Il Bilancio 2016
04/05/2017
Stampa la paginaLa spesa complessivamente impegnata nell’anno 2016 ammonta ad oltre 41 milioni di euro a fronte di una previsione di circa euro 62 milioni di euro ma, trattandosi del primo anno di entrata in vigore del nuovo regolamento, ciò si spiega con la necessità per gli iscritti di acquisire piena conoscenza degli istituti e delle provvidenze disponibili.
Nel corso del 2016 si è anche provveduto alla completa attuazione dell’art. 21 L. 247/12, che ha profondamente modificato il regime delle iscrizioni alla cassa previdenziale degli avvocati, ora esteso a tutti gli iscritti agli albi, indipendentemente dal reddito prodotto. L’obbligo per Cassa Forense di garantire adeguata copertura previdenziale ed assistenziale anche ai percettori di redditi assai bassi, cui corrispondono contributi agevolati e di favore, ha inciso su aspetti rilevanti del bilancio, stante l’obbligo imposto dal legislatore di garantire la sostenibilità finanziaria cinquantennale. Con la piena e definitiva applicazione dell’art. 21 coma 8 della L n. 247/2012 si è consentito l’ingresso in Cassa Forense di circa 50.000 nuovi iscritti, con una conseguente sostanziale modifica degli scenari demografici e reddituali della categoria.
Alla data del 31/12/2016 gli avvocati iscritti a Cassa Forense sono circa 240.000 (dei quali circa 13.000 pensionati ancora attivi), con un tasso di crescita degli avvocati oramai assai ridotto rispetto al passato e pari al 2% annuo nell’ultimo quadriennio, a fronte di un tasso medio ben maggiore e pari all’8 – 10 % annuo nel ventennio precedente. Ciò induce a ritenere che il numero degli iscritti si è oramai stabilizzato e che, anche in considerazione del forte decremento dei nuovi iscritti nel registro dei praticanti e nelle facoltà di giurisprudenza, presto andrà a diminuire.
In ogni caso, in una comparazione su base più ampia ovvero un confronto con altri paesi UE, il numero degli avvocati in Italia è sicuramente più alto della media europea (con una una media di ben quattro avvocati ogni mille abitanti), con forti squilibri territoriali tra il Nord ed il Sud del Paese (con Regioni che registrano addirittura punte di 6 – 7 avvocati ogni mille abitanti).
Sempre più marcata è la rappresentanza femminile nella professione forense: le donne avvocato rappresentano ormai il 48% del totale, nel 2005 erano soltanto il 21% degli iscritti.
In relazione al reddito degli avvocati – analisi necessaria non solo da un punto di vista previdenziale ma anche per una valutazione del livello di crescita e di sviluppo economico della professione - emerge una importante differenza tra nord e sud del paese, in quanto le regioni del nord hanno redditi superiori al valore medio nazionale (euro 38.385), come pure si evidenzia una marcata differenza tra il reddito prodotto dagli uomini rispetto al reddito delle donne avvocato, che rimane significativamente più basso.
Il dato positivo e che si è finalmente invertito il trend negativo degli ultimi anni e, nel corso del 2015 (a tale annualità si riferiscono i redditi ed i volumi d’affari dichiarati nel 2016), sono cresciuti sia i redditi che i volumi d’affari medi degli iscritti. La fase di recessione iniziata nel 2008 appare ormai alle spalle, laddove si consideri che il reddito professionale medio degli iscritti alla Cassa nell’anno 2015 è stato pari ad euro 38.277, euro con un incremento pari al 2,2% rispetto all’anno precedente. Una visione in prospettiva positiva dunque, anche se prima di poter parlare di ripesa è bene aspettare conferma negli anni che verranno.
Nella valutazione complessiva della crescita del reddito medio degli Avvocati va tenuta in giusta considerazione la distribuzione del reddito, il numero degli Avvocati come anche la sempre più marcata femminilizzazione della professione, che inevitabilmente, per le ragioni innanzi evidenziate, influenza al ribasso il reddito medio.
Sulla base di tali premesse, l’esame del bilancio consuntivo anno 2016, evidenzia una politica di investimento e di contenimento dei costi posti in essere dalla Governance di Cassa Forense, cosa che ha consentito di poter chiudere l’esercizio 2016 con un avanzo di oltre 1 miliardo di euro.
Il patrimonio netto è passato dal valore di euro 9.233.083.629,99 al 31/12/2015 al valore di euro 10.244.277.898,31, con un incremento di circa l’11%; l'avanzo d’esercizio ammonta ad euro 1.011.194.268 in aumento di circa l’8,7% rispetto al già ragguardevole risultato raggiunto nell’anno 2015 che ammontava ad euro 930.184.345.
Per dare un quadro di raffronto nel tempo di come è cresciuto il patrimonio netto di Cassa Forense rispetto al numero degli iscritti ovvero “la quota ideale di patrimonio” basti considerare l’evoluzione nei dieci anni precedenti:
La tabella che precede pone in evidenza l’evoluzione del patrimonio netto rispetto al numero degli iscritti ed il relativo importo euro/pro capite negli ultimi dieci anni. Numeri che, da soli, rendono esplicita la sempre crescente sostenibilità finanziaria dell’Ente nel lungo periodo, a garanzia delle prestazioni future e delle generazioni più giovani.
Il bilancio 2016 registra al conto economico, con effetto diretto sull’ammontare dell’avanzo, una sopravvenienza di circa 135 milioni conseguente all’annullamento del Fondo straordinario d’intervento a seguito dell’approvazione del nuovo regolamento dell’assistenza che ne ha prescritto la contabilizzazione ad economia d’esercizio.
In una comparazione con i precedenti esercizi va tenuto conto di una più ridotta dinamicità della gestione finanziaria; difatti, le plusvalenze sono state inferiori di circa 86 milioni di euro rispetto all’anno 2015 e, nel contempo, la gestione immobiliare non ha sostanzialmente contribuito al conto economico in conseguenza del completamento degli apporti al Fondo Cicerone (il fondo “chiuso” di Cassa Forense nel quale sono stati conferiti gli immobili per la loro gestione).
Con specifico riferimento agli investimenti, va detto che Cassa Forense ha chiuso l’anno 2016 con un rendimento positivo di quasi il 2% valutando il portafoglio ai prezzi correnti di mercato; invero, gli investimenti in Italia di Cassa Forense (presenti in portafoglio nella misura del 40%) hanno inevitabilmente risentito della volatilità del mercato portando ad un risultato finale positivo ma inferiore al benchmark. D’altronde, gli indici finanziari dei mercati italiani hanno avuto un rendimento inferiore rispetto agli indici europei per l’anno 2016; difatti, si è assistito ad una performance negativa del 12% del mercato azionario italiano a fronte invece di un indice europeo tutto sommato invariato. Il dato complessivo degli ultimi due anni è comunque soddisfacente avendo ottenuto un rendimento pari al 3% che non si discosta dall’obiettivo di lungo periodo prefissato da Cassa Forense e nel rispetto dell’asset allocation con investimenti in quei settori dove è maggiore l’opportunità di avere rendimento attraverso una diversificazione degli stessi. Ma, in ogni caso, la performance del portafoglio di cassa forense ha risentito indubbiamente dell’andamento del mercato italiano.
Cassa Forense ha investito anche in economia reale ed alternativi incrementando la componente immobiliare e ancora con due investimenti mirati uno nel settore agroalimentare e l’altro nelle energie rinnovabili. Gli investimenti nell’economia reale italiana è consistita nella sottoscrizione di un fondo venture capital nel settore biomedicale e l’investimento in un fondo di private equity italiano.
In relazione ai risultati ed alla gestione del patrimonio mobiliare legate alla sua entità in costante aumento, può dirsi che la politica di Cassa Forense sia stata oculata ed attenta, in linea con il regolamento sulle modalità di gestione del patrimonio deliberate sulla base delle indicazioni della COVIP.
In un contesto di mercato caratterizzato da bassi tassi di interesse, l’aumento del peso della componente azionaria, ai danni di quella obbligazionaria, è stata in linea con l’ALM, come utile strategia di ricerca di miglior rendimento.
Anche la politica di contenimento dei costi nell’anno 2016 ha evidenziato una diminuzione rispetto al precedente esercizio anche se con specifico riferimento all’avvio del Piano Welfare aziendale, al progetto di incentivi all’esodo e ricambio generazionale si dovrebbe assistere a migliori risultati successivamente al 31/12/2016.
Tali argomentazioni, seppure succintamente riportate, tenuto conto delle relazioni del Collegio Sindacale e della Commissione Bilancio e Patrimonio, ha determinato il Comitato dei Delegati all’approvazione all’unanimità il bilancio d’esercizio al 31/12/2016 di Cassa Forense.
Avv. Vincenzo Nocilla - Delegato di Cassa Forense Componente Commissione Bilancio e Patrimonio