Cassa Forense apre il percorso per l'assistenza sanitaria totale con interventi "long term care"

di Massimo Grotti

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Molti colleghi si sono premuniti con polizze assicurative personali ma la gran parte, purtroppo, non ha pensato o non ha potuto proteggersi per queste tragiche eventualità. Cassa  Forense, come  tutti sanno, ha stipulato una polizza collettiva con Unisalute che garantisce la copertura del rischio per la non autosufficienza temporanea (integrabile su base volontaria) ma, fino ad oggi, nulla aveva potuto per i malati cronici ed i lungodegenti.Affondando l’aratro nel solco di semina tracciato con il nuovo regolamento dell’assistenza dal Comitato dei Delegati, il C.d.A.  di Cassa Forense nella seduta del 3 agosto 2016, per rispondere alle paure sanitarie degli avvocati, ha deliberato di aderire ad EMAPI (Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani)  per consentire l’implementazione delle attuali garanzie assicurative con la copertura del rischio di non autosufficienza (LTC - Long Term Care)  con onere a totale carico della Cassa.
La copertura ha avuto inizio con il giorno 1 novembre 2016 e rappresenta un frutto, molto raro e succoso, della politica di Cassa Forense in materia di assistenza, un frutto che pochi lavoratori autonomi posso annoverare nel loro paniere di opportunità sanitarie.
In pratica Emapi, tramite la società PosteVita, prevede una copertura erogata in forma collettiva a tutti gli Iscritti con il limite di età di 70 anni. Per il riconoscimento dello stato di non autosufficienza l’assicurato dovrà essere deficitario in modo autonomo  in almeno tre parametri sui sei previsti (succintamente: lavarsi, nutrirsi, vestirsi, andare in bagno, mobilità, spostarsi) per un periodo non inferiore a 90 giorni.


Come ci si potrà rendere conto da questi accenni si tratta di un intervento assistenziale che permette a Cassa Forense, unitamente agli altri interventi già in essere,  di fare un salto in avanti determinate nella direzione tracciata dal Comitato, ovvero quella di arrivare in tempi relativamente brevi ad una copertura sanitaria completa per tutti gli iscritti, così dando a tutti sonni più tranquilli nell’ottica di un Ente che assista il professionista in tutte le fasi della sua vita, sia preventivabili, come la pensione, sia accidentali, come la tutela della salute durante il percorso lavorativo ed anche dopo.Non è un caso, infatti,  che la Cassa abbia terminato da alcuni mesi un primo studio di massima sulla fattibilità di una copertura sanitaria completa, ipotizzata con la creazione di una Cassa Mutua che eroghi, direttamente o su convenzione,  tutti i servizi sanitari sin dalla diagnostica  fino alla cura definitiva. Tale studio ha trovato grande interesse in tutti gli interlocutori istituzionali contattati tanto da far scaturire la nascita di un tavolo di lavoro comune con altre Casse Previdenziali dei Professionisti, in sede Adepp, tavolo dove Cassa Forense si accomoderà da precursore ed ispiratore nel segno di un profondo rinnovamento del modo di vedere il rapporto Cassa-Iscritto.
Non più una Cassa che interpreta i bisogni degli iscritti quindi, ma i bisogni degli iscritti che vengono messi al centro e determinano le scelte della governance.

   
Avv. Massimo Grotti – Coordinatore Commissione AdEPP di Cassa Forense

 

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