CASSA FORENSE AUMENTA IL SUO INVESTIMENTO IN BANCA D'ITALIA: LA PARTECIPAZIONE PASSA DAL 3 AL 4,93%

di Giancarlo Renzetti

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Cassa Forense nel 2015 acquistò 3.000 quote di Banca D’Italia, il massimo consentito in tale data, investendo 225 milioni di euro.

Tale scelta fu seguita anche da altre Casse Previdenziali, tra cui Inarcassa, Enpam e Commercialisti.

Nel corso di questi anni tale investimento ha garantito un rendimento costante del 4,5%, per un ammontare complessivo di dividendi pari a 70 milioni di euro.

Pertanto, non appena la Legge di Bilancio 2022 ha innalzato il tetto della partecipazione al capitale di Bankitalia dal 3 al 4,93%, il CDA di Cassa Forense ha deliberato, su proposta dell’Ufficio Investimenti, di sottoscrivere l’ulteriore 2% di capitale disponibile.

L’investimento nel capitale di Banca d’Italia, secondo l’assett allocation del nostro Ente attualmente vigente, rientra tra gli investimenti azionari Italia.

L'asset allocation è il processo mediante il quale vengono decise le percentuali con cui si deve investire nelle varie tipologie di investimento - obbligazioni, azioni, alternativi, alternativi illiquidi, immobiliare e liquidità - al fine di massimizzare i proventi e minimizzare i rischi.

La gestione del  patrimonio di Cassa Forense è tesa a mantenere l’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale, al fine di assicurare la copertura pensionistica a tutti gli iscritti.

E’ costante l’attività tesa a valutare il sottopeso o il sovrappeso di ciascuna asset class per il raggiungimento del portafoglio ottimale.

L’acquisizione del capitale di Banca d’Italia è assimilabile per rischiosità, all'acquisizione degli strumenti di debito pubblico italiano, ma molto più remunerativo e risponde a un duplice criterio: da un lato proseguire nell'azione a sostegno dell’economia reale del Paese, dall'altro lavorare nell’interesse della sostenibilità finanziaria dell’Ente a tutela della propria funzione Istituzionale, che è l'oculata gestione della previdenza degli avvocati italiani.


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