Liberalizzando

di Guido Salvadori Del Prato

Stampa la pagina

Il governo che esprimeva simili convinzioni (la sentenza è del dicembre 2006) ero lo stesso che, con il decreto Bersani, aveva appena abolito i minimi tariffari degli avvocati, dimostrando una coerenza che spiega la considerazione in cui sono tenute le nostre istituzioni.
Da allora le condizioni del contesto italiano sono peggiorate, nel senso che gli avvocati sono ancora di più e guadagnano di meno, ma il governo oggi pensa che la competizione tra essi debba essere incrementata favorendo l’accesso alla professione, e quindi l’aumento della numerosità, abolendo del tutto le tariffe e rendendo obbligatoria la presentazione di un preventivo sul costo delle prestazioni.
Il tutto per salvare l’Italia dal “baratro”, taxisti permettendo.
Si torna alle origini. La tariffa non è nata con l’avvocatura: come tutte le regole è il risultato del progresso civile, leviga l’originario e rozzo rapporto di forza o di astuzia e tutela sia l’avvocato che il cliente, limitando per entrambi la possibilità di sfruttare situazioni critiche. Senza tariffa, se non sei Cicerone, sarà difficile ottenere compensi elevati da una banca o da una compagnia di assicurazioni, ma la tua vendetta si compirà quando rinchiuderanno in carcere il presidente di quella banca o di quella compagnia. Allora, presentandogli il preventivo, gli ricorderai che sono spariti anche i massimi e se non gli va bene, se ne stia lì.
La legge che il governo propone vorrebbe liberalizzare una professione da un lato superinflazionata e dall’altro in profonda crisi economica. Ci sono leggi buone, cattive e così così e non so se sia peggio una cattiva legge o nessuna legge, ma la Costituzione dovrebbe vietare quelle ridicole.

Guido Salvadori Del Prato

 

 

 

Altri in PREVIDENZA