ASSOLTO L'IMPUTATO PER LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS A FINI TERAPEUTICI

di Emanuele Nagni

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Lo scorso 27 aprile è stata emessa la sentenza che ha assolto, perché il fatto non sussiste, l'imputato dall'accusa di coltivazione di sostanza stupefacente.

Invero, il GUP presso il Tribunale di Arezzo, dott. Fabio Lombardo, ha qualificato la produzione di cannabis, rinvenuta dagli agenti operanti presso la sua abitazione, quale attività necessaria all’esclusivo utilizzo personale e terapeutico dell’imputato, affetto da artrite reumatoide.

Nel dettaglio, la produzione documentale della difesa condotta dagli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti comprendeva anche una relazione peritale atta a dimostrare che la mole di piante detenute dall'imputato fosse prodromica all’assunzione personale della sostanza per finalità terapeutiche, atteso lo stato di salute in cui versa il medesimo da oltre trentacinque anni.

Infatti, nonostante le regolari prescrizioni mediche, l'imputato ricorreva alla coltivazione di cannabis proprio al fine di supplire ai deficit del Sistema Sanitario Nazionale, a causa dell’eccessiva burocrazia che impedisce - di fatto - di offrire una tempestiva terapia antalgica, problema da sempre evidenziato dal medesimo con le parole: “il dolore non aspetta”.

Peraltro, il prevenuto era stato imputato per il delitto di coltivazione di sostanza stupefacente di cui al Testo unico delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza (D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309) a titolo di concorso con un amico, condannato per aver prestato assistenza al De Benedetto, da tempo costretto a cure mediche anche a base di morfina che riducevano di gran lunga le proprie capacità neuro-cognitive e motorie.

La pronuncia ha, invero, visto il coinvolgimento di molteplici associazioni e forze politiche, fra cui “Megliolegale.it” progetto promosso dall’associazione Centro di iniziativa antiproibizionista, l’Associazione Luca Coscioni, il Segretario di Radicali Italiani, i parlamentari Licatini e Magi.

Inoltre, a mezzo social, è intervenuto sul punto anche l’attuale Ministro per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, che ha evidenziato come l’occasione potesse essere ricordata quale “giorno storico” da quando, nel 2007, nel nostro Paese la cannabis utilizzata a fini terapeutici è ormai divenuta legale, nonostante una distribuzione spesso assente in ragione dello scarso quantitativo prodotto e delle difficoltà connesse alla prescrizione della sostanza.

Dunque, ciò impone in modo imprescindibile un intervento normativo sul punto, anche in considerazione del voto favorevole reso dall’Italia, nello scorso mese di dicembre, in seno alla Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti, che ha definitivamente riconosciuto le indicazioni dell’OMS nell’attribuzione di un valore terapeutico alla cannabis, al punto da sollecitare l’espunzione della sostanza dalla tabella degli stupefacenti

Avv. Emanuele Nagni del Foro di Roma

 


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