Anche Cassa Forense ha il suo avvocato
26/06/2014
Stampa la paginaIl Presidente ed il CdA impongono a loro stessi e chiedono a noi Delegati di farci sempre più e meglio conoscere all’esterno.
Come non cominciare allora dall’Ufficio Legale di cui i più, magari, ignorano finanche l’esistenza.
Credo che una sorta di intervista sia forse il modo più efficace dal punto di vista comunicativo e divulgativo.
Ricorro allora a questa forma quasi colloquiale che, se gradita ai colleghi, potrà essere ripetuta anche per mettere a nudo gli altri servizi di Cassa Forense.
Incontro l’avvocato Marcello Bella un tardo venerdì pomeriggio nel suo studio al quarto piano di via Visconti. Un ufficio che somiglia ai nostri, carte, fascicoli, appunti occupano le scrivanie, simile alla maggior parte di quelli dove incontriamo i colleghi per trattare e discutere le vicende dei nostri assistiti. Sarà anche per questo che l’empatia è forte e l’incontro è subito franco, diretto con risposte precise alle mie incalzanti domande.
Potrebbe quasi sembrare un’indagine difensiva, ma vediamo.
D. Quali sono i compiti dell’Ufficio Legale.
R. La risposta è scontata: principalmente la difesa in giudizio dell’Ente; accompagnata dall’attività di consulenza che si connota nel rendere pareri al CdA, alla Giunta Esecutiva ed anche ai vari uffici. È di qualche rilievo inoltre l’esame e la redazione di contratti, nonché l’attività in materia di appalti; una certa attenzione poi alle problematiche del decreto legislativo 231/2001, ormai sempre più in voga con la delicata responsabilità degli enti, dovendo dar conto che sono componente dell’organismo di vigilanza.
È piuttosto frequente l’esame di richieste di accesso agli atti in forza della famigerata legge 241/1990 con valutazioni sull’interesse dei richiedenti e sull’ampiezza di quanto sia ostensibile nonché, buon ultima, la privacy.
D. Credo interessi ai qualificati lettori conoscere la tipologia e la numerosità del contenzioso.
R. Cassa Forense gestisce un contenzioso di circa 3.700 cause pendenti nel campo elettivo e dunque nella materia previdenziale; di queste più o meno il 90% riguardano contributi e sanzioni, per essere più precisi si tratta di cause di opposizione a recuperi contributivi e avverso la comminatoria di sanzioni da parte degli uffici competenti.
Si annoverano poi circa 250 giudizi pendenti nella materia delle locazioni, che è poca cosa considerato il vasto patrimonio immobiliare di Cassa Forense, rilevante componente del patrimonio al pari di tutte le altre casse previdenziali ed infine alcune cause in tema di appalti, le gare ad evidenza pubblica per intenderci e dunque di competenza del Giudice amministrativo.
D. Quanti sono gli addetti dell’Ufficio Legale.
R. Siamo 4 avvocati iscritti all’elenco speciale oltre a vari altri collaboratori dipendenti, in tutto circa 20 persone. Un lavoro di squadra importante da gestire e coordinare.
D. Una domanda interessata sui benefits.
R. Il nostro contratto prevede che venga distribuito il 25% dei compensi liquidati in sede giudiziale e recuperati.
Si tratta però di una sinecura considerato che nel contenzioso previdenziale in genere le spese legali vengono compensate tra le parti. Posso meglio riferire dell’esperienza avanti il Giudice del Lavoro di Roma, che più direttamente frequento. Ultimamente in misura più massiccia, forse anche per scoraggiare il contenzioso, in caso di soccombenza dell’avvocato vengono poste a suo carico le spese legali.
D. Come nasce la sua passione per il diritto previdenziale.
R. I miei studi e la mia specializzazione erano elettivamente nel diritto amministrativo, la previdenza poi la ho coltivata ed approfondita, day by day, all’interno di Cassa Forense quando sono stato impiegato dopo aver partecipato ad una selezione.
D. Solo di recente l’Ufficio Legale è un servizio autonomo. Può spiegare ai lettori l’evoluzione.
R. L’ufficio legale ha sempre goduto di autonomia e, sotto tale profilo, non è cambiata molto la situazione con il passaggio del servizio alle dirette “dipendenze” della Presidenza e non più della Direzione Generale.
D. I colleghi vivono male la comminatoria delle sanzioni. Possiamo spiegare nel dettaglio quale l’atteggiamento degli uffici, prima, e dell’Ufficio Legale, poi, all’insorgenza del conflitto giudiziario.
R. Gli Uffici sono piuttosto puntuali nell’illustrare le ragioni che spingono, o meglio impongono, all’ente di comminare le sanzioni.
In ogni caso tengo a precisare che, a seguito dell’insorgere di un contenzioso, l’ufficio legale interviene presso l’avvocato-ricorrente. Ciò sicuramente viene fatto in modo sistematico prima della costituzione in giudizio di Cassa Forense per resistere alla pretesa facendosi carico il mio ufficio di spiegare al ricorrente nel dettaglio le ragioni della pretesa richiamando anche la giurisprudenza di riferimento.
Tengo a precisare che per ogni giudizio in corso, dopo ogni tappa giudiziaria, è compito del mio ufficio e mia precisa volontà predisporre una relazione per il CdA aggiornando l’organo collegiale affinché possa avere il polso degli orientamenti della giurisprudenza, particolarmente sugli arresti di legittimità, e dunque informazioni e proposte anche per incidere su eventuali gap o migliorare l’azione di Cassa Forense.
D. I suoi contraddittori, più precisamente le sue controparti, sono avvocati. Come si pone il delicato rapporto.
R. Non è semplice litigare con colleghi per diritti di colleghi che in un primo momento vivono il conflitto in modo autoritativo.
Comunque ci si pone su base propositiva con lo spirito di chiarire prima, e di tentare la conciliazione, una volta instaurato il giudizio. La nostra mission è appunto quella di far comprendere al collega la fondatezza delle ragioni della Cassa. Valga per tutte il problema della prescrizione dei contributi da versare. Dobbiamo far comprendere all’avvocato che non si tratta di un beneficio poiché in concreto egli si troverà, a cascata, con uno o più anni non efficaci tanto da incidere sul suo diritto a pensione.
D. Crede che possa funzionare o calmierare il contenzioso una rubrica sul sito di Cassa Forense dedicata all’Ufficio Legale con le domande più frequenti.
R. Sicuramente sarebbe un buon servizio per gli avvocati anche se necessariamente riguarderebbe una parte davvero marginale del panorama previdenziale e assistenziale, essenzialmente i contributi.
D. Crede necessario che decolli la Camera di Conciliazione la cui creazione è in nuce.
R. Credo nello strumento in chiave deflattiva del contenzioso purché intervenga in modo quanto più tempestivo possibile considerato che le cartelle debbono essere impugnate dai destinatari nel termine di 40 giorni dalla notifica.
D. Cosa può dirci dello spinoso problema dei crediti di Cassa Forense.
R. Dobbiamo distinguere tra crediti verso concessionari e verso iscritti.
Nel primo caso il contenzioso è limitato al tempo antecedente il 1999 quando è cambiato il sistema del riscosso per il non riscosso. Comunque CF ha poi ottenuto dal Tribunale di Roma diversi decreti ingiuntivi di rilevanti importi che per buona parte siamo già riusciti ad incassare.
Diverso è il problema del contenzioso verso gli iscritti.
Era allo studio un progetto pilota per i crediti superiori ad € 10.000,00 con azione diretta senza l’emissione del ruolo. Ovviamente prima di richiedere i decreti ingiuntivi il mio ufficio si deve far carico di compulsare l’avvocato in via amichevole, e solo dopo un’espressa diffida ricorrere al monitorio.
L’avvocato comunque, come ho anche prima detto in tema di prescrizione, danneggia sé stesso in primo luogo quando omette la contribuzione, oltre a venir meno in parte qua al dovere di solidarietà di categoria.
D. Quali immagina saranno le nuove frontiere del contenzioso.
R. Non appena verrà approvato il regolamento di cui all’art. 21 della legge 247/2012 (con il visto dei Ministeri vigilanti e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) che, appunto, impone a tutti gli avvocati iscritti ad un albo professionale di essere iscritti a Cassa Forense, immagino un contenzioso nella sua prima fase applicativa tanto sull’obbligo di iscrizione quanto sulla misura dei contributi per coloro che non raggiungono i tetti reddituali che, ricordo, non saranno più ostativi per far dichiarare l’inefficacia di annualità.
Certo che l’emergenza socio-economica, che speriamo in via di attenuazione, comporterà quasi sicuramente una certa numerosità del contenzioso.
D. Di cosa si occupa l’avv. Bella nel tempo libero.
R. L’impegno in Cassa Forense è notevole e dunque non ho troppo tempo per me, dunque dedico il tempo libero alla famiglia ed all’attività sportiva con gli amici.
D. Quale obiettivo si pone con la platea degli iscritti.
R. Vorrei venisse aumentato il dialogo con gli iscritti ed ampliati i canali informativi.
Mi pare che la discovery sia piuttosto riuscita, ci diranno i colleghi quanto sia gradita la divulgazione e la conoscenza, del resto lo ricordo spesso: chi ha paura di chiedere ha paura di apprendere.
Avv. Giovanni Cerri – Delegato di Cassa Forense