Sostenibilità ed adeguatezza. I due punti di vista

di Igino De Cesaris

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L'attuale scenario socio-economico se infrange certezze e roccaforti finora ritenute granitiche (si pensi al notevole aumento del rischio sul nostro debito sovrano) tanto più incide sulla tenuta degli enti previdenziali, già fiaccati da decenni di sistemica generosità nell'erogazione dei trattamenti.
E', dunque, indispensabile che la sostenibilità diventi il primo e fondamentale criterio di orientamento e determinazione delle scelte previdenziali.
Le misure assunte dagli enti previdenziali non devono semplicemente transitare al vaglio della sostenibilità, ma devono trovarvi origine in un'ottica di consolidamento della tenuta del sistema e di certezza della prestazione previdenziale.
D'altra parte, come può pensarsi di stimolare il risparmio previdenziale se l'ente al quale si versano i contributi non si presenti con affidabilità e stabilità ineradicabile e non dia assoluta certezza e garanzia dell'erogazione della prestazione.
Una vera sostenibilità può essere raggiunta solo con scelte sistemiche e strutturali, che siano esse stesse infrangibili garanzie della tenuta dell'ente.
Né una sostenibilità sistemica e strutturale può essere equiparata e sostituita da quella ricercata con calcolo tecnico-attuariale, i cui risultati vengono travolti con straordinaria rapidità dalle contingenze economiche e dai mutamenti reddituali e demografici.
In ogni caso, una concezione "relativistica" della sostenibilità, incentrata sul mero dato attuariale e incapace di reagire ai mutamenti economici e demografici, appare incompatibile con l'idea stessa di previdenza, nella quale al pagamento della contribuzione deve corrispondere l'assoluta e incondizionata certezza della prestazione.
Il nuovo slancio nell'affrontare la questione della "sostenibilità" non può, tuttavia, prescindere dalla consapevolezza dei vantaggi acquisiti dalle generazioni già pensionate o vicine al pensionamento: una consapevolezza che deve diventare disponibilità a saldare, attraverso soluzioni giuste ed equilibrate, il debito così contratto verso i più giovani.


Le misure e le scelte originate dalla esigenza di sostenibilità devono, altresì, trovare rapidi tempi di attuazione e di messa a regime poiché tanto più velocemente girerà la "cinghia" di trasformazione dei vantaggi sin qui garantiti ai più anziani in risorse per i più giovani, tanto più giusto e solidamente acquisito sarà il risultato di un sistema previdenziale affidabile e duraturo.
Un sistema strutturalmente sostenibile risponde anche al principio di affidamento e alla giusta esigenza dell'iscritto di avere chiarezza e certezza in ordine agli obblighi e ai diritti del sinallagma previdenziale.
Mentre un sistema a precaria sostenibilità deve frequentemente (e tanto più di fronte a crisi economiche e/o mutamenti demografici) ricorrere a modifiche in termini di aumento della contribuzione e di diminuzione della prestazioni, un sistema con vera e duratura sostenibilità potrà conservare uno stabile assetto e così consentire all'iscritto di conoscere (e, anche, costruire con versamenti volontaristici) anticipatamente la misura della pensione sulla quale contare al termine della vita lavorativa.
Occorre, infine, evidenziare che, contrariamente a quanto da alcuni sostenuto, un sistema giusto e strutturalmente sostenibile è ben in grado di erogare pensioni adeguate.
Il tema della adeguatezza è intimamente legato a quello della equità, poiché la pensione adeguata in armonia con il precetto costituzionale deve essere, comunque, finanziata da una giusta ed adeguata contribuzione.
E', così, certamente ingiusta l'adeguatezza di una pensione costruita con insufficiente contribuzione e a scapito delle generazioni che seguiranno.
In un sistema strutturalmente e intrinsecamente sostenibile, la adeguatezza del trattamento previdenziale sarà raggiungibile con una equilibrata modulazione della aliquote contributive, con una corretta età di pensionamento nonché con equi criteri di riversamento dei contributi sui montanti.
La possibilità di effettuare versamenti volontari consentirà, poi, una "personalizzazione" della adeguatezza del trattamento previdenziale.
Il conseguimento di una vera e duratura sostenibilità è, dunque, il presupposto e il volano per la creazione di un quadro virtuoso nel quale – pur nella difficoltà dell'attuale scenario economico – il professionista possa confidare accumulando risparmio previdenziale e costruendo una pensione modellata sulle proprie esigenze.

Igino De Cesaris

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