APPROVATA LA RIFORMA DEL SISTEMA PREVIDENZIALE – IL NUOVO REGOLAMENTO UNICO DELLA PREVIDENZA FORENSE ENTRERÀ IN VIGORE DAL 1 GENNAIO 2025

di Giancarlo Renzetti

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Con l’approvazione da parte dei Ministeri Vigilanti si conclude il lungo iter della Riforma Previdenziale deliberata dal Comitato dei Delegati di CF il 23/5/24.

Il primo progetto di Riforma Previdenziale del 28/10/22 aveva ricevuto un’approvazione solo degli incrementi contributivi. Cassa Forense scelse di non dare corso ad una riforma parziale ma di deliberare un nuovo testo completo del Regolamento Unico della Previdenza Forense.

Cassa Forense non ha poi incluso nella riforma il principio che limitava le prestazioni da erogare in base alle vecchie regole; scelta approvata dai Ministeri Vigilanti alla luce delle differenze con il sistema previdenziale pubblico.

Grazie alla riforma Cassa Forense raggiungerà la sostenibilità trentennale richiesta dalla legge, mantenendo un patrimonio positivo per tutto il periodo.

Si ricordano le principali modifiche introdotte:

- Riduzione dei contributi minimi

Nel 2025 il contributo minimo soggettivo sarà di € 2.750,00 ed il contributo minimo integrativo sarà di € 350,00. Nel 2024 i contributi sono stati rispettivamente di € 3.355,00 e € 850,00.

Il contributo minimo versato nella misura ridotta, come agevolazione per i primi anni di iscrizione, comporterà il riconoscimento dell’intero anno ai fini delle prestazioni.

Una scelta a tutela delle fasce più deboli, resa possibile dalla riforma. Oltre il 40% degli iscritti dichiara redditi professionali inferiori ai 20.000 euro annui.

Il minimo soggettivo a € 2750,00 copre il dovuto per chi dichiara un reddito sino ad € 17.190,00 in base all’aliquota del 16% in vigore dal prossimo anno;

- Passaggio al sistema contributivo per tutti gli iscritti

A partire dal 1° gennaio 2025  è prevista l’introduzione del sistema di calcolo contributivo “pro rata” delle prestazioni pensionistiche.

Agli attuali iscritti si applica il sistema di calcolo misto che prevede una prima quota calcolata con il sistema retributivo vigente per le anzianità contributive sino al 31 dicembre 2024 e una seconda, con il sistema contributivo, per le anzianità successive al 2024.

Gli iscritti a partire dal 1° gennaio 2025, avranno diritto alla “pensione unica di vecchiaia contributiva”, calcolata esclusivamente secondo il sistema contributivo;

- Requisiti per il diritto alla prestazione

Rimangono invariati i requisiti per il diritto a pensione dei professionisti già iscritti, a cui si applica il regime di calcolo misto.

Per i professionisti cui si applica il regime di calcolo integralmente contributivo la pensione potrà essere ottenuta:

  • all’età di 70 anni con almeno 5 anni di contributi versati.
  • all’età di 65 anni con almeno 35 anni di contributi versati e un importo alla decorrenza almeno pari al trattamento minimo vigente nell’anno.

- Revisione aliquote contributive

Il contributo soggettivo passa al 16% per il 2025, a 17% nel 2026  ed al 18% nel 2027.

Un incremento sia per garantire la sostenibilità finanziaria sia per l’adeguatezza delle prestazioni previdenziali.

Elevato ad € 130.000 il massimale reddituale contributivo. Rimane fermo il versamento del 3% oltre il tetto reddituale.

Per i pensionati di vecchiaia che proseguono l’attività lavorativa l'aliquota contributiva sale al 12% del reddito professionale netto ai fini IRPEF.

A tale incremento fa fronte la reintroduzione dei supplementi triennali di pensione.

Il versamento della prima rata è stato posticipato al 30 settembre, unificandolo con il termine previsto per la presentazione del modello 5.

- Modulare volontaria

Innalzata la percentuale della contribuzione modulare volontaria massima, dall’attuale 10% al 20% del reddito netto professionale entro il tetto reddituale. Un istituto che consente, su base volontaria, con piena deducibilità e prestazioni garantite, di migliorare l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche;

- Integrazione al minimo

L’importo del trattamento minimo è stato gradualmente adeguato in coerenza con la riduzione del contributo minimo. Sarà 12.500 euro tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026, 11.400 euro nel successivo biennio e 10.250 euro a partire dal 2029, con rivalutazione di tale importo dal 2030.

- Regolarizzazione spontanea

In caso di regolarizzazione spontanea le sanzioni saranno ridotte del 60% in luogo dell’attuale 50%. Una misura per favorire le regolarizzazioni che non impatta sui bilanci tecnici.

-Rateizzazioni più facili

Chi ha in corso una rateazione, se in regola con i versamenti, potrà richiederne una seconda.

Potrà essere richiesta la rateizzazione per debiti superiori a 1.000,00 euro. 

La richiesta di rateizzazione per debiti sopra i 10.000,00 euro potrà arrivare a 6 anni in luogo degli attuali 5.

-Allungamento termini per retrodatare iscrizione

La domanda di retrodatazione può essere presentata entro 6 mesi dall’iscrizione, il pagamento o la richiesta di rateazione potrà essere effettuata entro 12 mesi dalla comunicazione di Cassa Forense.

Una riforma equilibrata che tiene conto sia dei bilanci estremamente positivi – l’ultimo bilancio ha registrato l’avanzo più alto di sempre per 1.406.688.476,39 euro – sia dell’evoluzione demografica negativa con diminuzione degli iscritti e riduzione del rapporto non pensionati/pensionati.

Tutti i sistemi previdenziali devono oggi fare i conti con l’inverno demografico.

È di pochi giorni fa l’allarme sulla tenuta dell’INPS con un orizzonte di sostenibilità a due anni.

Il sistema previdenziale di Cassa ha oggi una proiezione di sostenibilità a 50 anni.

L'obiettivo nel prosieguo sarà quello di migliorare l’equilibrio tra la sostenibilità del sistema e l’adeguatezza delle prestazioni.

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