Smart working e Coworking

di Giancarlo Renzetti

Stampa la pagina
foto

Smart working e Coworking sono due termini, erroneamente ritenuti equivalenti, che la recente pandemia ha fatto entrare prepotentemente nell’uso quotidiano.

Smart working o lavoro agile è una modalità di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato disciplinato dalla L.  81/2017.

Per il Ministero del Lavoro:

“lo Smart Working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

Questa modalità lavorativa non è più legata al numero di ore da trascorrere alla scrivania ma agli obiettivi da raggiungere. Lo smart working richiede e promuove  l’uso delle tecnologie digitali.

La prestazione lavorativa può essere eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, senza una postazione fissa, con i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

Lo smart working si differenzia dal telelavoro, introdotto dalla legge n. 191/1998.   Il D.P.R. n. 70/ 1999 lo definisce come forma di lavoro svolto a distanza, ovvero al di fuori dell’azienda, collegato ad essa tramite strumenti di comunicazione informatici e telematici. Sono previsti gli stessi orari e le stesse modalità di svolgimento lavorative previste per il lavoro interno all’azienda.

I vantaggi del lavoro agile sono evidenti.

Per i lavoratori: abbattimento dei tempi e dei costi per raggiungere il luogo di lavoro; conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

Per le imprese: riduzione dei costi per gli uffici; riduzione delle forme di assenteismo fisiologico; rafforzamento dei sistemi di misurazione e valutazione delle performance basate sui risultati.

E’ una forma di lavoro che, stando ai dati del 2018, era stata avviata dal 56% delle grandi aziende ed aveva interessato l’8% delle amministrazioni pubbliche.

La pandemia, con la necessità di  tutelare la salute di cittadini e dipendenti, ha accelerato il ricorso allo smart working da parte della Pubblica Amministrazione, che, sicuramente nel comparto giustizia, deve adottare correttivi tecnici e giuridici per rendere tale forma lavorativa compatibile con  la necessità di erogare un  servizio essenziale.

Coworking è la condivisione di uno spazio comune  in cui svolgere l’attività lavorativa, sia autonoma che subordinata, in maniera indipendente.

L’utilizzo di uno spazio comune tra diversi professionisti, di settori diversi, può far sviluppare sinergie e/o contatti.

L’uso di spazi in coworking consente sia una riduzione dei costi fissi che la massima flessibilità. E’ possibile modificare lo spazio, ad esempio le dimensioni della sala riunioni, che i servizi aggiuntivi, in relazione alle diverse esigenze o volumi di lavoro.

E’ uno strumento utile sia a professionisti che lavorano a casa ma hanno bisogno di uno spazio per ricevere clienti, sia a chi si trova in viaggio in altra città ed abbia bisogno di uno spazio temporaneo dove lavorare o incontrare clienti.

Molti professionisti già utilizzano questo strumento. Gli avvocati da poco si sono accostati a questo strumento, rimanendo più ancorati alla struttura tradizionale dello studio.

Al di là del fattore costi, va tenuto conto che la digital transformation ha toccato anche la professione forense. Per l’avvocato oggi sono indispensabili oltre alla competenza, l’esperienza, e le relazioni un pc e una connessione internet.

Cassa Forense tenendo conto di questa mutata realtà e dell’attuale situazione sanitaria, nell’ambito della politica di welfare attivo ha avviato un’iniziativa pilota di Coworking, mettendo a disposizione gratuitamente degli iscritti spazi di lavoro e sale riunioni, sino al 13 settembre 2021.

Il progetto ha preso avvio a Roma in considerazione del numero degli iscritti e della presenza in questa città di Magistrature Superiori quali Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Tribunale Superiore Acque Pubbliche, Corte Costituzionale, cui accedono  colleghi di tutt’Italia.

 

Avv.to Giancarlo Renzetti Delegato Cassa Forense per il Lazio


Altri in AVVOCATURA