilità e del welfare, secondo un percorso che ci accomuna alle altre casse professionali.
La nostra autonomia è ancora fortemente vulnerata sia da un legislatore strabico che (seguito da certa giurisprudenza amministrativa) vuole accomunarci il più possibile alla previdenza pubblica, quanto ad oneri e procedure, sia da un complicato sistema di controlli, a dir poco, disallineati, ridondanti e formalistici.
Ne consegue spesso un freno all’attività della Cassa che frustra gli sforzi per il miglioramento del sistema e rallenta, se non vanifica, il raggiungimento di risultati ancor più positivi.
Si impone quindi una razionalizzazione della previdenza privata dei professionisti da concretizzarsi con un’organica proposta di legge.
D’altronde, soltanto una piena autonomia della Cassa può consentire alla stessa di mettere le proprie risorse finanziarie al servizio non solo dei propri iscritti, ma anche dell’economia del Paese, potendo assolvere in tal modo quel ruolo che le dovrebbe competere in uno Stato avanzato.
L’ultimo bilancio attuariale, che ha dimostrato la sostenibilità finanziaria della Cassa per i prossimi 50 anni, dovrà reggere l’impatto di una categoria che oggi è penalizzata e disorientata dalla crisi economica e dall’andamento demografico (aumento iscritti con basso reddito), nonché dai recenti interventi normativi che hanno interessato il settore giustizia.
Si dovrà a brevissimo definire la questione ancora aperta degli iscritti alla Cassa in base alla legge di riforma della professione forense, e fino allo scorso anno iscritti solo all’albo.
A tal riguardo la bozza di regolamento in via di approvazione delinea un percorso che appare quello che più riesce a coniugare l’automaticità dell’iscrizione con la sostenibilità del suo onere e l’equilibrio finanziario dell’ente.
La realizzazione di strumenti di welfare attivo, capaci di agevolare i colleghi bisognosi (che sono ormai quasi la metà degli iscritti) nel corso della loro vita professionale, non è più procrastinabile e va affrontata in termini di misure semplificate, quanto efficaci a breve termine.
Così come la parità di genere dovrà essere assicurata sia a livello statutario che di provvidenze sostanziali.
Possiamo quindi ritenere che, con il lavoro svolto e l’impegno profuso da amministratori e dipendenti tutti, la Cassa può ancora consegnare ai propri iscritti un messaggio di fiducia, che sia da sprone per una crescita collettiva, auspicabilmente rapida.
Avv. Alberto Bagnoli - Presidente di Cassa Forense