ZAN, ZENDEGI,AZADI (DONNA,VITA,LIBERTÀ)

di Alessandra Capuano

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Basterebbero le tre parole, scandite e gridate da quattro settimane nelle piazze, per dire il livello di maturità della protesta politica delle donne iraniane, che è già costata più di ottanta morti ma che non si placa nonostante la brutale repressione.

Il germe del rifiuto della politica oscurantista e patriarcale era nato già l'8 marzo 1979, con la prima manifestazione delle donne iraniane contro le voci di imminente introduzione del divieto alla libertà di esprimere se stesse scegliendo come vestirsi.

Negli anni ’80 la rivoluzione culturale e l'islamizzazione del paese, in parte coincidenti con la guerra fra Iran e Iraq, hanno spento le proteste e imposto l'obbligo per le donne di coprirsi il capo con l'hijab.

Nonostante ciò le donne iraniane non hanno mai smesso di opporsi e di lottare, con tutti i mezzi consentiti e possibili, contro la condizione in cui il regime teocratico al potere le costringe.

Non si sono mai arrese e non si sono rifugiate nel privato.

Hanno studiato e sono oggi una delle popolazioni femminili più scolarizzate al mondo. Nonostante ciò, la partecipazione delle donne al lavoro e all'assunzione delle decisioni politiche in Iran è rimasta estremamente ridotta ed è perciò che la contraddizione, tra consapevolezza di sé e dei propri diritti e condizione di sottomissione, non poteva che esplodere, seppure molto ritardata dalla violenza delle repressioni.

Sulla tomba di Masha Amini, morta a 22 anni a seguito dell'arresto subito per-chè non indossava correttamente il velo, si legge la scritta profetica "il tuo nome sarà chiave".

Ed è così che è stato, perchè nel suo nome la protesta contro il velo è divenuta protesta di massa, di donne e uomini, per la libertà.

Lo slogan "donna vita, libertà" ora viene scandito assieme agli slogan che rifiutano esplicitamente lo stato islamico e rivendicano il rispetto dei diritti fondamentali per il cittadino e la giustizia.

E’ stato detto che “chiunque conosca un po' la storia sa anche che grandi ri-volgimenti storici non sono possibili senza il fermento femminile” e che il progresso sociale si può misurare con esattezza dalla posizione garantita alla donna .

Questa volta sono le donne iraniane a dimostrarlo, dando al mondo un insegnamento prezioso.


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