Iscrizione alla Cassa Forense obbligatoria per tutti

di Giulio Pignatiello

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Sono questi i due commi principali, inseriti nell’art. 21 della nuova legge professionale, sui quali la Cassa Forense sta lavorando per cercare di dare a tutti gli iscritti all’albo, non ancora iscritti alla Cassa, le indicazioni certe da seguire per decidere la propria iscrizione o meno al sistema previdenziale forense.
E’ innegabile che siamo di fronte a due previsioni di fondamentale importanza da un punto di vista previdenziale che devono essere calate, con sagacia ed assoluta prudenza, nell’attuale sistema pensionistico forense per non alterarne l’importante risultato di equilibrio e sostenibilità a cinquant’anni, raggiunto attraverso due importanti e fondamentali riforme, avvenute nel recente passato.
Inoltre, bisognerà salvaguardare, ricorrendo all’applicazione di una maggiore “flessibilità”, due principi cardini dell’attuale sistema: quello della “solidarietà” e quello della “equità”, ponendosi come obiettivo da centrare la parità di trattamento tra vecchi e nuovi iscritti.
Allora cosa sta facendo Cassa Forense per cercare di ottemperare al meglio al dettato normativo?
In poco più di tre mesi - e in solo cinque sedute - una commissione speciale, costituitasi subito dopo l’entrata in vigore della legge professionale, ha predisposto la bozza di Regolamento che disciplinerà il futuro previdenziale degli avvocati italiani per i prossimi anni.
Il testo in questione è stato già portato all’attenzione dell’intero Comitato dei Delegati che, dopo la fase della discussione generale, provvederà a redigere il Regolamento finale da inviare ai Ministeri vigilanti per la sua definitiva approvazione.
Inoltre, la Cassa, in questo periodo, al fine di meglio garantire i principi di trasparenza, democrazia e partecipazione condivisa, ha ritenuto opportuno e necessario incontrare per ben due volte gli organi istituzionali dell’avvocatura, CNF ed OUA, gli Ordini territoriali e tutte le associazioni forensi per illustrare lo stato dei lavori e confrontarsi apertamente al fine di dare modo a tutti di esprimere le loro osservazioni, proposte e suggerimenti a riguardo.


Nonostante ciò, però, i tempi per la definitiva approvazione del testo finale non saranno brevissimi.
Ad ogni buon conto, si auspica che l’approvazione del testo definitivo avvenga entro l’anno, in modo da poter consentire, a chi deciderà d’iscriversi, di regolarizzare la propria posizione previdenziale anche per l’anno 2013.
Coloro che, al contrario, opteranno di non iscriversi alla Cassa, dovranno richiedere la cancellazione dall’Albo e per il periodo parziale d’iscrizione per l’anno 2013 non gli verrà comunque richiesta alcuna somma a titolo di contribuzione previdenziale.
Ed allora cosa devono fare, “oggi” , gli iscritti all’Albo non ancora iscritti alla Cassa?
E’ questa una domanda che ogni giorno mi sento rivolgere, giustamente, da molti colleghi.
Innanzitutto, va fatta una importante precisazione di sistema.
A far data dal 2 febbraio 2013, gli avvocati iscritti solamente agli Albi non dovranno più iscriversi, né tanto meno pagare alcuna somma alla gestione separata INPS.
Pertanto, da quest’anno, l’INPS non potrà più pretendere contribuzioni previdenziali da parte di avvocati iscritti negli albi forensi.
Da tale data la Cassa Forense diventerà l’unico Ente a gestire la previdenza degli avvocati italiani.
Tuttavia, perfezionare la propria iscrizione alla Cassa impone anche la necessità di conoscere le “regole previdenziali certe” che disciplineranno la propria posizione pensionistica futura.
Ebbene, per fare ciò bisognerà necessariamente attendere che la Cassa completi l’iter di approvazione del Regolamento in questione, che naturalmente, una volta entrato in vigore, sarà poi portato a conoscenza di tutti gli iscritti con ogni forma di divulgazione a disposizione dell’ente previdenziale.
Ma poiché le aspettative di una certa importanza sono il più delle volte portatrici di irrefrenabili ansie sento il dovere, per quello che mi è possibile, di dare ai colleghi che si trovano nella situazione di dover prendere questa importante decisione, le seguenti indicazioni.
Chi si è approcciato alla professione con serietà e passione ed immagina che da grande farà certamente l’avvocato, può anche pensare d’iscriversi oggi alla Cassa prescindendo dall’emanazione del regolamento in questione.


Infatti, una cosa è certa: le norme che saranno emanate non stravolgeranno le linee guida ed i principi dell’attuale sistema previdenziale, seppure, sicuramente, le stesse terranno doverosamente conto delle indicazioni di legge e contempleranno agevolazioni per i giovani iscritti ed esenzioni per soggetti che si troveranno in situazioni temporanee di particolare difficoltà.
L’articolato elaborato è stato predisposto con l’obiettivo di garantire a tutti gli avvocati una equa previdenza, prevedendo delle agevolazioni e facilitazioni di pagamento dei contributi, al momento della prima iscrizione, per un periodo più o meno lungo che dovrebbe essere di circa 10 anni.
E’ stata privilegiata, quindi, la previsione di un meccanismo di pagamento della contribuzione previdenziale “flessibile”, proporzionata al proprio reddito professionale, senza alcuna intenzione d’indurre a “cancellazioni indiscriminate” ma tale da garantire a tutti gli iscritti la possibilità d’intraprendere gradualmente il proprio percorso di crescita professionale.
Ai giovani, invece, che non hanno ancora deciso con certezza se faranno o meno l’avvocato, allora a tali soggetti consiglio di pazientare.
E’ opportuno che costoro attendano la pubblicazione definitiva del predetto Regolamento; ciò gli consentirà di adottare una scelta più attenta e meditata di tutte le “regole” del sistema previdenziale forense in modo da poter decidere con maggiore consapevolezza e più tranquillità se entrare o meno a far parte dello stesso.
Invece, per concludere, per tutti coloro che in questi anni sono stati iscritti all’albo soltanto per fregiarsi del titolo di avvocato senza però esercitare la professione, oppure che la svolgono in modo “occasionale”, “frammentario” e “commisto ad altro tipo di attività”, mi sento di suggerire la possibilità o meglio l’opportunità di valutare, consapevolmente, di cancellarsi dall’albo in modo da non doversi conseguentemente iscriversi alla Cassa Forense per pagare, inutilmente, le adeguate contribuzioni che saranno determinate.
La professione è cambiata, così come sono cambiate le regole che la disciplinano.
In questo nuovo contesto, la previdenza deve essere vista come “valore futuro certo” che determina diritti assistenziali attuali ma che impone anche doveri contributivi ineludibili per poter godere dei trattamenti pensionistici auspicati da tutti gli iscritti.

Avv. Giulio Pignatiello - Delegato di Cassa Forense


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