Avanzo di esercizio 2018: brevi considerazioni

di Dott.ssa Cinzia Carissimi

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Da un punto di vista convenzionale la gestione dell’esercizio trova normalmente espressione nel valore di sintesi dell’avanzo di esercizio che va tuttavia interpretato alla luce delle risultanze contabili sia in caso che queste risultino notevolmente incrementate che in ipotesi diversa, al fine di effettuare un confronto omogeneo con le gestioni precedenti.

Infatti, se da una lettura sintetica è evidente che l’avanzo di esercizio nel consuntivo è passato nel triennio da:

  • 2016 1.011 mln
  • 2017 915 mln
  • 2018 735 mln

non ne sono altrettanto evidenti le ragioni, lasciando presupporre un peggioramento che in realtà non sussiste, soprattutto alla luce degli eventi straordinari che vi hanno inciso.

Si ricorderà che nel 2016 per effetto dell’applicazione del nuovo Regolamento dell’Assistenza si diede seguito allo smobilizzo del “Fondo straordinario di intervento” per circa 179 mln di euro con un impatto sul conto economico, previa costituzione dei fondi previsti all’art.22 del Regolamento citato, di 135 mln di euro in aumento dell’avanzo.

In assenza, semplificando, l’avanzo sarebbe stato di circa 876 mln. Se proviamo ad analizzare l’avanzo “attuale” con quello dell’anno precedente colpiscono, esemplificando al massimo: minori ricavi sia per “Contributi” (circa 45 milioni) quale causa del mancato accertamento dei minimi integrativi (circa 102 milioni) parzialmente compensato con i maggiori contributi soggettivi, che la diminuzione delle plusvalenze su titoli (circa 31 mln); i maggiori costi per accantonamenti ai diversi Fondi (circa 85 milioni) stante anche la considerazione degli eventuali impatti della normativa sulla rottamazione unitamente ad un andamento non favorevole dei mercati finanziari.

Sommando ai 735 mln dell’avanzo solo gli importi di cui sopra si arriva ad un risultato “normalizzato” di 896 mln tendenzialmente in linea con il trend del triennio.

L’analisi sarebbe più complessa ma nell'estrema sintesi è evidente che la chiave di lettura dell’avanzo non può essere il dato fine a se stesso ma le componenti straordinarie che lo hanno influenzato.

Dott.ssa Cinzia Carissimi – Dirigente Contabilità e Patrimonio Cassa Forense


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