CASSA FORENSE GUARDA AL FUTURO E SI PREPARA AL CAMBIAMENTO

di Giancarlo Renzetti

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La riforma del sistema previdenziale forense allo studio, vale a dire l'evoluzione verso un sistema contributivo puro, è nella natura delle cose per consolidare la sostenibilità di Cassa Forense nel lungo periodo ed evitare ogni rischio di erosione della base contributiva.

Si tratta di una doverosa assunzione di responsabilità verso gli iscritti, per guardare al futuro con tranquillità e non certo perché vi è allarme sulla tenuta dei conti di Cassa Forense.

I bilanci dell’Ente confermano infatti lo stato di salute, con un patrimonio netto vicino ai 16 miliardi ed un incremento, nell’ultimo anno, di un miliardo.

Parte di questo avanzo di esercizio, in linea con quanto accaduto negli anni precedenti, deriva dalla politica di investimento, improntata ad una gestione in grado di ben coniugare rischi e rendimenti.  

Un equilibrio, questo, che non viene messo in discussione dalle cancellazioni dall’Albo, numericamente significative, ma comunque inferiori alle iscrizioni.

In prevalenza, si tratta di colleghi a basso reddito, e dunque con versamenti previdenziali parimenti bassi, che hanno rinunciato alla toga preferendo altre attività, spesso nella pubblica amministrazione.

Colleghi che ovviamente avranno la possibilità di utilizzare i contributi versati a Cassa, mediante gli istituti della ricongiunzione, del cumulo o della totalizzazione ma non determineranno alcun onere aggiuntivo per il sistema.

Far discendere un pericolo per i conti dalle cancellazioni dall'Albo, come talvolta qualcuno osserva, è errato. Il fenomeno in realtà è preoccupante per altri motivi, e in particolare per la perdita di appeal della professione forense, in ragione delle tante criticità del sistema, dalla durata dei processi agli elevati costi di accesso alla giustizia. Con una inevitabile ricaduta sul piano reddituale che colpisce, e condiziona, soprattutto i più giovani ma non risparmia alcuna fascia generazionale.  

Ecco perché, garantire la solidità del sistema nel lungo periodo non può essere l’unica preoccupazione dell’Ente e le iniziative intraprese a supporto dei colleghi maggiormente in difficoltà vanno rilanciate e rafforzate.

Sotto altro profilo, l’Ente ha il dovere, nell’interesse di tutti gli iscritti, di dare certezze previdenziali attraverso il sinallagma contribuzione/pensione. In questa direzione, si sono velocizzate le procedure per la riscossione delle somme non versate dai colleghi, sovente per mera dimenticanza e per piccoli importi.

Il titolo ad effetto che taluno ha voluto scegliere per commentare tale attività, ovvero "Cassa Forense mette in mora centomila avvocati", che pure dà conto di uno specifico dovere di corretta amministrazione, non sembra propriamente adeguato se solo si pensa che il diritto alla pensione si costruisce proprio, e soltanto, mediante il corretto versamento della contribuzione.

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