Al servizio dell'avvocatura

di Nunzio Luciano

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Ma anche a tutti i dirigenti, i dipendenti e i consulenti che operano all’interno dell’Ente di previdenza e assistenza degli avvocati e con i quali ho avuto modo di compiere un pezzo di strada fra i più entusiasmanti della mia vita. Sfogliare l’album dei ricordi, perciò, è doveroso non per uno sterile esercizio di recupero del passato più recente, ma per fare il punto della situazione e sviluppare visione sul futuro. E allora cominciamo dalla prima e più importante consapevolezza, maturata per la verità fin dai primi giorni di presidenza: la necessità di concepire Cassa Forense non più solo come Ente di previdenza degli avvocati italiani, ma anche come erogatore di assistenza, sia passiva che attiva. Ho più volte detto che questo slittamento (non solo semantico) ha rappresentato e rappresenta una scelta paradigmatica, frutto della costruzione di un modello operativo e funzionale. Una sorta di “madre di tutte le riforme” da cui sono state partorite visioni, approcci, interpretazioni, soluzioni che abbiamo avuto l’ambizione di collocare nel novero delle urgenze e delle priorità per l’avvocatura, alle prese con un cambiamento epocale. Accanto a questo nuovo paradigma (che appunto significa modello al quale ispirarsi nelle scelte decisionali) abbiamo mantenuto in posizione centrale un’altra consapevolezza che rappresenta anche una certezza: rendere compatibili, se non sovrapponibili, la sostenibilità finanziaria dell’Ente e quella sociale. Chiarito questo approccio metodologico e di merito al tempo stesso, possiamo entrare nel vivo della ricostruzione dell’attività dell’ultimo biennio. La Cassa ha agito soprattutto attraverso Regolamenti. Vorrei ricordarne tre: quello sulle prestazioni e contributi, quello sull’assistenza e quello sul riscatto.


Partiamo dal Regolamento sulle prestazioni: abbiamo emanato norme finalizzate a mettere l’Ente in condizione di poter pagare le pensioni agli avvocati per i prossimi 50 anni, con un incremento costante del nostro patrimonio. Abbiamo previsto un meccanismo di flessibilità dal punto di vista previdenziale che prevede la possibilità di uscita anticipata dal sistema in due modi: anticipo del pensionamento a 65 anni, con oneri o senza oneri a carico del richiedente, a seconda che non abbia raggiunto o abbia raggiunto il tetto dei 40 anni di contribuzione.
Molto importante è stata anche l’approvazione del Regolamento sui contributi. Qui va ricordato che anzitutto è stata allineata l’iscrizione all’albo all’iscrizione alla Cassa, con agevolazioni per i colleghi più giovani che abbiano redditi bassi, esoneri dei contributi minimi per le college in maternità, meccanismi di regolarizzazione spontanea e accertamento del dovuto per adesione. In questo modo abbiamo scongiurato il rischio di ricorrere all’iscrizione d’ufficio, ma soprattutto abbiamo avuto modo di diffondere fin da subito la cultura previdenziale che evita lo schiacciamento sul presente e, anche dal punto di vista culturale, pone l’avvocatura più giovane in condizione di progettare e costruire il proprio futuro.
La vera novità, in ossequio al cambio di paradigma al quale facevo riferimento in precedenza, è stato rappresentato dal Regolamento per l’assistenza. Abbiamo elaborato un nuovo modello di Welfare che associa alle misure tradizionali di intervento il sostegno al reddito e all’esercizio della professione forense, nelle sue differenti forme e connotazioni territoriali. Cassa Forense ha ritenuto prioritaria la soluzione dei problemi connessi anzitutto alle situazioni più difficili, a partire dalla tutela di donne e giovani, ai quali sono stati forniti strumenti nuovi, più adeguati alla complessità e alle enormi difficoltà dei nostri tempi, come ha confermato la ricerca realizzata in collaborazione con il Censis. La quantità di risorse da destinare all’assistenza è passata da venti a sessanta milioni annui.


Una cifra consistente, dunque. In tutto, il nuovo Regolamento si compone di trentadue articoli che prevedono prestazioni nei seguenti settori: in caso di bisogno; a sostegno della famiglia; a sostegno della salute; a sostegno della professione. Anzitutto le prestazioni in caso di bisogno. Gli avvocati possono beneficiare di queste misure se, per eventi straordinari involontari e non prevedibili, si venissero a trovare in una situazione di grave difficoltà economica. Il trattamento consiste nell’erogazione di una somma di denaro che può essere reiterata per una sola volta. Fra le prestazioni in caso di bisogno ci sono anche trattamenti a favore di avvocati titolari di pensione diretta (a carico della Cassa) che abbiano compiuto gli 80 anni o che abbiano compiuto i 70 anni e che siano riconosciuti invalidi civili al 100%. La domanda per accedere alle prestazioni in caso di bisogno può essere inoltrata, oltre che tramite il Consiglio dell’Ordine di appartenenza, anche direttamente alla Cassa.
Altro settore è quello delle prestazioni a sostegno della famiglia: erogazioni in favore dei superstiti e dei titolari di pensione diretta cancellati dagli albi o di pensione indiretta o di reversibilità; erogazioni in caso di familiari non autosufficienti, portatori di handicap o di malattie invalidanti; borse di studio per gli orfani (di età inferiore ai 26 anni che frequentino la scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado o l’università), degli avvocati iscritti, ma anche per i figli di questi ultimi (figli che siano studenti universitari e non abbiano, anche in questo caso, superato i 26 anni di età). Nell’ambito di questo tipo di prestazioni, sono previste anche altre provvidenze a sostegno della genitorialità. Le prestazioni assistenziali vengono erogate a seguito di apposita domanda da parte degli interessati.
Ci sono poi le prestazioni a sostegno della salute.Si tratta di copertura, con onere a carico della Cassa, di gravi eventi di malattia e di grandi interventi chirurgici che colpiscono o a cui è sottoposto l’avvocato; ma anche di convenzioni con case di cura, istituti termali, cliniche odontoiatriche, al fine di ottenere facilitazioni e sconti per servizi e/o prestazioni.


Non solo: in questo caso si fa riferimento pure a interventi di medicina preventiva; polizze di assistenza per lunga degenza, premorienza e infortuni (trattamenti che possono essere attuati mediante convenzioni o stipulando una polizza collettiva); convenzioni per l’attivazione di prestiti ipotecari vitalizi; contributo per spese di ospitalità in case di riposo pubbliche o private per anziani, in istituti per malati cronici o lungodegenti; contributo per le spese sostenute per l’assistenza infermieristica a domicilio a causa di malattie o infortuni di carattere acuto e temporaneo. Sono beneficiari del trattamento assistenziale gli iscritti alla Cassa e i titolari di pensione a carico della Cassa.
Infine, ci sono le prestazioni a sostegno della professione. Questa tipologia va suddivisa in tre sottogruppi: iniziative in favore di tutti gli iscritti; iniziative in favore dei giovani e iniziative in favore degli avvocati iscritti attivi alla Cassa, percettori di pensione di invalidità. Per quanto riguarda le iniziative in favore di tutti gli iscritti, si tratta di: assistenza indennitaria; convenzioni stipulate al fine di ridurre i costi e agevolare l’esercizio della professione; assistenza in caso di catastrofe o calamità naturale; agevolazioni per accesso al credito, anche mediante la cessione del quinto della pensione; agevolazioni per la concessione di mutui; contributi o convenzioni per la fruizione di asili nido e scuole materne e ogni altra iniziativa finalizzata a conciliare al meglio l’attività lavorativa con gli impegni familiari. Per quanto riguarda gli interventi in favore dei giovani, si tratta di: agevolazioni per l’accesso al credito finalizzato all’avviamento dello studio professionale o per la costituzione di nuovi studi associati o società tra professionisti; corsi di formazione; borse di studio per l’acquisizione di specifiche competenze professionali, del titolo di specialista e di cassazionista. Per quanto riguarda le iniziative in favore degli iscritti attivi che percepiscono pensioni di invalidità, infine, si tratta di contribuzione erogata con l’intento di attenuare le difficoltà connesse all’esercizio della professione.


Di particolare importanza risulta la questione formazione: un’esigenza sempre più avvertita soprattutto dalle giovani generazioni che reclamano interventi finalizzati ad acquisire specifiche competenze e ad aggiornare il proprio background giuridico, anche in considerazione della rapida evoluzione del quadro normativo e giurisprudenziale. A tal fine, Cassa Forense nel corso del 2015 ha promosso, in collaborazione con la Business School del Sole 24 Ore, un percorso formativo per mille giovani avvocati, scelti dagli ordini territoriali e distrettuali fra i più meritevoli. Questi giovani hanno potuto partecipare, infatti, gratuitamente, a giornate formative sui temi di maggiore attualità giuridica a Roma, Milano, Padova, Pescara e Messina.
In una retrospettiva sulle iniziative realizzate, non può mancare un riferimento al bilancio. Stiamo conseguendo avanzi di esercizi importanti e rilevanti che ci consentiranno di guardare al futuro con una maggiore tranquillità, pur non abbassando mai l’asticella dell’attenzione, considerando gli impegni pensionistici da assolvere.
Contemporaneamente e con lo scopo di perseguire meglio e in modo più efficace questi obiettivi, abbiamo posto in essere un progetto pioneristico sulla comunicazione di Cassa Forense, progetto che vede al centro il nuovo sito web: non più un sito statico, ma un portale in continuo aggiornamento, capace di fornire in tempo reale notizie previdenziali, sull’assistenza, sul mondo forense, sulla giustizia e sull’attualità politica ed economica. Al suo interno, oltre che una rassegna stampa quotidiana e una barra scorrevole con le ultime notizie, anche una Web Tv che consente di ricorrere alle opportunità connesse al linguaggio dell’audio-visivo. Un sistema integrato della comunicazione, insomma, che fa leva altresì sulle riviste CF NEWS e La Previdenza Forense.
Non si può dimenticare l’avvio del Fondo Cicerone e, come scrivevo in precedenza, l’approvazione del Regolamento sul Riscatto e le Sanzioni.


In particolare quello sul riscatto consente agli avvocati che lo richiederanno di rateizzare l’importo residuo per il riscatto della propria pensione fino ad un massimo di dieci anni. In passato il termine massimo consentito era di cinque anni. Non solo. Essi pagano meno interessi di quanto sia avvenuto finora. Gli interessi dovuti vengono calcolati, infatti, nella misura del 2,75% annuo, anziché del 4% previsto in precedenza. Il tasso così determinato non subisce variazioni, visto che viene mantenuto per l’intero periodo della rateazione. Va aggiunto, altresì, che gli anni per i quali è stato esercitato il riscatto comportano un aumento di anzianità di iscrizione e contribuzione pari al numero degli anni riscattati. C’è un’altra novità, infine, e cioè che le nuove norme sono applicabili, a richiesta dell’interessato, anche alle domande di riscatto già presentate, per le quali non sia ancora scaduto il termine per il pagamento della prima rata. Più tempo, dunque, ma anche meno costi.
E poi ci sono stati gli importanti investimenti in Cassa Depositi e prestiti Reti, la partecipazione insieme ad altre Casse all’azionariato della Banca d’Italia, e altri interventi di grande valenza sociale. Esempi della volontà da parte nostra di voler contribuire allo sviluppo dell’economia reale e della crescita del nostro Paese.
Ultima, ma certo non per importanza, la nostra battaglia in favore dell’accesso da parte degli avvocati (e più in generale dei professionisti europei) ai fondi strutturali europei. La Cassa ha organizzato infatti alcuni convegni, elaborato studi e ricerche, su questo tema, analizzato grazie ad un confronto costruttivo con gli esperti del settore e i rappresentanti delle Regioni, a cui spetta la gestione sul territorio di questa importante risorsa. Il principio di fondo è che così come avviene per le piccole e medie imprese, anche i professionisti possono accedere a questi fondi con ricadute importanti non soltanto per la stessa libera professione, ma anche sui sistemi economici e produttivi dei Paesi aderenti all’Unione.


Il programma di accesso ai fondi europei ha consentito e sta consentendo a Cassa Forense di richiamare l’attenzione su questa opportunità per tutti i liberi professionisti, ma anche di rafforzare l’interlocuzione con le istituzioni italiane, a partire dai Ministeri Vigilanti. All’orizzonte c’è l’esigenza di uscire definitivamente dalla crisi. E al contempo di garantire, il più possibile e il meglio possibile, il valore della coesione sociale, in assenza del quale il sistema rischia di collassare.
Altre istantanee di questo album dei ricordi potrebbero essere proposte sotto forma di metafora in questo articolo, ma mi fermo qui. Preferisco concludere questo riepilogo (ragionato) delle iniziative poste in essere da Cassa Forense, evocando il significato autentico di una foto vera, una foto di gruppo, quella scattata al termine della nostra Conferenza nazionale di Rimini del settembre 2015. A fianco a me c’erano tutti i componenti del Comitato dei Delegati. Volti sorridenti e soddisfatti, sensibilità e storie professionali diverse ma accomunate da un’unica e grande certezza: voler servire l’avvocatura, con umiltà e determinazione. Albert Einstein diceva: “la maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che è più grande la nostra preoccupazione per gli altri che non per noi stessi”. Spero di non peccare di presunzione, se vi confesso che mi sono ispirato a questa massima. Tutti i giorni. Con tutti voi. Indistintamente.

 Avv. Nunzio Luciano - Presidente di Cassa Forense

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