Gli avvocati "dipendenti". Quale futuro per i "salariè"?

di Mariella Sottile

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L’AIGA vuol essere interprete di un nuovo modo di essere e di svolgere la professione - compatibile con i mutamenti attraversati dalla nostra società – ma vuole aver cura di salvaguardare, però, il mantenimento di quei tradizionali valori di dignità, decoro ed indipendenza della professione forense.
Per tale motivo, da diversi anni ormai, l’AIGA studia ed analizza la problematica legata ai rapporti che si instaurano tra i giovani avvocati ed i titolari degli studi legali presso i quali i primi prestano la loro collaborazione.
Già nel 2012 al tema era stato dedicato un apposito spazio nel corso di un Congresso AIGA, dove dopo un’attenta disamina delle realtà d’oltralpe veniva sollecitato all’Avvocatura di intervenire stabilendo regole di equità innanzitutto al proprio interno; ancora, nel 2013, l’AIGA denunciava gli effetti che avrebbe potuto avere in futuro l’art. 21 della 247/12 rispetto ai “collaboratori di studio”, che avrebbero incontrato difficoltà a dimostrare l'effettivo esercizio della professione. Sollecitazione raccolta dal Governo nel regolamento definitivo sulla continuità professionale, che oggi consente di dar prova dei 5 affari l’anno anche se “conferiti da altro professionista”.
Ma l’attività di AIGA sul tema è proseguita nel 2014 con un’indagine condotta su tutto il territorio nazionale ed è stata ulteriormente portata avanti con una azione di costante sensibilizzazione, sia delle Istituzioni Forensi che della stessa Avvocatura, riuscendo ad ottenere anche l’approvazione di una mozione congressuale nell’ambito del Congresso Nazionale Forense di Venezia 2014. Nel mese di settembre 2016, inoltre, è stato organizzato un incontro (il primo sul tema) presso la sede del CNF, dedicato all’ “avvocato monocommittente”, nel corso del quale si è avviata un’importante discussione sulle proposte tecniche di regolamentazione della figura dell’avvocato mono-committente con il CNF, la Cassa ed il Ministero della Giustizia.


L’AIGA, però, proprio in virtù della sua funzione di rappresentanza della categoria che ha a cuore la formazione di un avvocato dotato di elevata e qualificata preparazione tecnica, pur condividendo le premesse che animano in questi giorni alcune sollecitazioni condivise dal mondo dei sindacati e da altre associazioni forensi, pur ritenendo non più procrastinabile un intervento normativo a tutela dei colleghi che esercitano la professione forense con collaborazioni continuative ma “precarie” all’interno degli studi legali, al fine di garantire loro la dignità ed il decoro nell’esercizio della professione, ritiene che la soluzione su cui confrontarsi sia quella della regolamentazione della figura dei collaboratori non nella forma della subordinazione bensì in quella della collaborazione autonoma parasubordinata non etero-organizzata.
Ciò al fine di garantire al collaboratore l’estensione di prestazioni e tutele tipiche del lavoro subordinato, nel pieno rispetto della sua autonomia ed indipendenza di avvocato che, comunque, si ritengono requisiti non certo rinunciabili, proprio nella consapevolezza che nella realtà dei fatti, sono proprio l’autonomia e l’indipendenza dei giovani collaboratori a mancare del tutto.
Ovviamente, non possiamo non sollecitare anche la previsione di vantaggi fiscali e contributivi sia per il giovane avvocato che per il titolare dello studio, suscitando perplessità il fatto che in Italia, mentre si rivolge attenzione alle aziende che impiegano giovani, al fine di favorirne l’occupazione e combatterne la precarietà, nulla viene fatto con riguardo alle giovani generazioni di professionisti.
È giunto il momento (lo si ripete da diversi anni ormai) di compiere scelte coraggiose per i più giovani, che dovrebbero essere finalmente adottate per dare un reale e omogeneo aiuto di crescita al paese e per non perdere per strada quel “capitale di nuove conoscenze” che oggi si è formato nell’ambito della professione forense, un capitale umano indispensabile al rinnovamento non solo della categoria professionale di appartenenza ma di tutto il sistema.

Mariella Sottile - Giunta Nazionale AIGA

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