Professioni, Previdenza e Futuro: Il Rapporto ADEPP 2025

di Giancarlo Renzetti

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Il XV Rapporto ADEPP fotografa lo stato della previdenza privata in Italia, offrendo una panoramica completa su iscritti, redditi, pensionati attivi, welfare e investimenti

Il Rapporto ADEPP 2025 racconta un mondo professionale di oltre un milione e mezzo di iscritti attivi che cambia velocemente, dove la previdenza privata resta un pilastro. I numeri parlano chiaro: il sistema è solido, ma le sfide non mancano. Sul fronte dei redditi dei professionisti, la fotografia è complessa. Il reddito medio è cresciuto nominalmente, passando da poco meno di trentacinquemila euro nel 2005 a oltre quarantasettemila nel 2024, ma se si considera l’inflazione il potere d’acquisto è sceso del due e mezzo per cento.

Il divario di genere resta profondo: gli uomini dichiarano in media quasi cinquantanovemila euro, le donne poco più di trentunmila. Anche l’età conta: chi ha meno di trent’anni guadagna in media diciottomila euro, mentre tra i cinquanta e i sessant’anni si superano i cinquantanovemila. E il territorio fa la differenza: in Trentino-Alto Adige il reddito medio sfiora i cinquantatremila euro, mentre in Calabria non supera i ventitremila.

Gli iscritti sono in lieve calo rispetto all’anno precedente. A crescere, invece, sono i pensionati che continuano a lavorare: più di centotrentamila, con un balzo vicino al dieci per cento. È la conferma di una tendenza ormai strutturale, quella della Silver Economy, che non è più un fenomeno marginale. L’età media degli iscritti sale e lo si vede dai dati: la fascia tra i sessanta e i settant’anni è passata dal sette al diciassette per cento in vent’anni, mentre gli under quaranta sono scesi dal quarantuno al ventisette per cento. Le donne, però, avanzano: oggi rappresentano il quarantadue per cento degli iscritti, con un’età media di quarantasei anni contro i cinquantadue degli uomini. Il contributo dei pensionati attivi alla sostenibilità delle Casse è evidente.

Non solo continuano a versare contributi, ma mantengono una capacità reddituale significativa, con una media di oltre cinquantamila euro, anche se il divario tra uomini e donne persiste. Intanto, le entrate contributive crescono: dai cinque miliardi del 2005 ai quasi quattordici del 2024, mentre le prestazioni erogate superano i nove miliardi. Accanto alle pensioni, si rafforza il welfare integrato, che vale più di duecento milioni e include interventi per la salute, la genitorialità, il sostegno al reddito e la formazione. Sul fronte patrimoniale, le Casse mostrano una solidità crescente: il patrimonio complessivo è raddoppiato in undici anni, passando da sessantacinque a centoventicinque miliardi.

Cambia però la strategia di investimento: gli immobili diretti scendono al due per cento del totale, mentre aumentano i fondi mobiliari e le azioni. Gli investimenti in Italia si attestano al trentotto per cento, in calo per effetto della diversificazione internazionale. Il Presidente dell’Adepp, Dott. Alberto Oliveti, nel presentare il rapporto ha sottolineato come le Casse siano pronte ad aumentare gli investimenti a sostegno dell’economia Italiana ma ritengono necessaria il riconoscimento di una fiscalità di scopo o l’applicazione agli investimenti della medesima aliquota applicata ai fondi privati.

Infine, il rapporto guarda all’Europa, dove si discute di mobilità, riconoscimento delle qualifiche, pensioni complementari e sostenibilità. Le politiche comunitarie puntano sulla digitalizzazione dei processi, sulla tracciabilità dei diritti pensionistici e sulla riduzione del gender gap, mentre si affacciano nuove sfide come l’impatto dell’intelligenza artificiale. In questo scenario, la competitività dovrà andare di pari passo con l’equità sociale, per garantire un futuro sostenibile alle professioni e al sistema previdenziale che le sostiene.

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