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24/01/2013
Stampa la paginaIo spero di dimostrare di essere all’altezza dell’incarico ricevuto, che l’Avvocatura tutta potrà valutare solo alla fine del mandato. Dico questo non per cautelarmi, ma perché sono conscio che non si potrà che lavorare intensamente per tentare di raggiungere, non certo nell’immediatezza, quei traguardi che si succedono vorticosamente e per superare quegli ostacoli che addirittura sembrano riprodursi quotidianamente davanti alla nostra professione.
La mia precedente esperienza mi sarà utile, conosco la “macchina” e so quanto può esprimere. La giunta mi supporterà, avendo già compreso, sin dalla prima riunione tenutasi lo scorso 11 gennaio, quale lavoro l’attende ed essendosi da subito manifestata concorde sul modus operandi che vorrei fosse l’impronta di questa mia Presidenza.
Scelte condivise, lavoro di squadra, commissioni snelle ed efficienti che sfruttino appieno le potenzialità dei Delegati ma, soprattutto, capacità di interloquire con le Istituzioni in maniera costruttiva, efficace, scevra da ogni pregiudizio.
La critica ben potrà e dovrà essere utilizzata, anch’essa ovviamente in modo costruttivo, ma dovrà sempre essere propositiva e finalizzata agli inderogabili compiti che competono all’Organismo, primo fra tutti l’attuazione delle delibere congressuali.
Lo sforzo che dovremo profondere ed il risultato cui voglio tendere, unitamente a tutti i Delegati, è quello di riqualificare in ogni sede, anche e soprattutto agli occhi del cittadino, la professione forense che, polverizzata da un indiscriminato accesso, ha finito con il perdere – almeno in parte - quella considerazione che le derivava dall’accreditarla come sinonimo di cultura, affidabilità e competenza, nell’interesse primario dello stesso cittadino e della tutela dei suoi diritti.
Sono consapevole che non è un traguardo da poco in questo clima generalizzato di scetticismo ed apatia verso le “lobbies” o quelle che si assumono come tali, in cui si vuol far ricomprendere l’Avvocatura anche a causa di un messaggio distorto dai media ostili (quelli, sì, genuflessi alle lobbies). Sono altrettanto convinto che questa riqualificazione sia la condizione essenziale per riappropriarsi di quella autorevolezza necessaria per fronteggiare impegni ed interlocutori, spesso sordi a causa degli interessi che rappresentano.
L’Organismo non può pensare, e non pensa, di essere il solo deputato a questa missione; oggi come non mai l’Avvocatura Italiana deve presentarsi con una voce unitaria ed autorevole, sfruttando tutte le sue intelligenze, scevra da personalismi e, quindi, rinnovo in questa sede la già più volte dichiarata disponibilità ad una intensa e fattiva collaborazione con Ordini ed Associazioni.
La Cassa Forense, che molto ha fatto e bene ancora di recente, per impedire la sopraffazione dell’Avvocatura da chi palesava non commendevoli appetiti, sono certo sarà al fianco dell’O.U.A., come sempre ha fatto sino ad oggi, con il suo supporto e, confido, con la condivisione di tutti gli strumenti di cui dispone e che ha dato prova di ben saper utilizzare, non da ultimo nella X Conferenza in cui si celebrava il 60° anno della fondazione.
Buon lavoro a Tutti Noi.
Avv. Nicola Marino - Presidente OUA