IL PROCESSO TELEMATICO APPRODA ALLE SEZIONI CIVILI DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE

di Avv. Michele Bromuri

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Lo scorso 15 ottobre è stato firmato un protocollo di intesa (‘Protocollo’) tra il Ministero della Giustizia, la Corte Suprema di Cassazione, la Procura Generale presso la Corte di Cassazione, l’Avvocatura dello Stato, il Consiglio Nazionale Forense e l’Organismo Congressuale Forense, che ha aperto ufficialmente le porte al processo telematico in sede di giudizio di legittimità.

Tale Protocollo nasce dalla necessità di una digitalizzazione delle fasi processuali, ormai entrata a pieno regime nei primi due gradi di giudizio, ed oggi possibile grazie alla sinergia e all’impegno di tutti i soggetti coinvolti.

Avrebbe, quindi, la funzione di consentire il deposito telematico degli atti, ancora “in regime cartaceo”, rendendoli così consultabili in via telematica per tutti i procedimenti pendenti presso le sezioni civili della Corte di Cassazione e la Procura Generale.

La riforma delinea, secondo uno schema graduale, l’implementazione di quanto introdotto con il D.L. 179/2012, convertito in L. 221/2012.

Ai sensi dell’art. 1 del Protocollo, a partire dallo scorso 26 ottobre 2020 è iniziata la cd. fase di sperimentazione, volta a testare l’affidabilità del nuovo applicativo. Da tale data, un “gruppo di referenti”, composto da avvocati cassazionisti individuato dal Consiglio Nazionale Forense (anche per il tramite della FIIF),  trasmette gli atti di parte, oltre che per via cartacea, anche in modalità telematica.

Tutte le cancellerie gestiscono il fascicolo processuale e gli atti depositati in digitale dagli avvocati, che, tuttavia, non hanno in questa fase alcun valore legale, stante la necessità di una previa valutazione sul funzionamento del nuovo sistema.

La seconda fase del progetto sarebbe dovuta iniziare entro il 15 gennaio 2021, momento dal quale il deposito telematico degli atti di parte avrebbe acquisito, a tutti gli effetti, efficacia legale.

Tuttavia, il provvedimento che ha accertato, presso la Corte Suprema di Cassazione, l’installazione e l’idoneità delle attrezzature informatiche, è arrivato soltanto con il recentissimo decreto 27 gennaio 2021 del Direttore Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero della Giustizia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 22 del 28 gennaio 2021), con il quale viene consentito, a partire dal 31 marzo 2021, il deposito telematico facoltativo a valore legale degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori.

Il deposito telematico sarà, pertanto, disponibile per l’intera platea di avvocati patrocinanti in Cassazione e le cancellerie potranno procedere al deposito e alla pubblicazione dei provvedimenti dei magistrati.

In questa fase si assisterà ad un sistema cosiddetto “a doppio binario”, nel quale sarà facoltà di ogni professionista scegliere se depositare gli atti introduttivi in formato cartaceo o telematico, mentre diverrà obbligatorio il deposito telematico per tutti gli atti in corso di causa.

L’ultima fase prevista dal Protocollo sancirà l’obbligatorietà del deposito telematico degli atti introduttivi.

Non  è possibile, ad oggi, sapere con certezza le tempistiche di questa terza tappa, che porterà alla completa attuazione del processo telematico anche in sede di legittimità (dapprima individuata nel periodo compreso tra il 17 aprile e il 31 maggio 2021).

Ciò che rileva è che, da questo momento, le cancellerie della Suprema Corte di Cassazione potranno gestire il fascicolo processuale in modalità telematica, con un deciso miglioramento in termini di qualità e durata dei processi di lavoro.

In sintesi:

  • la sperimentazione sarà attivata sino al 30 marzo 2021.
  • dal 31 marzo 2021 vi sarà “il doppio binario per gli atti introduttivi” e l’obbligo del deposito telematico per gli atti in corso di causa.
  • Seguirà una terza fase in cui sarà obbligatorio il deposito telematico per tutti gli atti, compresi quello introduttivo, a condizione che i sistemi informatici risultino sicuri ed efficienti.

In sostanza l’avvio del processo telematico in Cassazione ricalca i passaggi già visti per Tribunali e Corti di Appello, rendendo necessario per gli avvocati segnare le relative date e comprenderne il funzionamento.

Il Protocollo del 15 ottobre è stato poi oggetto di integrazioni, siglate rispettivamente in data 27 ottobre e 18 novembre 2020 dalla Suprema Corte di Cassazione, in accordo con la Procura Generale presso la Corte di Cassazione, l’Avvocatura dello Stato e il Consiglio Nazionale Forense.

Tali integrazioni si sono rese necessarie per regolamentare l’attività giurisdizionale ed il deposito degli atti nella fase emergenziale del covid, individuando le modalità.

Per favorire l’avvio del PCT anche in questa sede, è stato deciso di invitare le parti a trasmettere copia telematica di tutti gli atti processuali del giudizio di Cassazione, già presenti in formato cartaceo, affinché possano essere resi disponibili, dapprima ai magistrati e, successivamente, inseriti nel nuovo sistema.

L’integrazione del 27 ottobre 2020 ha precisato le modalità di invio degli atti da parte dei difensori e della Procura generale, nonché i termini entro i quali la trasmissione deve essere eseguita.

A seguito della sottoscrizione del 18 novembre 2020, tutti i difensori, compresa l’Avvocatura dello Stato, sono stati autorizzati a trasmettere alle cancellerie della Suprema Corte, alle segreterie della Procura generale e alle controparti processuali, copia informatica delle memorie difensive da depositarsi ex artt. 378, 380 bis e 380 ter c.p.c.

La stessa integrazione ha previsto, altresì, la possibilità di inviare su supporto informatico anche le conclusioni scritte del Procuratore generale, rendendole immediatamente accessibili ai magistrati per la trattazione dei procedimenti.

Grazie a tali strumenti, sarà garantita la modalità da remoto durante il periodo emergenziale anche per le adunanze camerali, senza alcun disservizio e in completa sicurezza.

Come sottolineato dallo stesso Ministro della Giustizia, tale riforma va considerata come “un passo fondamentale per accelerare il percorso di modernizzazione e digitalizzazione della giustizia”, uniformando così la ormai realtà del procedimento di merito a quello di fronte alla Suprema Corte di Cassazione.

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa dell’epidemia ha, altresì, evidenziato l’importanza di un supporto telematico efficiente, che consenta ad avvocati e magistrati di avere accesso ai fascicoli informatici, garantendo più alti livelli di protezione e sicurezza.

La delocalizzazione delle attività processuali, infatti, è uno strumento in grado di agevolare la riduzione degli spostamenti dei professionisti e di tutti i soggetti protagonisti del processo civile, determinando, una riduzione dei tempi di lavoro delle cancellerie, che hanno potuto contare in un immediato reperimento dei documenti.

Ci si augura, pertanto, che la dematerializzazione di atti di parte e provvedimenti, anche in sede di giudizio di legittimità, possa determinare una riduzione dei tempi di definizione dei processi e che tale sperimentazione sia un primo passo per una completa digitalizzazione dell’intero sistema giudiziario nazionale.

Avv. Michele Bromuri - Delegato Cassa Forense 


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